Fermare il Declino. Giannino alla disperata ricerca di un’alleanza con Monti e Montezemolo

Creato il 02 gennaio 2013 da Iljester

Sappiamo che Giannino si è fatto il suo partitino. In Italia ormai è diventato uno sport nazionale farsi il proprio personale movimento politico. Chi non ce l’ha? Dopo l’Iphone, la TV di ultima generazione, Facebook e un bel Suv, il partitino è uno accessorio che non deve assolutamente mancare alle persone di un certo charme.

Naturalmente corredato di programma liberista, perché il liberismo da noi fa molto chic, quando si tratta di impiattarlo in un argomento da salotto, o se vogliamo da talkshow, salvo poi rinnegarlo una volta che si arriva alle poltrone pesanti. Allora vuoi per questioni di real politik, vuoi per questioni di tiramenti alla giacchetta, al politico “liberista” viene l’amnesia. Liberismo? Cosa è? Forse è qualcosa che si mangia alla buvette?

Iniziative

Per carità, probabilmente Oscar Giannino avrà tutte le buone intenzioni di questo mondo, ma obiettivamente Fermare il Declino può avere solo una utilità (peraltro marginale): favorire Monti e il centrosinistra. Come? Semplicemente distraendo i voti di quei moderati confusi, che pensano che il nuovo lo si debba per forza cercare nell’ovvio. Il che è comprensibile, ma non auspicabile. FID (o se vogliamo “Fare”) non ha né la forza né gli strumenti per andare oltre percentuali a una cifra, anche perché ossessivamente il giornalista cerca l’approvazione e l’alleanza montiana e montezemoliana.

Ed è su questo punto che mi soffermo. Come è mai possibile che un micropartito che si prefigge di elevarsi a movimento politico liberale e fuori dal sistema della casta politica poi cerchi l’alleanza con il tecnocrate Monti e l’armata brancaleonesca democristiana che sta mettendo in piedi? Come è possibile che Oscar Giannino, liberista convinto (almeno a parole), cerchi l’approvazione, il consenso e magari pure l’alleanza di Monti, il quale proprio qualche giorno fa ha detto di non essere un moderato ma un progressista?

Se ci facciamo due conticini, e se il trend elettorale è quello che è, Monti o stravince e diventa il nuovo presidente del Consiglio (eventualità assai improbabile), oppure non vince e farà da stampella al PD (eventualità più probabile). In questo contesto Giannino mi spieghi quale dovrebbe essere il suo ruolo, vista l’ansia di cercare un’intesa con Monti e Montezemolo. Magari per finire a fare da stampella alla stampella?

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Un po’ troppo poco per le ambizioni del giornalista economista. Il quale magari forse dovrebbe cercare un’intesa e un’alleanza con quel popolo e quei movimenti che in un modo o nell’altro (forse pure incespicando) sono in maggiore sintonia con il programma liberista di FID, per cultura e vocazione. E questo popolo e questi movimenti certamente non si trovano né fra i sostenitori democristiani dell’Agenda Monti, né ancor meno fra le truppe cattocomuniste del PD. L’alternativa – come ho detto – è finire a fare da stampella della stampella. Peggio: Giannino rischia di ritrovarsi le truppe eventualmente “vittoriose”, sguarnite appena approda in parlamento. Perché il montismo in un certo senso ha il suo fascino. Il fascino “mortale” della tecnocrazia.

Fonte: Liberoquotidiano


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