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Fecondazione assistita: una tecnica per far nascere bambini senza danni genetici

Creato il 22 dicembre 2015 da Conservazionecordoneombelicale @SorgenteSalute

Una nuova tecnica inglese consente, durante la fecondazione assistita, di sostituire nell’ovocita materno il Dna malato con quello sano di una donatrice. In questo modo i bimbi non svilupperanno alcun danno genetico.

Conservazione cordone ombelicale - GuidaDi: Redazione

La nuova tecnica l’ovocita di una donatrice sana, sostituendo il Dna mitocondriale malato della madre. Il Dna mitocondriale rappresenta il nucleo dell’ovocita e si ottiene solo dalla cellula materna (non è presente negli spermatozoi). Quando subisce delle mutazioni, il Dna provoca malattie ereditarie rare, dette appunto mitocondriali. La nuova tecnica può duqnue impedire che i bambini sviluppino queste patologie.

La sperimentazione comprende la totale sostituzione del citoplasma, con tutti i suoi mitocondri, con quello di una donatrice sana. Tale operazione viene realizzata in laboratorio; poi si procede con la fecondazione assistita. Dal momento che viene utilizzato il citoplasma di una seconda donna, si tratta di bambini che di fatto hanno tre genitori (anche se non è coinvolta la parte di ovocita che regola la trasmissione dei caratteri somatici).

Alcuni medici spno convinti però che questa sostituzione potrebbe compromettere gli equilibri all’interno del feto, che è già in per sé un mix di materiali genetici. Di certo, in Inghilterra – Paese in cui è stata elaborata questa nuova tecnica – la donazione dei mitocondri è stata al centro di numerose ricerche scientifiche.

Infine, è importante sottolineare che questa tecnica di sostituzione del Dna mitocondriale è una tecnica che potrebbe essere impiegata non solo per eliminare il rischio di sviluppare queste patologie rare. Il Dna della donatrice può servire anche per dare energia alle cellule. In futuro quindi si potrebbe usare la nuova tecnica per i casi di fecondazione assistita che riguardano donne over 40, proprio per incrementare le possibilità di gravidanza.

Fonte: “Donna Moderna”


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