Per Marco Pedetta Jensen la pittura è il modo in cui raccoglie e decanta passioni ed emozioni complesse e indecifrabili e ne fa immagine. Il carattere intimo e poetico della pittura di Pedetta si coglie approfondendo la lettura dei suoi quadri, fermandosi davanti ad essi e lasciando che la malia dei colori si faccia pensiero e ed esprima il suo senso profondo.
Comunque Marco si esprima, i suoi colori sono pieni di emozione trasparente e incontenibile sia quando lascia individuare forme familiari o simboliche sia quando incolla piccoli oggetti portatori di emotività sulle sue tele. È continuamente alla ricerca di una via attraverso la quale il suo mondo si realizzi nella sua misteriosa complessità. Questo rende i suoi quadri meno commerciali in quanto non immediatamente riconoscibili, ma fa anche sì che ognuno di essi diventi uno splendido scrigno di sentimenti che appartengono ad ogni uomo.
Quadro Arancio
Quadro Verde
Il Quadro Verde, come anche altri dei suoi quadri fatti a collage, fa pensare alla città, una città che è cresciuta caoticamente, plasmata dagli impulsi disordinati degli uomini e dai fatti ineluttabili della storia. I moti nervosi del pennello intriso di colore senza sfumature tracciano scie frenetiche di luci, percorsi isterici e veloci che definiscono aree asimmetriche e casualmente disposte e creano una rete che cinge d'assedio un'area centrale fragile e discontinua. Nella cinta difensiva già si apre qualche rossa ferita. Ma il colore che domina è gioioso e l'energia quasi violenta dei tratti e dei contrasti ha la gagliarda e incosciente ilarità della giovinezza. Colori e pensieri si incontrano e si scontrano senza fondersi disegnando una mappa forsennata del vivere di oggi ma anche una nuova disordinata bellezza che riesce a salvare spazi riposti nel cuore e nel silenzio.
Il Pellicano
La materia cromatica investe, quasi suo malgrado, la tela o la carta e fluisce con veemenza dal pennello sospinto dal tumulto dei sentimenti. Così ne Il pellicano, tinte pure e contrastanti fanno intuire il becco e le zampe, l'onda del mare, lo scorcio di cielo divampante in un tramonto, o forse in un incendio, natura trionfante e offesa nello stesso tempo. C'è dualità e contrasto, ma forse la realtà, oggetto della ricerca, sta negli spazi lasciati vuoti, nel bianco quieto del foglio, colpito e ferito da schizzi di energia.
L'intenso lirismo dei quadri di Marco sfugge ad una descrizione che non sia essa stessa poesia, il terreno d'incontro tra la tela e le parole.
Cadde la neve forse invano
Folate di bianco
attraversano lo spazio denso
e quasi lo trafiggono;
cercano pause di silenzio
nei rossi chiassosi e nei gialli concitati.
Gli azzurri si sporcano inesorabilmente
e fanno indovinare sagome in movimento.
Nessun manto di Madonna
si apre a difendere la città
dai dardi del Dio adirato
ed essi si frantumano
in mille scaglie di colore.
Non basterà la neve a portare pace
né coprirà di silenzio il rumore
in cui le grida e i canti si confondono.
Marco Pedetta Jensen nel suo studio
da www.spherikon.com,
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Marco Pedetta vive e lavora a Perugia. Per contattarlo: [email protected]