[Articolo pubblicato sulla Webzine Sul Romanzo n. 5/2012 Intellettuali e Potere]
Fernando Pessoa e il fascismo italiano. Vogliamo parlarne?
Pessoa non ha mai analizzato in modo ampio e approfondito il fascismo. Tuttavia, ha lasciato una quantità di brevi testi sul fascismo e vari altri in cui affronta en passant temi come il fascismo e Mussolini. Ho riunito in un volume tutti questi testi sparsi, scritti fra il 1923 e il 1935. L’ho fatto soprattutto perché Pessoa è stato considerato, da vari storici portoghesi e stranieri, un pensatore reazionario, un “prefascista”, un “ammiratore di Mussolini”... Ebbene, tali valutazioni del suo pensiero politico mi sono sempre sembrate totalmente abusive e false. Queste opinioni provengono generalmente da autori che ignoravano le migliaia di pagine inedite dell’archivio Pessoa. Ma neanche la parte della sua opera già nota li autorizzava a esprimere tali giudizi. Pessoa non ha mai scritto un’unica parola di elogio al fascismo, dinanzi al quale è sempre stato molto critico, sdegnoso e perfino sarcastico. Mi riferisco al fascismo in generale e, in particolare, a quello italiano, non al “fascismo portoghese”, se così vogliamo chiamare il regime di Salazar. Pessoa morì nel 1935, nella fase iniziale dello Estado Novo (fase della dittatura che inizia con la Costituzione del 1933, ndr), epoca in cui, a eccezione della stampa clandestina comunista, erano molto pochi coloro che consideravano fascista la dittatura di Salazar.
Inoltre, nel Portogallo di allora, erano rari quelli che si dichiaravano espressamente fascisti, sebbene ci fossero parecchi ammiratori di Mussolini e del suo Regime. Per quanto il dittatore portoghese ammirasse Mussolini, e persino Hitler, il suo conservatorismo tradizionalista e il suo cattolicesimo segnavano un’evidente distanza dal fascismo italiano e dal nazismo. Il cattolicesimo del dittatore portoghese era, del resto, uno degli aspetti che Pessoa più detestava: «Purtroppo, lui è sopra ogni altra cosa cattolico».
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