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fertilizzanti chimici

Creato il 18 marzo 2013 da Giardinaggio @Giardinaggionet

Fertilizzanti chimici


I fertilizzanti sono dei composti chimici o naturali usati per migliorare le proprietà del terreno e per nutrire le piante. Queste ultime, di solito, assorbono autonomamente le sostanze nutritive disciolte nel terreno, ma spesso, a causa della composizione del suolo e dell’effetto del dilavamento, queste sostanze si disperdono. Si rende, pertanto, necessaria la somministrazione manuale di fertilizzanti utili a migliorare le caratteristiche del suolo e a nutrire le piante. I fertilizzanti, chiamati anche concimi, possono avere un effetto migliorativo del suolo, ma anche ammendante o correttivo dello stesso. L’attività di miglioramento rende il terreno ricco di sostanze nutritive direttamente assorbibili dalle piante, mentre gli ammendanti e correttivi servono, rispettivamente, a ripristinare le proprietà del terreno perse in seguito al raccolto, o a correggere eventuali squilibri chimico-fisici, come il ph o altri parametri. Tutti questi effetti si possono ottenere sia con i fertilizzanti chimici che con quelli naturali o biologici. Nella sezione del nostro sito, dedicata ai concimi, abbiamo ampiamente parlato di diverse tipologie di concimi biologici, mentre ci siamo soffermati poco su quelli chimici. In questo articolo, per completezza di informazione, parleremo proprio dei fertilizzanti chimici.

Caratteristiche


fertilizzantichimici I fertilizzanti chimici sono dei composti che vengono prodotti tramite reazioni chimiche di laboratorio o procedimenti di lavorazione industriale. I concimi chimici possono essere semplici o complessi e contengono una miscela che si rifà ai macro e microelementi essenziali alla nutrizione del terreno o delle piante, ovvero azoto, fosforo, potassio, ferro, calcio, magnesio, rame, zinco, boro e manganese. I concimi semplici contengono soltanto una delle sostanze citate. In genere, i concimi semplici si usano durante la fase di crescita delle piante o per coprire eventuali fenomeni di carenza, mentre quelli complessi, cioè composti da una miscela di più sostanze, si usano nella concimazione periodica per garantire il corretto apporto di sostanze nutritive in tutta la fase di crescita e sviluppo della pianta. Azoto, fosforo e potassio sono indispensabili alla nutrizione delle piante, e vengono detti “macroelementi”, mentre ferro, calcio, magnesio, rame, zinco, boro e manganese sono detti “microelementi”, perché non indispensabili nella nutrizione vegetale. I microelementi sono, invece, importanti per il miglioramento delle proprietà del terreno e per il completamento di molte funzioni metaboliche della pianta, come la fotosintesi clorofilliana. Tutte le sostanze elencate sono contenute nei concimi chimici attraverso apposite formulazioni. L’azoto, ad esempio, si trova sotto forma di nitrato; mentre il fosforo, sotto forma di fosfato, e il potassio, sotto forma di solfato. I concimi chimici possono anche essere liquidi o in polvere. Entrambi sono solubili in acqua e si possono usare nella fertirrigazione o irrigazione fogliare. I concimi chimici possono anche essere in granuli a lenta cessione, in tal caso si interrano ai piedi della pianta.

Formulazioni commerciali


I concimi chimici riportano nella confezione la sigla chimica degli elementi che li compongono. Così, ad esempio, i concimi a base di azoto, fosforo e potassio avranno la sigla NPK, dalla lettere dei simboli chimici riferiti agli elementi che abbiamo appena citato. I fertilizzanti chimici a base di azoto si trovano spesso in forma di nitrato di calcio, di sodio e di solfato ammonico, mentre quelli a base di fosforo vengono commercializzati sotto forma di fosfato di calcio e fosfato di ammonio. I concimi potassici hanno, invece, la formula di solfato e nitrato di potassio. Il nitrato contiene anche una certa percentuale di azoto.

Vantaggi e svantaggi


Alla concimazione chimica è sempre preferibile quella naturale, per via delle conseguenze sulla salute dell’ambiente, dell’uomo e delle piante. La concimazione chimica presenta vantaggi e svantaggi. I primi sono legati alla facile reperibilità dei fertilizzanti e al loro costo accessibile, ma anche alla semplicità d’uso. I fertilizzanti chimici riportano nella confezione il corretto dosaggio e la tipologia di piante per cui sono adatti. Queste indicazioni evitano senz’altro gli errori di concimazione. Di contro, gli stessi fertilizzanti chimici presentano numerosi svantaggi, tra cui, il più importante, l’inquinamento ambientale e delle falde acquifere. Il rischio di inquinamento è legato all’uso dei nitrati, sostanze che penetrano in profondità nel suolo, ma che, per effetto del dilavamento, non sono facilmente e completamente assimilabili dalle piante. I nitrati sono dei concimi chimici ad assimilazione immediata. Generalmente vengono usati come correttivi dei terreni e in fase di pre-semina, cioè nella concimazione di fondo, che prepara il suolo ad ospitare i semi e la successiva radicazione vegetale. In agricoltura, l’uso indiscriminato dei nitrati ha causato il progressivo inquinamento delle falde idriche. Il controllo dei livelli di inquinamento e della percentuale di nitriti sulle colture viene affidato ad appositi organismi pubblici. I nitrati, in percentuale elevata sui vegetali destinati al consumo umano, sono dannosi. Alcune piante ornamentali, invece, o piante a fiore, traggono enormi benefici dalla concimazione chimica, specie tramite l’irrigazione fogliare. In genere, per concimare ottimamente le piante e il terreno, basta usare saggezza e parsimonia, scegliendo la concimazione organica per il suolo e per tutta la fase di esistenza delle colture e delle piante, e privilegiando, in piccole dosi, i fertilizzanti chimici per le specie ornamentali poco ricettive alla concimazione naturale.

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