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Ferrigni F.L.C. – Firenze, La Messa di mezzanotte

Da Paolorossi

Firenze - La piazza di San Lorenzo - immagine tratta da  “Firenze e la Toscana” di Eugenio Müntz, Fratelli Treves Editori, 1899 Firenze – La piazza di San Lorenzo – immagine tratta da “Firenze e la Toscana” di Eugenio Müntz, Fratelli Treves Editori, 1899

La chiesa di San Lorenzo. Tutti i ceri sono accesi sugli altari. Tutte le cappelle sono illuminate dalle lampade. Le campane suonano a doppio da un quarto d’ora. I fedeli cominciano a venire alla messa. Dalle tre porte della facciata entra il contingente di Via de’ Ginori e di Via de’ Martelli: signorine accompagnate dalla mamma, commessi di banco, scritturali di negozio, giovani di studio, crestaine e cucitrici di bianco in pelottoni di quattro o cinque che si tengono a braccetto. Dal corridoio di Via de’ Nelli s’ introduce la folla de’ Camaldoli, sigaraie, pantalonaie, cenciaiuoli, macellai, venditori ambulanti, beceri e ciane a gruppi di dieci dodici per volta. Starnuti, colpi di tosse, struscìo di piedi, cigolìo d’arpioni alle porte laterali, rumore di seggiole e di panche fregate sul pavimento. Nonne che non parlano. Borsaiuoli che non si vedono.

Teresina (entrando dalla porta di mezzo e parlando all’Enrichetta). Noi si piglia dalla parte del chiostro e ce ne andiamo sotto il pulpito.

La mamma. Bambine, non cominciamo veh ! Camminate piano e statemi cucite alla gonnella, se no, mezzo giro e marcia a casa: ve lo dico avanti.

Enrichetta. E lei, zia, non ci faccia disperare… e dica piano… che se si fa sentire, Dio sa per chi ci pigliano.

Gigi (impastranato dietro a un pilastro vedendo le ragazze che entrano). Son loro ! (colpo di tosse.) Ehm !…

Teresina (riconoscendo l’infreddatura). Ecco Gigi. (Tosse.) Ehm !…

Enrichetta. E è solo ! L’avevo detto io che Arturo non veniva ? Se ha tanta faccia di capitarmi tra’ piedi domani, glie la do io la messa di mezzanotte !

Teresina. Aspetta, non ti scalmanare. La messa non è anco incominciata….

La mamma (mettendosi a sedere, e tirando fuori la corona). Deus in adiutorium meum intende…

La sora Bita (piano, a un’ altra vecchia che le sta accanto, seguitando un discorso). Sicché, appena sposati, dice che Gianni scoprì l’altarino, la prese per un braccio, e la scaraventò fuori di casa a ruzzoloni per le scale…

La sora Gegia. Guardi lei, che scandalo ! Si figuri tutti i casigliani !…

La sora Bita. Eh ! se lo può immaginare !… tanto più che in que’ cinque piani c’ è pieno di ragazze… vede bene… Anch’ io ci ho 1′ Annina…

La sora Gegia. E che la fa ora, l’ Annina ?…

La sora Bita. Sempre alla Pergola, la prima delle seconde. E sì che creda, in coscienza, la balla come un angiolo ! Ma quando c’è il timor di Dio, e senza protezioni, non si fa fortuna nel corpo di ballo ! Or ora la verrà qui a trovarmi… l’ ho mandata a dar le bone feste alla moglie del lumaio…

La sora Gegia. A quest’ora ?

La sora Bita. Ehi quando si può !… Ma non c’è pericolo, sa… le strade le conosce e la darebbe quindici a un postino per le scorciatoie.

Teresina (a Grigi). Tirati più in là, dietro alla colonna, che mamma ti vede…

Gigi. No, sta’ tranquilla… c’è l’ombra del pulpito.

Teresina. Ti dico che tu ti tiri più in là.

La mamma. E benedidtis frudus…. che cosa biasci, Teresina, che non ti cheti mai ?…. ventris tu’ Jesu…

Teresina. Eh ! dicevo all’ Enrichetta…

Bobi (entrando da Via de’ Nelli con un crocchio di compagni). Quattro e settantacinque s’ è speso alla Campana… maledett’ un ciuco… uno e quindici al caffè, e dieci di mancia, ci resta quattro franchi come quattro accidenti che ti piglino nel core… Icchè t’ ha’ paura, che li voglia mettere alla cassa di risparmio ?

Meo (leggermente avvinazzato). Di’ o Bobi… non t’appoggiare a quella colonna… e’ tentenna…

Nanni. Il cervello ti tentenna, briaco fradicio !

Meo. Quanto c’è rimasto in cassa ?

Bobi. Quattro franchi giusti.

Meo. Ohe… e’ s’ hanno a finire !… So no faccio baracca quant’ è vero…

Lo Scaccino (passando). La dica piano, giurammio, e porti rispetto alla chiesa…

Nanni. Icchè vi gira a voi, mangiamoccoli ?… Levatevi quattro passi da’ contorni delle scarpe… non siamo della cura no’ altri !…

Lo Scaccino (si allontana brontolando). Io l’ho col Governo che ce li tiene, questi scappati dalle Murate…

Caterina. Nanni, per l’ amor di Dio, non ti compromettere, tirati in qua…

Nanni. Sie… leviamoci dall’occasione… Ci si rincantuccia qui dietro il confessionale ?…

Caterina. No… lì no, e’ è troppo buio…

Nanni. O che hai da infilare le margheritine ?…

Caterina. No… non voglio perdere la Betta.

Nanni. Tira via che non si perde… e se mai, si fa mettere sulle cantonate…

Caterina. Betta… vieni qui accanto a me.

Betta. Fammi posto… lo vedi come si sta pigiati ? Dica, oh, lei, con quell’aria di Gesummio, tenga le mani a casa…

Un signore. Io ? Mi facevo il segno della croce…

Betta. O dove lo va a cercare lo Spirito Santo ? Ohi !…

Caterina. Che è stato, Betta ?

Betta. No, ecco, co’ pizzicotti non c’ è sugo !

Meo (sempre più brillo). Sugo ?… Chi ha detto sugo ? Cacio e burro, vuol essere, per i cannelloni… e vino… perchè un libero pensatore se ne infischia di tutte le scimmiate.

Bobi. Chi è che spinge di dietro, o figliacci !… Se ne vedo uno gli appiccico un ceffone che il pilastro glie ne rende due !…

Caterina. Dunque, Nanni, ti fermi sì o no ? Qui si finisce sotto il pulpito…

Teresina (a Gigi). Allunga la mano… to’… lo leggerai a casa… è la risposta al bigliettino di ieri.

Nanni (accorgendosi del passaggio del biglietto). Ohe, ragazzi… passa la posta… franca a domicilio…

Teresina (spaventata). Vergine santissima, siamo scoperti !

Gigi (a Nanni). Fatevi in là, galantuomo, non vedete che c’ è delle signore ?…

Nanni. To’… o che hanno pagato il posto distinto le signore ? La non pensi, caro lei, faccio le viste di non vedere, io… se ci ha qualche altro dispaccio…

La mamma. Teresina !… A chi dice quel becero ?

Nanni. Becero ?… Senta, oh !… porti rispetto sa, vecchia rimbambita, se no si vede un bel mondo, glie l’assicuro io ! Farebbe meglio a badare alla su’ figliuola… che la non maneggi tanto la penna.

Betta (forte, ridendo). Che ce l’abbia messo il francobollo ?…

Caterina (come sopra). Che l’avrà sigillata la busta ?…

La sora Bita. Che baccano ! È una vera vergogna ! Io mi leverei di qui, se non fosse per aspettare l’Annina…

La sora Gegia. Mi par che tardi, quella figliuola… Si vede che la moglie del lumaio…

La sora Bita. Oh ! è tanto chiacchierona, Dio la benedica… quand’ha attaccato il lucignolo…

La sora Gegia. Senta, questa volta il lucignolo gli ha esser lungo quel po’…

Meo (ubriaco affatto, a un chierico che passa). Sor abate… mi porti un pan gravido e una mezzetta da venti.

Teresina. Mamma, andiamo via… qui ci va a seguire qualcosa… (piano a Gigi). Addio a domani.

Betta (canterellando). Addio, mia bella, addio…

Annina (arrivando tutta scalmanata accanto alla sora Bita). Oh ! t’ ho trovato, è un’ ora che giro. La moglie del lumaio ti fa tanti saluti…

La sora Bita. Di’… o bambina… tu se’ venuta diritta in chiesa, eh ?… Non hai fatti gangheri per la strada ?

Annina. Gangheri ?… To’… senti; puzzo sempre di moccolaia.

Bobi. Attenti, vo’ altri… si dà principio…

Nanni. Caterina, si dà principio…

Caterina. Chetati, tormento… comincia la messa.

Meo. La messa d’un libero pensatore…

Betta. Fermi, oh !… fermi… non pigiate… accidenti !…

Il prete (all’ altare). Introibo ad altare Dei…

( Ferrigni P.C., Su e giù per Firenze, 1881 )


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