Bene, adesso ci si mettono anche i preti.
Premesso che, personalmente, ritengo che uccidere una donna non sia più grave che uccidere un uomo o un omosessuale perché sempre di esseri umani si tratta (come gravità farei solo eccezione per quelli più indifesi, come bambini, disabili o vecchi), non credo proprio che le donne provochino tanto gli uomini fino al punto di essere uccise per il solo fatto di portare in tavola piatti freddi o di trascurare la casa. Eh no, signor parroco…allora quante donne che lavorano dovrebbero essere in un certo senso “giustificate” se ammazzano il marito perché non le aiuta nelle faccende domestiche? Perché una donna (e fortunatamente questo non era il mio caso) dovrebbe sobbarcarsi il doppio lavoro dentro e fuori casa mentre certi mariti se ne stanno beatamente in poltrona o se ne escono con gli amici? Questa non è provocazione?
Non è che gli uomini sono improvvisamente impazziti, è che spesso, troppo spesso, le violenze casalinghe vengono sopportate, tollerate, nascoste fino al più tragico epilogo. Lo stesso dicasi dei vestiti succinti che spingerebbero gli uomini allo stupro. Mai sentito dire che una donna sia saltata addosso ad un uomo perché circolava a torso nudo ed in pantaloncini corti…
Mi meraviglio che un simile ragionamento venga fatto da un esponente della religione cristiana, accomunandolo quindi a certe fasce di islamici che ritengono lecito violentare una donna ritenendosi “provocati” dal suo vestiario.
Rispetto e dignità non sono questione di abiti…