Non bastano spiegazioni psicologiche da salotti televisivi davanti ad un caso di femminicidio. ‘Amore malato’, chi parla di ‘ossessione’, chi di ‘psicosi’ scomodando Jung. Concetti troppo complessi per una donna che vive accecata e vittima drogata di un partner che gioca il ruolo di aguzzino. Se un partner umilia, svilisce, arriva a dirti ‘t***a’, a scriverti in un messaggio ‘p*****a’, mai aspettare la seconda volta, mai aspettare di chiarire o discuterne quando, dopo essersi concesse, il sesso con lui abbassa la tensione. E’ perversione e si fa a due, ed è necessario smettere di partecipare ad un gioco troppo pericoloso, anche se ne sei drogata. Basta una sola volta, non due, per voltarsi ed estirpare un ‘amore’, denunciando, e sei sola, chiedendo aiuto. ‘Amori’ che come lo stramonio (erba del diavolo) crescono e si alimentano di odio.
(Riflessione su un caso di femminicidio)
Antonio Dessi’