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Premessa: post redatto l’anno scorso, nel Maggio del 2011. Il mio primo sommario sul mio primo impatto con il regista di Rimini, il regista italiano più famoso al mondo insieme a Sergio Leone. Verrà un altro post dove parlerò di altri film di Fellini visti recentemente, chiarendo e spiegando il perché di questi alti e bassi che ho con il Fellini. Sarà un post complementare a questo!
Come sapranno i miei cari lettori, è un periodo che guardo vari film e per dire la verità, vari tipi di film. E ultimamente in particolare i film di Federico Fellini. A fine estate scorsa (Agosto 2010) guardai “8 & ½” e rimasi esterrefatto dalla lentezza e per quanto mi riguarda dalla noiosità del film. Il film è sicuramente particolare e penso obiettivamente si possa considerare comunque un capolavoro. Dopo vari mesi, decido di guardare altri film del regista riminese nonostante l’indigestione di “8 & ½” e riparto da un altro bel mattone: “La dolce vita”. E’ il primo film lungo del Fellini, dove mette in mostra la vita dei ricchi che apparentemente è migliore di quella dei poveri, ma solo in apparenza. Il film è anche in questo caso indigesto, si fa fatica a seguirlo e la trama è quasi inesistente. Passo al suo primo film “Lo sceicco bianco”, se si esclude “Luci del varietà” diretto insieme ad Alberto Lattuada. Il film non è malvagio, a tratti anche divertente, ma non mi ha emozionato più di tanto. Quindi passo a vedermi “I Vitelloni”: qui onestamente mi sono annoiato per quasi tutto il film e anche la mitica scena in cui Sordi prende in giro i lavoratori non mi ha fatto spaccare dalle risate. Il film non è brutto ma ha uno stile che non mi coinvolge. Ma io tengo duro e dopo un mesetto vedo “La strada” con Anthony Quinn e sua moglie, la brava Giulietta Masina. Finalmente riesco a vedere un film del Fellini che mi piace. Probabilmente uno dei suoi migliori lavori, nobilitato da un ottimo cast (ma gli attori che hanno lavorato con Fellini son sempre stati bravi e mai scelti a caso). Quindi dopo varie indigestioni, è arrivato finalmente, con mia grande felicità, un momento di grande godimento. Quasi galvanizzato da questo grande evento, passo a guardarmi “Amarcord”, il film autobiografico del Fellini, ambientato nel periodo fascista, dove vengono messi in mostra vari personaggi del suo paese natale. Non malvagio, per alcuni capolavoro ma non è un film nelle mie corde anche se ho retto abbastanza bene la sua visione. E’ la volta del “Fellini Satyricon”: lo dico chiaro e tondo, UNO DEI FILM Più PALLOSI CHE ABBIA MAI VISTO!!!!!!! Forse il più tedioso che abbia mai visto. L’ho visto tutto e non so come ho fatto. Non fa ridere, ma penso che Fellini non volesse far ridere con questo film. Dopo tutti questi film decido di passare agli anni 80 per vedere come li ha affrontati e guardo “E la nave va”. Film lento, ma che ho trovato godibile, ben equilibrato tra il dramma e il giusto velo d’ironia. Infine guardo “La città delle donne” uscito nel 1980: film completamente onirico che onestamente a me ha detto poco. Il film l’ho trovato pressoché vuoto e uno delle poche cose gradevoli del film è al minuto 52 quando ci sono delle musiche elettroniche interessanti.
Cosa deduco da tutti questi film? Fellini non è il solito regista: in alcuni dei suoi film probabilmente alla sceneggiatura (per come la intendo io) non era molto interessato, concentrandosi così sulla caratterizzazione dei personaggi. Lui sostanzialmente sperimentava un nuovo modo di fare cinema soprattutto a partire dal film “La dolce vita”, un cinema che francamente a me (ma anche a molti altri) non piace. Insomma, de gustibus………Piccole curiosità: nel Satyricone in Amarcordc’è Alvaro Vitali, mentre in “E la nave va” c’è Francesco Scali.
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