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Festa del Sacrifico: una voce fuori dal coro.

Creato il 16 ottobre 2013 da Paolo

montoniBuone feste! L’Aïd Al Adha è arrivato con le sue gioie e i suoi dolori! Una festa deve essere normalmente una fonte di gioia, di piacere e di felicità, anche se l’ambiente che vi regna è sovente una sofferenza a diversi livelli. Le famiglie si ritrovano, solidarizzano, ci si scambiano regali e delizie culinarie della festività che non è che una festa del Sacrificio, il cui simbolo rimane la solidarietà. L’obiettivo iniziale era di carattere umanitario, la necessaria compassione verso i fratelli umani meno abbienti, come testimonianza della compassione che Dio accorda all’uomo. Ma nella realtà le cose si svolgono diversamente. Si assiste purtroppo ad una ruralizzazione delle città e delle metropoli marocchine dove tutti gli spazi si trasformano in luogo di vendita e acquisto di montoni. Nei quartieri, nelle strade e nei vicoli, nei garages, si improvvisano mercati che hanno come conseguenza disagi sulla vita delle persone e sull’ambiente. Ovunque si passi, agglomerati di spazzatura si ammassano formando montagne di sporcizia che danno del filo da torcere ai servizi di nettezza urbana di tutta la città che sono già mal gestiti durante tutto l’anno. È l’apoteosi dell’anarchia. Nessuna organizzazione, sia nelle operazioni di vendita e acquisto, ne sul piano dell’immolazione rituale. Una vera catastrofe sul piano ecologico e sanitario prima e dopo il giorno della festa. L’igiene nelle città, che lascia già a desiderare, prende una piega tragica. E se festeggiassimo nella pulizia,nell’ordine e in sicurezza igienico-sanitaria? Questo è possibile con una buona organizzazione e alcune precauzioni ecologiche che non contraddicono la religione. Un esempio ci è dato dai diversi paesi sviluppati dove vivono un forte numero di musulmani; qui esistono dei mattatoi specializzati aggregati alle autorità. L’abbattimento si può svolgere nei mattatoi e le carni consegnate a domicilio ai cittadini. Queste iniziative sono state prese  anche se certe abitudini hanno la pelle dura. Per far si che questa festività abbia un vero senso. Perchè non sia sinonimo di sporcizia, di rifiuti e altre ordure sulla pelle di tutti. Perchè le strade e le infrastrutture nelle nostre città non siano più pericolose per la nostra salute,  perchè l’ambiente non conosca più le gravi conseguenze che derivano da questa usanza e perchè si protegga la salute del consumatore. Ma per fare questo è necessario il contributo e la partecipazione di tutti. Serve una presa di coscienza collettiva del pericolo che rappresenta questo tipo di inquinamento occassionale sulla salute dei cittadini e sull’ambiente urbano.

Kamal Mountassir per Libération Maroc

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