Anche quest’anno “l’appuntamento” si rinnova: probabilmente la maggior parte di voi non conosce l’origine ed il significato della festa della Candelora, che si tiene ogni anno il 2 febbraio presso il Santuario di Montevergine, nei pressi di Avellino. Il nome incuriosisce molto, di cosa si tratta?
La celebrazione viene organizzata dalla la comunità lgbt della regione Campania e dalla comunità religiosa, per onorare la dea Cibele, attraverso la cosiddetta processione dei femminielli (omosessuali). Quali sono le sue origini?
Grazie ad Irpinia News, possiamo ricostruirne brevemente la storia, le cui origini sono davvero molto antiche e remote. I Coribanti, i preti eunuchi di Cibele, la grande madre nera, simbolo femminile della natura, erano soliti recarsi nella zona dove oggi sorge il Santuario in tempi davvero remoti, ovvero molti secoli prima di Cristo, per recarsi al tempio della madre nera. I sacerdoti offrivano in dono alla dea il loro sesso evirandosi… Così acquisivano anche una nuova e propria identità. Gli abiti che indossavano erano molto colorati e vistosi così come il make up.
Passeggiavano per le strade sotto lo sguardo stranito della comunità cittadina, che gridavano dentro di sé allo scandalo, in quanto erano molto spinti e disinibiti nel manifestare la loro inclinazione sessuale. Un giorno, per fortuna due omosessuali furono letteralmente salvati dalla morte: furono legati ad un albero sulla montagna per le loro provocazioni. Fu così che ebbe inizio la grande devozione alla Madonna di Montevergine: quell’episodio fu interpretato da molti come un vero e proprio miracolo.
Tutto ciò ci rimanda inevitabilmente all’attuale Gay Pride, che ha sicuramente delle analogie con quest’antica “usanza”. Passa il tempo, passano gli anni ma certe cose rimangono tali nel corso del tempo. Ognuno ha sicuramente il diritto di manifestare apertamente, nel rispetto della libertà altrui, la propria identità sessuale, anche se le contraddizioni della Chiesa a riguardo non sono poche e da tralasciare.