Benvenuti a tutti amici ed amiche!le ospiti del Diario di quest'oggi sono Ilenia Provenzi e Francesca Loiacono, autrici de "La discesa dei luminosi" edito GiuntiY! Curiosi di scoprire qualcosa su di loro e sul mondo dei luminosi? leggete un pò...!
la cover del libro
Anzitutto bentrovate ragazze e benvenute sul diario: è un piacere avervi qui! Vorrei iniziare quest'intervista con una domanda molto cara al Diario: ma voi perché scrivete?ILENIA: Io scrivo per creare il mondo che vorrei. La penna è la mia bacchetta magica, con la quale posso trasformare la realtà che spesso mi delude e mi rattrista in un universo parallelo dove rifugiarmi e sognare. Scrivo per immaginare altre dimensioni, per costruire nuove storie e soprattutto per emozionarmi, perché quando vivo con i miei personaggi finisco per provare i loro stessi sentimenti…FRANCESCA: Scrivo perché non posso farne a meno! Quando fin da piccola capisci che la realtà non ti basta e che anche la lettura più soddisfacente ti lascia un senso di vuoto incolmabile, quando ti accorgi che hai qualcosa da dire al mondo e che sei innamorata dei tuoi personaggi fino a sognarteli di notte... allora devi scrivere. Qualunque cosa accada, qualsiasi sia il destino delle tue fantasie devi seguire la tua vocazione, o te ne pentirai.Rimanendo sempre in tema di scrittura, arriva la seconda domanda: Ilenia, come definiresti il modo di scrivere di Francesca? E tu Francesca quello di Ilenia?ILENIA: Francesca scrive “di getto”, in modo istintivo. È come se lasciasse scorrere i sentimenti come un fiume in piena, senza frenarli. Le piace descrivere ciò che provano i suoi personaggi, anche in modo estremo, e ha una grande sensibilità per la poesia.FRANCESCA: Ilenia ama i misteri ed è una persona molto acuta, purista dell’ideale ed eccezionalmente discreta. Il suo modo di scrivere è fantasioso ma sempre molto oggettivo, delicato e arguto allo stesso tempo. Ilenia non ama mettere in mostra le emozioni dei suoi personaggi, preferisce lasciarle intuire, giocando col sottotesto e solleticando la fantasia del lettore.C'è un autore che ha giocato un ruolo fondamentale nella vostra formazione? Se sì, quale?ILENIA: Ce ne sono tanti, ma sono debitrice a uno scrittore in particolare che mi ha incantato da ragazzina… Michael Ende, l’autore de “La storia infinita”. Da lui ho imparato a costruire e a intrecciare le trame avventurose, liberando la fantasia. FRANCESCA: Per quanto riguarda la mia formazione fantasy, due sono stati i miei grandi maestri: Tracy e Hickman con la loro trilogia dei draghi mi hanno fatta innamorare del genere, tanto che a vent’anni ho provato a scrivere il mio primo libro fantasy (tentativo miseramente fallito, non v’illudete!). Cosa significa scrivere un libro a quattro mani? Se non avessi saputo prima che quella dei luminosi era una storia scritta da due autrici, avrei creduto che fosse frutto di un'unica mente. Non si avvertono fratture né voci parallele…ILENIA: In realtà, quando abbiamo deciso di scrivere insieme ci siamo subito accorte che l’unico modo per lavorare in sintonia era quello di alternare le nostre due voci. Così ciascuna di noi ha creato il suo personaggio con la rispettiva linea narrativa, seguendola fino alla fine. L’uniformità deriva da un lavoro di lettura incrociata, durante il quale cercavamo di smussare le differenze e di rendere omogeneo lo stile. E poi è merito dell’editing.FRANCESCA: Scrivere a quattro mani significa soprattutto trovare un accordo e Ilenia ed io ci siamo sempre capite al volo. Nonostante le reciproche differenze, abbiamo sempre rispettato l’una le idee dell’altra, senza mai prevaricarci. Forse anche per questo il lettore non si accorge delle differenze dei due stili: il confronto tra noi è stato assiduo e continuo, quotidiano. Però chi ci conosce davvero ha capito chi ha scritto un capitolo, chi l’altro.
le autrici
Prima di passare a “La discesa dei luminosi” vorrei farvi una domanda sul caro genere YA: cosa pensate delle ultime uscite di questo filone? È ancora terreno fertile o, talvolta, tende alla ripetitività del già scritto?ILENIA: Io leggo soprattutto romanzi YA urban fantasy e ho l’impressione che gli autori del genere ultimamente non facciano che replicare lo stesso schema variando pochi elementi (angeli invece che lupi o vampiri, reincarnazione, guerre tra clan), senza andare in profondità e senza “sentire” davvero i personaggi. Credo che il filone si stia esaurendo e che sia necessario cercare nuove storie, anche sperimentando altre strade.FRANCESCA: A essere sincera, comincio ad essere un po’ stanca dei tanti epigoni di “Twilight” che popolano gli scaffali delle librerie. È vero che un appassionato del genere tende a cercare storie analoghe a quelle che l’hanno fatto innamorare, ma forse è giunta l’ora di osare. Anche per questo Ilenia ed io ci siamo buttate in quest’avventura, sentivamo il bisogno di leggere una storia diversa e ci siamo dette: perché non la scriviamo noi? Passiamo ora al vostro romanzo, “La discesa dei luminosi”. Il contesto latente (calendario maya, apocalisse e tutte le possibili incertezze derivanti da un'ipotetica fine del mondo) è molto conosciuto ai giorni nostri, grazie a programmi televisivi (Giacobbo Docet) e film Hollywoodiani. Quella dei luminosi però, è una rilettura del mito maya fondamentalmente innovativa ed anche affascinante, grazie a questa nuova dimensione “cielo/terra”. Quello che mi chiedo è: com'è nato il mondo dei luminosi? Qual è stata la scintilla che ha dato vita all'intera storia?ILENIA: I Luminosi sono nati da una riflessione sulla mitologia antica. Mi ha sempre colpito il modo in cui gli uomini hanno visto gli dèi nel corso dei secoli, umanizzandoli, attribuendo loro difetti e sentimenti del tutto umani. Io e Francesca abbiamo cercato un denominatore comune tra le divinità dei vari popoli e abbiamo ipotizzato un mondo che riunisse i miti, collegandoli al nostro presente e al 2012… Aurora, appunto.FRANCESCA: Credo che il mondo dei Luminosi sia nato da due scintille, la passione per il passato e la curiosità per il futuro. Grazie alla prima ci siamo immerse nello studio della mitologia e dell’archeologia, scoprendo quanto ricca di spunti fosse la cultura Maya e riscoprendo gli archetipi del mito greco. Spinte invece dalla curiosità (e forse anche da una certa dose di paura!), abbiamo deciso di ipotizzare il futuro. E siccome nessuno conosce ciò che verrà (a parte i Maya) abbiamo potuto spaziare liberamente. Così sono nati i Luminosi e il mondo di Aurora, che tanto amiamo.La città che prevalentemente ospita le vicende da voi raccontate è la splendida Venezia: perché questa scelta? C'è un legame profondo e simbolico che lega la città a voi e a questa storia?ILENIA: Per il romanzo volevamo un luogo che rappresentasse insieme la perfezione artistica e l’imperfezione umana, una città legata al passato e rassegnata al suo destino. La scelta è caduta su Venezia perché è una città meravigliosa e decadente, unica al mondo, che ho sempre associato al sentimento della nostalgia. La vedo così bella e indifesa, perché il mare potrebbe inghiottirla da un momento all’altro. FRANCESCA: Confesso che, da ragazza, ho molto amato “Morte a Venezia” di Thomas Mann e per carattere sono una persona malinconica. Venezia è il simbolo della decadenza, del fasto del passato che lotta contro le avversità del tempo per vincere la sua battaglia contro l’oblio. Inoltre Venezia era la metafora perfetta per far capire a degli esseri superiori come i Luminosi quanto sia fragile ed effimera l’esistenza umana. Passiamo ora ai personaggi. Tralasciando Jude e Viola, il personaggio che mi ha colpito di più è Danielle, da me soprannominata “Sorella da Incubo”. Come nasce questo personaggio? Dopotutto, oltre alla superficie da ragazza capricciosa si nasconde molto di più…ILENIA: Danielle è la prova che le emozioni sono un’arma a doppio taglio per gli esseri umani. Passa dal paradiso all’inferno, dall’infatuazione all’odio, con l’intensità di chi si lascia dominare dai sentimenti senza reprimerli. È un personaggio affascinante perché è ingenua, aperta, fiduciosa come una bambina, ma si scontra con la realtà che non è quella dei romanzi che ama leggere… e ne rimane profondamente scottata. A chi non è successo, nell’adolescenza, di sentirsi come lei?FRANCESCA: Confesso di amare molto Danielle e di essermi spesso immedesimata in lei. È un personaggio di luci e di ombre, di curve e di spigoli. Volevamo far sì che i due fratelli Byron, il razionale Jude e la capricciosa Danielle, rappresentassero una sorta di Nemesi l’uno per l’altro. E infatti sono molto diversi tra loro e hanno due archi di trasformazione opposti: dal male al bene Jude, e dal bene al male la dispettosa Danielle...Ultima domanda: quali sono i tre libri che non possono mancare nella vostra libreria?ILENIA: “Il Signore degli Anelli” di Tolkien, “Orgoglio e Pregiudizio” di Jane Austen e “Siddharta” di Hermann Hesse.FRANCESCA: Ok, ci provo: “Dedalus” di James Joyce, “Ragione e sentimento” di Jane Austen, “La coscienza di Zeno” di Italo Svevo. Ma sei sicura che ne vuoi sapere solo tre?