Magazine Informazione regionale

Fermare il declino, boom nei sondaggi. Ecco come Giannino & co. vogliono tagliare la spesa pubblica

Creato il 14 dicembre 2012 da Bernardrieux @pierrebarilli1
Fermare il declino, boom nei sondaggi. Ecco come Giannino & co. vogliono tagliare la spesa pubblica Fermare il declino è nato lo scorso luglio con la pubblicazione di un manifesto in dieci punti su sei quotidiani italiani. E a cinque mesi dalla sua nascita il movimento è già accreditato del 5% nei sondaggi. Mannheimer gli attribuisce addirittura un potenziale elettorale dell’8%. Nelle prossime settimane sarà molto interessante osservare gli eventuali abboccamenti tra Fid e la corrente renziana del Pd, dal momento che Luigi Zingales ha ufficialmente chiesto a Matteo Renzi di appoggiare Fid. Intanto, sul sito del movimento è apparso un documento che contiene quattro proposte per ridurre la spesa pubblica italiana. Gli economisti di Fid pensano di lasciare invariate le spese per lavoro dipendente fino al 2015, tagliare ulteriormente la spesa per consumi intermedi, moderare la crescita della spesa pensionistica e mantenere i livelli di spesa previsti dal governo per le altre prestazioni sociali. Lo scorso 8 dicembre Fermare il declino ha annunciato ufficialmente che parteciperà con una sua lista alle elezioni politiche del prossimo anno. Oscar Giannino, fondatore del movimento, ha spiegato che guiderà una lista che non stringerà “alleanza con partiti politici esistenti, con nuove liste rappresentate da vecchi leader e con la classe dirigente responsabile del declino del paese”. E ieri sul sito di Fermare il declino è apparso un documento contenente le proposte del movimento per ridurre la spesa pubblica italiana.
“Le spese per redditi da lavoro dipendente – si legge sul sito di Fid – rimangono invariate rispetto alle previsioni governative nel 2013 e nel 2014. Nel 2015 vengono ridotte dell’1% rispetto al 2014, principalmente mediante un taglio dei contributi sociali (un taglio delle aliquote di 1,5 punti entro il 2015, da inquadrare in una manovra generale di riduzione del cuneo fiscale, dovrebbe essere sufficiente a raggiungere lo scopo”. “La spesa per i consumi intermedi è già prevista in forte calo nel 2013 – recita la seconda proposta – proponiamo di tagliare ulteriormente tale spesa per un miliardo nel 2013 e di continuare poi la riduzione nel 2014 e 2015, tagliando tale spesa del 3,7% annuo”. “Per la spesa pensionistica – e questa è la terza proposta – proponiamo di moderare la crescita all’1,9% annuo, contro una crescita media prevista dal governo di circa 2,6% annuo. Tale moderazione dovrebbe essere effettuata principalmente limitando i tassi di crescita delle pensioni attualmente erogate. Questo si può fare garantendo al tempo stesso il valore reale netto delle pensioni basse e medie (quelle, grosso modo, che pagano fino a 2.500 euro mensili) grazie al taglio dell’Irpef”. Infine, “perle altre prestazioni sociali manteniamo la spesa prevista dal governo senza effettuare alcun intervento addizionale. Questo è un settore in cui la spesa va cambiata e riqualificata per giungere a uno schema universale di assicurazione contro le disoccupazione, ma se si intende raggiungere questo obiettivo non c’è spazio per tagli alla spesa aggregata; infine, la spesa in contro capitale viene ridotta, rispetto alle previsioni governative, di 10 miliardi di euro a regime. Tale riduzione si può ottenere in buona misura mettendo in atto le raccomandazioni del rapporto Giavazzi relative al taglio dei trasferimenti alle imprese, e risulta più che compensata dall’abolizione dell’IRAP”. Le proposte di Fermare il declino per ridurre la spesa pubblica italiana seguono il manifesto in dieci punti pubblicato su sei quotidiani italiani (Il Fatto quotidiano, Il Mattino, Il Foglio, Il Sole 24 ore, Il Gazzettino e Il Messaggero) lo scorso luglio. Manifesto che segnò la nascita ufficiale del movimento fondato da Oscar Giannino e altri economisti. Tra questi, ci sono Michele Boldrin, Andrea Moro, Sandro Brusco, Luigi Zingales, Carlo Stagnaro e Alessandro De Nicola. Da un punto di vista elettorale, c’è grande incertezza sul risultato che potrebbe ottenere Fid. L’Ispo di Renato Mannheimer gli attribuisce il 5% e un potenziale elettorale dell’8%. Anche l’ultimo sondaggio Spincon accredita Fid del 5,5% dei voti. Molto interessanti sono le connessioni tra il movimento di Giannino e la corrente renziana del Pd. Nei giorni scorsi, infatti Luigi Zingales, che aveva sostenuto Matteo Renzi in occasione delle primarie del Partito demcratico, ha chiesto al sindaco di Firenze di appoggiare Fermare il declino. http://feeds.feedburner.com/BlogFidentino-CronacheMarziane

Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :