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Flagello universale negli anni Novanta, tanto da portare a un netto cambiamento di abitudini di vita e da porre fine all'allegra libertà sessuale figlia del '68, da quando la medicina è riuscita, se non a guarirlo, a tenerlo a bada, l'AIDS continua ad essere una delle prime cause di morte in Africa, con tutta una serie di conseguenze nefaste in paesi dove lo stato sociale nessuno sa cosa sia mentre è bellamente ignorato dalla maggior parte dei giovani, italiani in particolare
Visto che ormai non si può ignorare il web, la campagna CESVI 2013 è associata all'hashtag #sononatolibero, proprio per sottolineare come oggi, grazie a prevenzione e farmaci, sia possibile impedire il contagio da mamma a bambino.
L'obbiettivo della campagna è da un lato sostenere la lotta al virus nei paesi più colpiti, dall'altro sensibilizzare i giovani italiani sull'importanza della prevenzione.Come possiamo partecipare? Innanzitutto possiamo donare 2 euro con un sms al 45503, poi possiamo pubblicare e condividere notizie sull'argomento utilizzando #sononatolibero: troverete tutti i messaggi e le condivisioni social pubblicate con questo hashtag dal 1° al 21 dicembre, insieme a video e materiale informativo, sul sito http://sononatolibero.cesvi.org.
Inoltre, nei negozi OVS e PRENATAL il 7, 8, 14, 15, 19, 20, 21, 22, 23, 24 dicembre, molti volontari parteciperanno al progetto "Impacchetta un sogno", incartando gli acquisti in cambio di una piccola donazione a favore del Cesvi.
Per chi vuole saperne di più:
Secondo una recentissima indagine Doxa-Cesvi1 giovane su 3, in Italia, non considera l’AIDS un problema reale e 1 su 5 è a rischio perché non ne ha mai sentito parlare. Solo il 35% dei ragazzi e ragazze in Italia, nonostante sappiano perfettamente che la via di trasmissione principale è quella sessuale, usa abitualmente il preservativo nelle proprie relazioni e solo il 29% dichiara di aver fatto il test dell’HIV.
In Italia, nel 2012, si sono registrati 3800 nuovi casi di persone infette, facendo salire il numero di sieropositivi a 140 mila. Secondo gli ultimi dati UNAIDS 2013, con 1700 vittime all’anno è nel nostro Paese che, a livello europeo, si muore di più a causa dell’AIDS.
Nel mondo più di 35 milioni di persone vivono con l’HIV e va all’Africa Sub Sahariana il triste primato di Paese più colpito dall’AIDS con 1 adulto su 20 sieropositivo. Grazie a politiche locali e al supporto di organismi come Cesvi, l’accesso alle cure è notevolmente migliorato; dal 2009 al 2012 il numero di nuove infezioni tra i bambini è diminuito del 40% grazie a servizi di informazione e distribuzione dei farmaci antiretrovirali per prevenire la trasmissione madre-figlio del virus. Tanto è stato fatto, ma è necessario continuare in questa direzione con le attività di prevenzione dell’HIV dirette alle donne incinte, garantire la cura con i farmaci antiretrovirali, potenziare l’informazione e combattere la povertà.
Photo credits: Roger Lo Guarro
Cesvi è un’organizzazione umanitaria italiana laica e indipendente fondata a Bergamo nel 1985 e con 71 sedi estere. Opera, a livello comunitario, in tutti i continenti con progetti di lotta alla povertà e iniziative di sviluppo sostenibile, che fanno leva sulle risorse e sulla moltiplicazione delle risorse locali. Nell’ultimo anno Cesvi ha aiutato 3 milioni di persone, avvalendosi di uno staff formato per l’88% di persone del posto. In Italia è impegnata in progetti di sensibilizzazione e integrazione ed è stata la prima associazione premiata con l’Oscar di Bilancio per la sua trasparenza nel 2000 e di nuovo nel 2011. www.Cesvi.org