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Fellini nel cestino

Creato il 11 novembre 2012 da Marvigar4

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T
ra i numerosi omaggi tributati a Federico Fellini, alcuni pletorici e scarsamente rilevanti sul piano dell’analisi cinematografica, spiccano i quaranta e passa minuti del film di Gianfranco Angelucci, Fellini nel cestino, realizzato nel 1984 e dedicato alle sequenze girate dal regista riminese e mai inserite nella pellicola definitiva. La location di Fellini nel cestino è una sala di montaggio degli studi di Cinecittà: davanti alla moviola Oreste del Buono incontra l’amico Fellini e lo intervista cercando, invano, di scoprire l’autentico motivo dei tagli di tante scene montate o perfino editate, ossia doppiate e mixate, che sono state escluse nella versione finale dei film. Il “grande bugiardo”, così come si definiva Fellini, continua a non dire tutta la verità e si arrampica sugli specchi sostenendo che le ragioni di tali tagli avevano a che fare con l’eccessiva lunghezza della pellicola o con le pretese dei produttori americani.

   In Fellini nel cestino ammiriamo due sequenze di Amarcord già editate, quella della ricerca dell’anello finito nel pozzo nero della figlia del Conte di Lovignano, l’altra del Pataca che per scherzo fa spogliare al Bar Commercio un povero cinese nel tentativo di dimostrare che non ha l’ombelico. Per quanto riguarda la scena del recupero dell’anello nella fogna possiamo condividere quanto affermato da Fellini circa i dubbi dei produttori americani, i quali per motivi culturali avevano scarsa “dimestichezza” con i pozzi neri e temevano di non incontrare la comprensione degli spettatori statunitensi, un po’ meno invece riusciamo a capire come mai lo scherzo fatto al cinese possa aver imbarazzato gli stessi produttori, all’epoca non ancora vincolati alla filosofia del politically correct. Due sono le sequenze del Casanova, non editate, che vengono mostrate nel film: l’incontro veneziano nell’atelier di Anna Maria con una donna dai seni grandi, interpretata dalla spogliarellista americana Chesty Morgan, e l’episodio dell’unica avventura omosessuale narrata nella Histoire de ma vie da Casanova con il principe turco Ismail. Anche qui Fellini non offre spiegazioni convincenti, nemmeno per il taglio di una sequenza in tutto e per tutto felliniana come quella della procace Chesty Morgan, che avrebbe potuto benissimo essere inserita nel girato finale. Evidente, ma non confessata, è l’altra scelta di “censurare” la scena omoerotica per non incorrere nelle polemiche bigotte e nelle ire omofobe dei produttori americani. Infine, viene mostrata la sequenza, anch’essa editata, de Le notti di Cabiria dove Cabiria incontra il famoso Uomo del sacco, un personaggio reale interpretato da Leo Catozzo, che distribuiva cibi e vestiti ai senzatetto di Roma. In Federico Fellini, Intervista sul cinema [1], del 1983, il regista spiegò il vero motivo del taglio adducendolo a una richiesta esercitata dalle alte sfere della Chiesa, che non amava di veder rappresentato un benefattore laico in “competizione” con la carità cristiana. Fortunatamente nelle ultime edizioni in DVD e Blu Ray la scena è stata reintegrata consentendo a Le notti di Cabiria di tornare a essere il film originale, senza l’increscioso intervento censorio di stampo confessionale.

   In vista del ventennale della scomparsa di Federico Fellini, che cadrà il 31 ottobre 2013, Fellini nel cestino è un documento quanto mai prezioso che consigliamo a tutti di vedere per scoprire, al di là delle reticenze del “grande bugiardo”, ciò che gli spettatori rischiano di non conoscere mai, cioè una parte notevole del lavoro di Fellini che non viene mostrata e rischia di smarrirsi nell’oblio generale, già di per sé ragguardevole.

© Marco Vignolo Gargini

L’intero film può essere visto in versione sottotitolata in francese presso http://vimeo.com/36297720.

[1] Federico Fellini, Intervista sul cinema, a cura di Giovanni Grazzini, Laterza, Roma-Bari, 1983, pp. 102-103.



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