E' stata una due giorni intensa. Ieri, alla presenza della regina Sofia, dei Principi e dell'Infanta Elena, re Juan Carlos ha abdicato nel Palazzo della Zarzuela, firmando il
documento che poche ore dopo, a mezzanotte, sarebbe finito nella Gazzetta
Ufficiale spagnola, rendendo ufficiale la sua rinuncia al trono. Una cerimonia
solenne, ma poco emotiva, che, anzi, ha evidenziato la sostanziale assenza di
rapporti affettivi tra i vari membri della Famiglia Reale.
Una volta firmata
l'abdicazione, re Juan Carlos ha raggiunto il figlio e lo ha abbracciato, poi
gli ha ceduto simbolicamente il proprio posto. Lungo il cammino, la regina Sofia
lo ha fermato per dargli un bacio (lui non ci pensava neanche, a baciare la moglie) e
il re ha pensato bene di non salutare la nuora Letizia. Da parte sua Letizia,
ancora per poche ore Principessa delle Asturie, si è passata il tempo facendo
segnali alle figlie, circa la compostezza da mantenere (con le mani cercava di
fare loro segno di unire le gambe o di tenere le manine incrociate sul grembo);
accanto a loro, Leonor e Sofia avevano la zia Elena, che non le ha degnate di uno
sguardo e figuriamoci se dava loro le indicazioni che Letizia cercava
disperatamente di far arrivare da lontano.
Una cerimonia che ha evidenziato la distanza tra i vari membri della Famiglia e
che si ricorderà per una sola cosa: gli occhi prossimi al pianto di re
Juan Carlos e gli sforzi enormi che faceva per controllare l'emotività.
La musica è stata diversa stamattina, in una cerimonia di proclamazione del
nuovo re molto sobria, molto austera, ma anche molto emotiva e, in certo modo,
familiare. Dopo aver ricevuto dal padre la fascia che lo ha proclamato nuovo
Capo delle Forze Armate spagnole, Felipe ha raggiunto il Parlamento, dove lo
aspettavano le più alte cariche dello Stato per il suo giuramento. Con lui
c'erano Letizia, Leonor e Sofia; in tribuna la regina Sofia con l'Infanta Elena,
le sorelle di re Juan Carlos. parte della ex Famiglia Reale greca, i genitori di
Letizia. Tesissimo fino a pochi minuti prima, Felipe ha pronunciato il suo
giuramento sulla Costituzione con sicurezza e poi ha letto uno dei discorsi più
belli che abbia mai pronunciato.
Dopo aver ringraziato i genitori per il loro lavoro e per la formazione che gli
hanno dato e dopo aver ridato il posto che spetta al regno di Juan Carlos nella
storia di Spagna, il nuovo re si è dedicato alla Spagna che si immagina e per
la quale vuole lavorare. Ha promesso una monarchia rinnovata per un nuovo tempo,
ha chiesto e assicurato esemplarità dalle cariche pubbliche, affinché i
cittadini tornino ad avere fiducia nelle istituzioni. Ha vagheggiato una Spagna
unita, che sappia valorizzare le differenze e le mescole culturali che la
compongono sin dagli albori della storia, dando alle lingue che si parlano nel
regno la protezione e il valore che meritano. Le lingue, ha spiegato Felipe VI,
sono un ponte per capirsi, sono state utilizzate da poeti e scrittori, sono la
storia, in fondo. Ha chiesto una Spagna inserita nell'Unione Europea, perché
l'Europa non è un progetto dell'Unione, ma uno dei principali progetti del
futuro spagnolo, così come lo è Latinoamérica, con cui la Spagna condivide
non solo valori, ma anche, di nuovo, la lingua, il più potente mezzo di intesa
e comprensione.
Felipe VI ha parlato molto della sua generazione del XXI secolo, ricordando
l'importanza dell'ambiente, della cultura, della ricerca, anche come mezzi per
creare posti di lavoro, oltre che per migliorare la vita dei cittadini. Agli
spagnoli ha assicurato un regno costituzionale, ha promesso che continuerà a
osservare e a difendere la Costituzione e, soprattutto, ha promesso l'ascolto,
per poter moderare, consigliare e avvertire (questo è il ruolo del Capo di
Stato spagnolo, che regna, ma non governa). Si è messo a disposizione e al
servizio del proprio Paese e ha usato una frase, probabilmente molto preparata
nella sua pronuncia, che è rimasta nel cuore di molti: "Sono orgoglioso
degli spagnoli, sarei onorato se con il mio lavoro e il mio sforzo quotidiano
gli spagnoli diventassero orgogliosi del loro nuovo re".
E poi, dopo, la bella sorpresa. Sulla Rolls Royce scoperta che lo ha portato a
Palazzo Reale, dove era previsto il primo ricevimento alle autorità spagnole,
Felipe è rimasto in piedi, per salutare la folla lungo il percorso e per essere
visto da tutti i cittadini che lo aspettavano. Felipe in piedi, con un sorriso e
un saluto per tutti, Letizia al suo fianco, seduta, con un sorriso e un saluto
per tutti. Tutto il protagonismo al Re, al Capo di Stato, il secondo piano, come
dev'essere, alla Regina.
Letizia ha sorpreso per la sobrietà del suo outfit, ma, soprattutto, per
l'atteggiamento, sempre sobrio e sorridente, per non togliere protagonismo a chi
davvero importava oggi; si è dedicata soprattutto alle figlie, cercando di
incoraggiarle in uno dei momenti più importanti della loro vita pubblica (e si
spera che Leonor e Sofia, educatissime, ma anche un po' spaventate, vengano
mostrate in pubblico più spesso, anche per acquistare disinvoltura). La nuova
Regina di Spagna è stata così mamma, oggi, che ha suscitato più di un
sorriso: speriamo nelle prossime occasioni sia un po' meno ossessionata dalla
cura delle bambine. E' stato anche chiaro che la nuova Famiglia Reale spagnola
si presenta molto più unita della precedente, con una moglie attenta alle
esigenze del marito, con un marito che cerca sempre lo sguardo della moglie nei
momenti importanti, con due bambine che mamma e papà prendono per mano e
rassicurano davanti alla folla.
Si guardava Felipe, in piedi e orgoglioso nella Rolls Royce e si pensava che
milioni di spagnolo lo hanno visto crescere, preparsi e, oggi, diventare Re;
anche noi, dall'estero, lo abbiamo visto bambino al giuramento di suo padre,
adolescente nelle vacanze baleari, e poi è diventato uno dei principi più
belli d'Europa, uno degli eredi al trono più preparati. E' cresciuto con noi,
quasi come uno di famiglia. Mentre attraversava Madrid in divisa, nuovo Capo di
Stato della Spagna, si pensava a quanto le monarchie sappiano essere magiche, anche
nei loro momenti più complicati: nessun cerimoniale repubblicano potrà mai
restituire tutto il fascino e tutto il significato simbolico di un'istituzione
che si rinnova tutte le volte, per non perdere mai la sua essenza.
Sul balcone del Palazzo Reale, in cui i nuovi e i vecchi sovrani si sono
affacciati, c'è stato un divertente siparietto della serie baciamoci tutti,
visto che nella cerimonia di abdicazione ci siamo ignorati: Felipe, uscito per
primo e da solo (che belle le monarchie che danno il giusto valore al Capo di
Stato!), ha stampato un nuovo bacio sulla guancia della moglie, ricordando
quello del loro matrimonio, 10 anni fa (ha baciato anche Leonor, vicina a lui, e
chissà se se l'è presa la gelosa Sofia), la regina Sofia ne ha approfittato
per baciare Juan Carlos, e Letizia, che ha mostrato più generosità del
suocero, visti i loro rapporti inesistenti, lo ha avvicinato per dargli un
bacio.
Di questa giornata storica, tengo due momenti: il sorriso radioso di Letizia al
marito, non appena si è accorta del suo sguardo su di lei, dopo il discorso
pronunciato al Parlamento, e Felipe che raggiunge Palazzo Reale a bordo della
Rolls Royce decappottabile, per poter salutare la folla. Sono i nuovi sovrani di
Spagna, hanno un atteggiamento aperto e gentile, promettono un nuovo tempo. Se
lo meritano tutti.
Gallerie fotografiche della giornata, ovunque; non perdete quelle di elmundo.es, hola.com ed elpais.es