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Però anche chi in vacanza non ci va, in occasione del Ferragosto se la fa, la sua bella gita fuoriporta. E quello che propongo è, in versione corretta e un po' arricchita, il fedele compagno delle scampagnate che i miei sanniti compiono il giorno dell'Ascensione a seconda dei casi presso il santuario, il fiume, il lago o qualunque bel loco ci sia dai pizzi del loro paesello.
Gli ingredienti non sono di facilissima reperibilità, ma nulla vieta di arrangiarsi con ciò che passa il proprio fornaio o ortolano: il risultato sarà comunque ricco di soddisfazione e ne offrirà ben più di quella che darebbe il solito, mestissimo panino. Ma bando alle ciance e mettiamoci ai fornelli.
Ingredienti (per ciascun commensale, da moltiplicare in proporzione):
due triangoli di scanata (trattasi di tipica focaccia sannita di foggia rotonda con buco al centro, formato ruota di camion e soffice come una nuvola; se non ne disponete, andrà bene della comune focaccia, della pizza alta o un panino del tipo ciabatta o ciriola)
due belle fette spesse di caciocavallo (possibilmente del caseificio La Fonte Nuova di Casacalenda, più volte premiato per il miglior formaggio d'Italia in svariati concorsi; in alternativa, accontentatevi del comune caciocavallo, purché non piccante e non troppo stagionato)
cinque o sei friarielle (non sono gli omonimi broccoli campani, ma i tipici peperoncini verdi dolci, detti nell'Urbe friggitelli)
un po' d'olio
uno spicchietto d'aglio
Preparazione:
passate i friarielle sotto l'acqua corrente lavandoli per benino, apriteli nel senso della lunghezza e privateli di picciolo e semini. Fatto ciò, metteteli a stufare in padella con l'olio e lo spicchio d'aglio pelato e schiacciato. Non appena si ammorbidiscono alzate la fiamma e fateli friggere per un po', in modo che si coloriscano, quindi spegnete il fuoco e con l'aiuto di forchetta e cucchiaio provvedete in primis a bagnare ben bene di sughetto i triangoli di scanata che avrete provveduto ad aprire a metà (apritele stile bocca di coccodrillo, è fondamentale che il lato posteriore resti ben integro), in secundis a farcire con i peperoncini.
Lassciate insaporire qualche minuto e nel frattempo provvedete a scaldare il forno a 200° (lo so, fa caldo: ma ne vale la pena) e a togliere dalle fette di caciocavallo la buccia se presente.
Mettete quindi una fetta di cacio in ciascun triangolo adagiandola sui friarielle, ponete quindi i triangoli così farciti in una bella pirofila di alluminio (andrà benissimo anche del tipo usa e getta, se usate una comune teglia foderatela prima di carta da forno) e mettete il tutto dentro il forno per il tempo sufficiente a far fondere il formaggio e a rendere la crosta della scanata deliziosamente croccante.
Usando l'accortezza di incartare ciascun panino prima in carta da forno e poi nell'alluminio, la scanata e il suo contenuto si manterranno fragranti fino a destinazione, purchè la meta della gita ferragostana non sia il Salento avendo quale punto di partenza Agrate Brianza.
Una volta giunti in loco assettatevi sull'erba, scartocciate il vostro panino, e ditemi se al primo morso non ammetterete che sì, la preparazione sarà pure più complessa di quella del solito paninazzo con il salame, ma perbacco se ne vale la pena. Detto primo morso vi spiegherà pure perchè per ogni commensale io suggerisca porzione doppia: impossibile accontentarsi di una sola.
Mentre mangiate serenamente, appuntatevi pure la ricettella per la prossima volta che farete la cena con i soliti ospiti esigenti e avidi di pietanze rustiche che fanno tanto chic: vi basterà ridurre il formato dei panini per servire un bell'antipasto con poca fatica e molto successo.
Ma per intanto, con buona pace degli ospiti esigenti, godetevi il vostro relax sull'erba: voi e chi vi è caro sapete quanto ve lo meritate.
Buon Ferragosto a tutti.
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