Ferrovie, ecco che succede quando gli enti locali vogliono essere ascoltati. L’esempio di Chiasso

Creato il 07 gennaio 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

L’esempio bisogna andarlo a cercare in Svizzera, nemmeno lontano. Basta leggere un articolo del Corriere del Ticino e scoprire che Chiasso fa chiasso, addirittura maltratta Berna. La cittadina di confine è ben consapevole della propria posizione strategica, la stazione ferroviaria offre un colpo d’occhio che parla di giustificati sogni di gloria: e il Comune vuole un terminal. Sarebbe un vantaggio anche per i lombardi delle province interessate: la ristrutturazione della Lugano-Milano non può procedere a passo di tartaruga o lumaca. Anche le linee per Bergamo e Como meritano, secondo Chiasso, di essere modernizzate in tempi più veloci. Insistenza anche per potenziare il traffico merci.

La stazione merci di Chiasso

La politica dei trasporti fra due nazioni può anche non essere molto considerata: in un periodo come questo i governi pensano a provvedimenti che diano risultati economici immediati. Queste opere infrastrutturali darebbero invece un beneficio costante e stabile su un lungo periodo.

Se invece da Chiasso i cittadini cercano di aver notizie sul tipo di rapporti fra la bassa lombarda, per esempio Cremona, e il capoluogo di Regione Milano… faremo la solita figura: vittime dello strapotere di una Milano sorda e cieca al grido d’aiuto dei pendolari, per non parlare d’altro. Segue l’articolo del Corriere.

Trasporti, Chiasso fa la voce grossa

La cittadina di confine scrive a Berna: “Zona cuscinetto? Noi non ci stiamo”

CHIASSO – Lunedì mattina il Comune di Chiasso ha spedito un memorandum all’Ufficio federale dei Trasporti: in sintesi, la cittadina di confine vuole contare di più nel futuro dei trasporti interni e internazionali e fa la voce grossa per ribadire alcuni convincimenti su come questo debba accadere. Le prese di posizione contenute nella lunga nota di cinque pagine firmata dal sindaco Moreno Colombo sono molteplici: il Comune dà innanzitutto la sua piena adesione al completamento delle strutture Alptransit, aggiungendo però che le tappe di  rinnovo della linea Lugano-Milano devono essere pianificate con un calendario ben più ravvicinato di quello stabilito. Così come la linea Como-Seregno-Monza-Milano, la Camerlata-Monza e la Seregno-Bergamo devono essere ammodernate quanto prima. Questo perché “Chiasso e il Ticino non possono essere considerati in una funzione di ripiego e zona cuscinetto”. La città – si legge nella nota – “non ha nessun interesse a giocare questa funzione assurda e nemmeno può acconsentire che si approfondiscano progetti per i quali mancano le premesse di accettabilità da parte della popolazione oltre che di sostenibilità economica e ambientale”. Il riferimento a un ”nuovo” eventuale terminal è piuttosto chiaro. Chiasso sottolinea poi, riferendosi alle tecnologie Modalohr e CargoBeamer del trasporto intermodale, che queste sono “ulteriori e diverse possibilità di gestire la mobilità delle merci, a condizione di correggere il vecchio sistema infrastrutturale”. Ben vengano. Ma tali osservazioni e suggerimenti di natura tecnica tendono a ribadire, più in grande, come per il Comune il tema dei trasporti sia innanzitutto ”di politica transfrontaliera e geopolitica dei trasporti” e che proprio questo macro-quadro pone quesiti che “vanno ben al di là dello specifico obiettivo di adattare il profilo della linea ferroviaria ai quattro metri di altezza dei carri multimodali adeguati a un traffico moderno”. In altre – e ben più definitive parole - “l’autorità locale vuole ridiventare soggetto partecipante ad una pianificazione a più livelli”.


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