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Un anno di Guerrilla Marketing: 2007
Voi direte: "ma per chi mi hai preso, lo so già cos'è!" - oppure- "ma cosa centra la guerriglia col marketing?"
Se la risposta è la prima cambiate pure sito, se invece è la seconda provate a leggere i principi fondamentali del manifesto di Jay Conrad Levinson (1984), rielaborati in questi 5 punti chiave da GuerrigliaMarketing.it, oppure saltateli a piè pari ed andate in fondo all'articolo che ve lo spiego io.
Fottere il mercato per entrarci:
1. Guerriglia Marketing è un insieme di tecniche di comunicazione non convenzionale che consente di ottenere il massimo della visibilità con il minimo degli investimenti.
2. Guerriglia Marketing concorre allo sviluppo delle strategie di mercato attraverso la messa in scena di pseudo-eventi concepiti in integrazione all'immagine dell'azienda.
3. Guerriglia Marketing sfrutta il bisogno di novità dei mezzi comunicazione e la permeabilità dei suoi meccanismi per promuovere idee, marchi o prodotti.
4. Guerriglia Marketing programma e inocula nel sistema media virus memetici in grado di autoreplicarsi nelle menti dei consumatori.
5. Guerriglia Marketing è un processo di dissipazione della fiducia che il consumatore ancora ripone nell'economia nel suo complesso a vantaggio del successo di una singola impresa: la tua.
Fatte queste dovute precisazioni, resta da capire la connessione tra società e marketing ed in cosa consiste il nuovo marketing non convenzionale a cui possiamo far risalire queste nuove tecniche di guerrilla.
Col mutamento del panorama sociale, tecnologico, organizzativo e comunicativo degli ultimi 20/30 anni , il consumo -non solo come acquisto ma come azione e rielaborazione di prodotto e significato- è passato dall'essere una pratica orientata prevalentemente alla soddisfazione di bisogni ed al mantenimento del sistema economico, all'essere parte della rielaborazione e definizione del sè.
Questa attività quotidiana ha oggi assunto una rinnovata importanza, in quanto il soggetto che consuma diventa produttore diretto ed indiretto di conoscenza e comunicazione per le imprese (e per le istituzioni).
Il consumatore non è più solamente una mera statistica, una "terra di conquista" per il mercato, ma un vero customizzatore di significati che adatta il prodotto alla propia personalità e lo relaziona con gli altri. E' un consumatore produttivo -spesso inconsapevole- che può permettersi di contestare il sistema e premiare determinati comportamenti delle aziende, diventando un interlocutore prezioso per il mondo economico e politico, con una rinnovata competenza tecnica e sociale.
E' proprio prendendo coscienza del mutamento tecnologico e socio-economico che il marketing assume una nuova veste: si frammenta in una marea di nuove opportunità comunicative, diventa postmoderno o non convenzionale.
Nascono un'insieme di tecniche che superano le aspettative di Philip Kotler, affiancando il direct marketing della previsione e dell'analisi statistica per dialogare col consumatore assumendo una nuova dimensione fluida, in una miscela più o meno coesa di marketing mix e viralizzazione 2.0. Un approccio polivalente indirizzato a più soggetti e più canali, piattaforme comunicative multiformi in rete e non, attraverso tecniche "viral", "buzz" e "social", "ambient","street", di advertising e affiliazione ad un'impresa, un servizio o un messaggio, creando siti interattivi, comunità, esperienze, pagine facebook, blog, agevolazioni, discussioni, eventi, sostenendo cause sociali (Cause Related Marketing). Questo marketing non scalza totalemte il precedente ma lo affianca e lo rinvigorisce, modificando i target di mercato, delineando nuove tecniche e nuove figure professionali e non; attraverso l'incentivazione della collaborazione gratuita del prosumer, cioè il soggetto/utente in quanto fruitore e produttore di feedback.
Il guerrilla marketing è un utilizzo creativo di mezzi e strumenti agressivi per comunicare qualcosa; fa parte di questo "nuovo" marketing non convenzionale ma si distingue per la rapidità e la programmazione degli attacchi, la provocazione, la creatività artistica e comunicativa, la riappropriazione dello spazio urbano, mediatico e sociale. Inizialmente, per Levinson, queste pratiche dovevano essere "a basso budget" e attuate da piccole imprese ed organizzazioni per promuovere un piccolo brand, magari una causa sociale o politica. Oggigiorno questa tecnica ha fatto breccia anche nelle grandi aziende diventando più strutturata; utilizzata come campagna pubblicitaria complementare a quelle tradizionali, in grado di aumentare in modo differente la visibilità, sottolineando particolari valori della marca.
Il guerrilla mrk però non è solamente adottato per scopi pubblicitari, ma come fonte di controcomunicazione e controcultura da soggetti privati ed agenzie comunicative, un cultural jamming (sabotaggio culturale) verso istituzioni ed aziende, che mira a contestare l'invasività dei messaggi pubblicitari veicolati dai mass media negli spazi sociali e nella costruzione dell'immaginario della mente umana.
Queste pratiche sono spesso connaturate da una natura folkloristica, specializzate nel provocare stupore ed interesse, incrementando il passaparola, la diffusione delle tecniche guerrilla, creando riflessione attorno alla tematica sollevata. Utilizzano la natura dello strumento pubblicitario per minarlo dall'interno, contribuendo alla ridefinizione del sistema comunicativo ed artistico contemporaneo.
In Italia, l'esempio emblematico di questo fenomeno è il progetto Luther Blisset. Luther Blissett è un nome multiplo, ovvero uno pseudonimo collettivo utilizzato da un numero imprecisato di performer, artisti, riviste underground, operatori della controinfomazione in rete e collettivi di squatter americani ed europei negli 80 e 90. L'attività di Luther Blissett in Italia prende il via a Bologna attorno al 1995 e si caratterizza su svariati fronti (editoriale, mediatico, politico, contro-culturale), in particolar modo si distinguono per la realizzazione di una serie di beffe ordite a danno dei mass media per sottolineare la radicale critica al diritto d'autore e alla proprietà intellettuale. Proprio alcuni membri del Luther Blissett Project hanno dato vita a Roma a guerrigliamarketing.it, (altri al progetto del collettivo Wu Ming) la prima organizzazione italiana che ha tentato, con successo, di applicare audaci sistemi di marketing al business, come nel caso della bufala mediatica degli UFO davanti all'Aquafun di Riccione nell'estate 2001, rivelatasi poi una campagna commissionata dallo stesso Comune. Anche il mondo del non profit ha fatto uso della guerriglia mediatica. Un caso vistoso è rappresentato dall'iniziativa dell'associazione ambientalista Terra!, che ha collocato maschere antigas e cartelli stradali alle 150 statue storiche di Roma per protestare contro le emissioni di CO2 e i gas serra (L'azione è stata poi replicata a Genova e Padova). Emblematiche e coraggiose le campagne di protesta ambientale, sociale e politica promosse da Greenpeace, come potete osservare nella foto quì sopra. Esempio più recente la campagna "Sveglia Italia" di Wired -supportata da illustri personaggi della cultura come Stefano Rodotà- che si appropria simbolicamente di una piazza pubblica di Milano, mettendo una targa ed un'antenna wi-fi, per diffondere il messaggio della banda larga per tutti, in modo provocatorio ma più che mai realistico, portando alla luce la necessità di annettere in diritto di accedere ad Internet nella Costituzione. Video "Piazza Wired":
Se l'articolo vi ha incuriosito e volete saperne di più:
guerrigliamarketing.it
bloguerrilla.it (IlCacciatore)
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