Questa è la frase preferita da mia figlia quando la interpello, la chiamo, cerco di avvicinarmi a lei.
Spesso è dura da digerire. A volte mi volto e me ne vado, quasi offeso. A Volte le sorrido e la lascio stare davvero. A volte la aggredisco sentendomi stupido.
Poi quando non ci sono, mi riferiscono fonti ben informate, continua a cercarmi, a chiedere dove sono, "dov'è il mio papino" e sdolcinature di questo tipo.
Allora, alla veneranda età di 53 anni, uno un po' le donne, il genere femminile, dovrebbe conoscerlo.
Andrea e Bianca sul carrello verso il sole del socialismo
Un pianeta, quello femminile, che ogni giorno ha la capacità di meravigliarci per le sue delicatezze, per la sua forza, per il suo coraggio, per la sua bellezza.Ma ci colpisce, nel vero senso della parola!, anche per la sua follia e per l'incostanza.
E tutto questo sta bene, cioè nulla di nuovo sotto il sole.
Ma ogni volta rimango stupito dell'imprevedibilità, dall'originalità, dalla dissonanza completa dallo status quo. Sono sempre stato affascinato da chi si stacca dal gruppo, da chi esce dal coro, dai rivoluzionari veri e non presunti. Le donne sono, per definizione, rivoluzionarie.
Ho sempre cercato nella mia vita di costruirmi un'esistenza "mia", con il minimo di compromessi possibili, cercando di affrontare le mie contraddizioni nel modo più onesto possibile.
Le donne, a volte, nella loro onestà trasparente, hanno la capacità di essere e non essere, di vivere e di spegnersi, di tirare e di spingere, di mangiare e digiunare, di amare e di odiare, tutto in contemporanea.
È questo il loro vero multitasking. Fare tutto e il suo opposto, in diretta, senza alzare un sopracciglio.
E io amo le donne proprio per questa capacità decisiva, energica.
E mia figlia, prossima donna dai capelli rossi che spaccherà il mondo, è una delle degne rappresentanti di questo genere.
Per questo, aldilà del sangue, la amo sopra me stesso.