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Felipe e Letizia di Spagna si sono passati buona parte delle ultime settimane all'estero, in visita ufficiale in Lussemburgo, Olanda e Italia, per presentarsi alle autorità locali come nuovi sovrani di Spagna. Cosa resta di quei viaggi? Le discussioni e le liti sugli outfit della regina Letizia. E' una delle ragioni per cui ho praticamente smesso di scrivere su Rotta a Sud Ovest: racconti cosa succede in Spagna, la crisi economica, le disuguaglianze sociali, le pretese indipendentiste della Catalogna, persino il discorso di insediamento del nuovo re, ti filano gli aficionados (gracias, chicos!). Scrivi che Letizia Ortiz aveva la gonna un po' troppo corta o che il suo ultimo outfit lasciava un po' a desiderare e vai, raddoppiano ingressi e commenti. Deprimente: adesso che Rotta a Sud Ovest mi occupa meno posso dirlo. Deprimente ridurre un'istituzione e una regina, siano o meno simpatiche, agli outfit (tutti esperti di moda e di protocollo i criticoni, poi!).
La visita alle autorità italiane è coincisa con il quinto mese dall'ascesa al trono di Felipe (era il 19 giugno) e il re spagnolo era decisamente allegro durante la visita romana, magari anche per questa coincidenza (forse) casuale. Un video di EFE, su youtube, sostiene che il Re è il miglior ufficio stampa di se stesso, perché, all'uscita da Palazzo Chigi, ha gestito l''assalto' di un giornalista italiano senza perdere la calma e dicendogli che ama l'Italia ed è sempre felice di tornarci, visti i profondi legami familiari con il Paese; in un altro video lo si vede allargare le braccia divertito (ma è stata tagliata la risposta, perché?!), quando Matteo Renzi ha la sfacciataggine di chiedergli, in italiano, come sia possibile tifare per l'Atlético, essendo membro della Famiglia Reale (è provato che gli uomini finiscono sempre a parlare di calcio...).
Questi primi cinque mesi sono stati densi di eventi e cambiamenti. Si sono intuiti sin dal primo discorso di Felipe, che vagheggiava "una Spagna in cui c'è posto per tutti" e in cui parlava del catalano come di "una delle nostre lingue” (e ha insistito con questo concetto in tutte le numerose visite in Catalogna: il nostro catalano, ha sempre detto, annullando qualunque contrapposizione, chissà quanto apprezzato dal Governo centrale di Mariano Rajoy e da quello catalano di Artur Mas). Nei loro primi mesi di regno Felipe e Letizia hanno frequentato artisti, atleti e collettivi gay, che non si erano mai visti prima a Palazzo, si sono fatti vedere spesso nella notte di Madrid, a cinema e nei ristoranti, sono stati fotografati nell'AVE e hanno accettato i selfies puntualmente finiti su Twitter. Sulle reti sociali, la Casa Reale informa praticamente in tempo reale delle loro attività anche con fotografie. Le riviste riportano sorprese che i nuovi sovrani hanno tacitamente abolito la riverenza, aborrita dalla regina, pur sempre di origini repubblicane e socialiste, e che la stessa Letizia ha chiesto ai collaboratori di darle del tu.
Nei suoi primi atti da regina, Letizia si è dedicata alla Cultura e alla Salute, due dei settori maggiormente devastati dai tagli del Governo (sarà un caso? sarà un messaggio? Mi piace la seconda ipotesi, ma chi lo sa), è apparsa più disinvolta e più sorridente, disposta ai selfies e alle battute (nella visita in Lussemburgo è stato lo stesso principe ereditario Guillaume a fotografare la regina spagnola tra i concittadini residenti nel Granducato, che le chiedevano una foto: es mejor que un selfie! ha commentato divertito in perfetto spagnolo, restituendo la macchina fotografica). Ha moltiplicato le apparizioni in solitario all'estero: da Principessa delle Asturie aveva viaggiato da sola all'estero solo due volte, entrambe in Svizzera e per meno di 24 ore; da regina, nelle ultime settimane è stata a Vienna per inaugurare una mostra su Diego Velázquez, a Lisbona per partecipare a una conferenza ispanoamericana sulle malattie rare, a Roma per intervenire alla conferenza della FAO sulla nutrizione. Ha conquistato Vienna con alcune parole in tedesco e un discorso in un inglese disinvolto, che su youtube ha superato in poco tempo le 400mila visite (dopo tanti anni in cui le leggende parlavano della sua scarsa conoscenza dell'inglese, gli spagnoli hanno voluto verificare personalmente); a Lisbona si è mossa disinvolta accanto alla first lady portoghese; a Roma ha conquistato i media con un discorso a braccio, che non ha però tradito il testo consegnato ai giornalisti, con cui ha sottolineato l'importanza dell'educazione delle donne, quasi ovunque responsabili dell'alimentazione della famiglia. Il discorso romano è stata la prima grande prova da regina di Letizia, al suo debutto in un vertice internazionale, ed è stata ampiamente superata grazie anche alle sue qualità di oratrice, perfezionate negli anni da giornalista televisiva.
Il risultato di questo impegno dei nuovi sovrani è un sondaggio lusinghiero, uscito su El Pais a fine ottobre (quanto ho aspettato questo sondaggio, al vedere il nuovo clima intorno ai sovrani!). La popolarità di Felipe e Letizia sbaraglia quella di qualunque politico: lui è al 64%, lei al 62%; la somma delle opinioni positive e negative da +44 per lui e + 42 per lei (il presidente del Governo è a -63, il leader del PSOE a -17 e raggiunge la sufficienza, con un misero +1, solo il leader di Podemos, la formazione che potrebbe vincere le prossime elezioni). Il re e la regina si propongono come punto di riferimento per un Paese in crisi: l'impegno di Felipe per rendere l'istituzione più trasparente, più rigorosa, più incorruttibile, la nuova immagine di Letizia, più disponibile, più sorridente, più complice, fanno pensare che la Monarchia sia la stabilità, il punto fermo mentre tutte le certezze della Transición stanno crollando e una nuova generazione di leaders, appena 40enni, si affaccia alla ribalta (sarà davvero Podemos l'alternativa al bipartitismo?).
All'abdicazione di re Juan Carlos i media già si immaginavano la Spagna prossima alla Repubblica e davano largo spazio alle manifestazioni repubblicane, dimenticando che la Spagna non è monarchica, ma ha una pessima esperienza con la Repubblica. Anche lo spagnolo più repubblicano al momento del dunque ricorda che, in fondo, con la Monarchia juancarlista si è vissuto il momento di pace e prosperità più lungo della storia recente (non lasciatevi ingannare dalla furia con cui gli spagnoli difendono a parole la Repubblica, è quando si chiede loro del referendum che, soprattutto le generazioni più anziane, tentennano e si tengono stretta la Monarchia).
Felipe e Letizia sono giovani, stanno facendo un lavoro intenso, appaiono come una squadra affiatata, non si lesinano i gesti di affetto, che suscitano simpatia e applausi a scena aperta (è stato bello nel Teatro Campoamor, a Oviedo, quando Felipe ha annunciato emozionato che erano convocati, per la prima volta, i "Premi Principe de Asturias" invece di "Princesa de Asturias", il nuovo nome in onore di Leonor; tutti hanno sorriso, lui per primo, appena accortosi dell'errore, '"l'abitudine" si è giustificato, e Letizia gli ha regalato un bacio e una carezza, con lo stesso slancio del bacio sul balcone di Palazzo Reale, il giorno dell'insediamento). E' successo anche a Roma, ieri, quando non si sono concessi una passeggiata, come hanno riportato i media, ma sono semplicemente andati a piedi da Palazzo Chigi a Montecitorio (dovevano prendere la macchina?!) e lo hanno fatto mano nella mano, chiacchierando e sorridendosi. Sono andati in un brodo di giuggiole Hola, LOC, vari forum e persino i pochi siti web italiani che hanno parlato della visita.
Ah, ieri Letizia indossava un completo in bianco e nero del solito Felipe Varela, già indossato altrove, e alla conferenza della FAO era in rosso, sempre by Felipe Varela, ma è poi così importante??
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