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Fenice meets... Alexia Bianchini e Fiorella Rigoni

Creato il 16 gennaio 2012 da Lafenice
Buongiorno a tutti amici!
apriamo la settimana con un'intervista speciale: doppia! le ospiti di quest'oggi sono Alexia Bianchini e Fiorella Rigoni, autrici di "Minon" edito Ciesse!
Curiosi di scoprire come si scrive un libro a quattro mani? Leggete qua!

Fenice meets... Alexia Bianchini e Fiorella Rigoni

la cover


 
1 Iniziamo con una domanda che è molto cara al Diario: Perché scrivete?
Fiorella: Scrivere per me è una cosa naturale, molto più del parlare. È un bisogno fisico, perché molto spesso ho la testa piena di pensieri e per liberarmi li metto su carta.
Alexia: Scrivo perché mi piace. Mille storie si annidano nel mio cervello da quando ero piccola. Metterle su carta è l’unico modo che ho per condividerle.
2 Come nasce Minon? Da dove avete tratto ispirazione?
Fiorella: Minon è nata per gioco. Noi due ci siamo conosciute su facebook e facevamo parte degli stessi gruppi in un si parlava di libri, in uno dei tanti gruppi un giorno Alexia ha postato una frase (l’inizio di Minon) e io ho postato sotto il continuo e siamo andate avanti così per un paio di giorni, poi ci siamo sentite telefonicamente e ci siamo dette: perché non provare a farne un libro? E così è stato.
Alexia: Ringrazio FaceBook, perché non avrei potuto conoscere Fiorella e condividere con lei la passione per il fantasy e per la scrittura. Minon è nata per caso, per gioco. Appena ci siamo rese conto che stava davvero prendendo forma ci siamo messe a lavorare sul serio, impegnandoci per dar vita a un romanzo.
3 Una particolarità molto interessante del vostro libro è che è scritto a quattro mani. Pensando a quanto è difficile per un solo autore mettere nero su bianco una storia convincente, sapere che in due avete lavorato su Minon mi riempie di ammirazione (i miei complimenti, quindi!). Ma cosa significa, nella pratica, scrivere un libro a quattro mani? Quali sono le difficoltà principali che avete riscontrato (se ce ne sono state)?
Fiorella: Minon è stato scritto su facebook, Alexia ha creato un gruppo segreto e lì noi scrivevamo. Se lei metteva un post, normalmente composto da 2 o più frasi, io rispondevo sotto. Ci sentivamo spesso al telefono per confrontare le nostre idee e poi le tramutavamo in storia. Non è stato difficile buttare giù il libro, il difficile poi è stato correggerlo e metterlo a posto.
Alexia: Per scrivere a quattro mani ci deve essere equilibrio e rispetto fra gli autori. Nessuno deve prevaricare, nessuno si deve sentire trascinato dagli eventi. Io e Fiore abbiamo scritto un paragrafo a testa. Io seguivo lei, lei seguiva me. Ogni tanto ci consultavamo, per dare forma alla struttura. Da metà libro in poi abbiamo dovuto sentirci ogni giorno, ormai Minon necessitava di attenzione costante. Alla fine, arrivati all’ultima pagina è iniziata la vera fatica: sistemare il testo!

Fenice meets... Alexia Bianchini e Fiorella Rigoni

le autrici

4 Come definireste il vostro modo di scrivere?
Fiorella: diretto, veloce e dinamico. 
Alexia: dinamico, d’azione. Abbiamo una scrittura simile, e questa è stata una fortuna. Ci ammiriamo a vicenda e ci capiamo al volo!
5 Esiste un autore che ha giocato un ruolo fondamentale nella vostra formazione? Se sì, quale?
Fiorella: io leggo di tutto, dai gialli agli storici, dai testi scientifici al fantasy. Non ho un autore preferito, me ne piacciono tanti. Non credo di essermi mai ispirata a nessuno in particolare.
Alexia: adoro leggere di tutto, non solo fantasy. Non ho un autore a cui ispirarmi, né riguardo ai contenuti né per lo stile. Minon infatti è diverso da ogni altro fantasy modaiolo.
6 Cosa significa essere uno scrittore al giorno d'oggi, in un paese in cui, per tutta una serie di svariati motivi, si legge poco come l'Italia?
Fiorella: beh è una cosa abbastanza improponibile, molto difficile soprattutto perché la grande editoria snobba gli autori italiani e pure i lettori, la maggior parte pensa che gli scrittori italiani non siano in grado di fare delle grandi storie, ma si sbagliano.Purtroppo va avanti solo chi ha un nome famoso e non si guarda a quelli che sono i contenuti e questo non è un bene per la cultura in generale. Senza contare tutte quelle case editrici a pagamento che sono nate e che pubblicano di tutto a spese di chi, pur di vedere il proprio nome stampato su un libro, è disposto a pagare un sacco di soldi.
Alexia: Non si scrive per vedere quante persone ti leggono. Ne bastano pochi per giudicarti. Inoltre chi legge fantasy divora molti libri, quindi è ferrato in materia. Purtroppo in Italia siamo ancora vincolati a certi generi, anche cinematograficamente parlando. Da notare quanto materiale viene prodotto all’estero e quanto poco qui da noi. Potremmo esportare, se solo gli editori dessero credito agli italiani. Per fortuna ci sono realtà come la CIESSE che ci credono, ma molte case editrici rifiutano persino di visionare materiale nostrano. Un vero peccato!
7 C'è un consiglio che vorreste dare a chi sogni di diventare scrittore?
Fiorella: leggere, leggere e ancora leggere. Leggere di tutto perché è leggendo che si stimola la fantasia. E poi scrivere, scrivere e ancora scrivere, perché è continuando a scrivere che affini il tuo talento.
Alexia: umiltà prima di tutto, perseveranza, pazienza e impegno. Leggere e fare ricerche. Scrivere e lasciar decantare il proprio lavoro per settimane prima di rileggerlo. Un consiglio: non partite con una saga, o perlomeno scrivete il primo, ma poi non partite subito con il seguito, date vita a un nuovo prodotto, non è detto che il secondo progetto non possa avere più successo del primo! NON PUBBLICARE A PAGAMENTO!
8 Cosa vi spinge ad andare avanti malgrado le normali difficoltà?
Fiorella: ovviamente il bisogno di scrivere, di raccontare. Per me scrivere è come una droga: non saprei come fare a smettere.
Alexia: Non potrei smettere, è parte di me!

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