Recentemente vi avevo parlato del primo “best of” di Federico Salvatore, Superfederico. E ne avevo discusso in maniera anche critica, per la scelta – diciamo così – alquanto discutibile, di selezione dei brani presunti più belli e rappresentativi dei primi 5-6 anni del cantautore napoletano. Oggi vi cito il primo disco di Federico Salvatore: Na tazzulella ‘e ca.. baret. Data 1989, l’influsso della musica dance e cantautoriale italiana degli anni ’80 è evidente. Come album d’esordio Na tazzulella ‘e ca.. baret potremmo affermare che prometteva anche più di quanto poi Salvatore ha offerto nei 3-4 dischi successivi (ma poi si sbloccherà).
Musicalmente e per ritmo, ho apprezzato Leggere attentamente le istruzioni per le modalità d’uso, mentre Senza peli… sulle lingue è la tipica ballata partenopea (anche se Federico ci adatta sopra il demenziale). All’uscita di scuola è una lunghissima pièce basata sui ritornelli delle più famose canzoni di Lucio Battisti: la storia tratta dell’evoluzione di un gelataio in spacciatore, per poi finire in carcere a Gaeta. A mio avviso la più interessante, per progressione e testo, è Vajass… rap. Mentre la prima traccia, Per una notte d’amore… Mannaggia a me! Mannaggia a me!, risulta piuttosto retorica, scontata e ripetitiva.