Pubblico il discorso di Antonio Agazzi in occasione del 25 aprile. Discorso inascoltato a causa delle contestazioni in corso.
E’ un vero piacere, per me, condividere, con Voi tutti, un momento di Festa che costituisce preziosa occasione – a 68 anni dalla Liberazione nazionale – per rimeditare i valori che informano di se’ la Legge fondamentale e fondativa del nostro Stato: la Costituzione della Repubblica Italiana, approvata dall’Assemblea Costituente il 22 Dicembre 1947 ed entrata in vigore 01 Gennaio 1948. Si può ben dire che il 25 Aprile sia un po’ la Festa della nostra Costituzione; una Costituzione e una Democrazia – quelle italiane – che affondano le proprie radici, innegabilmente, nella Resistenza. Non celebreremmo, infatti, la Liberazione dal nazifascismo se i Partigiani – supportati dagli Alleati – non fossero entrati vittoriosi nelle principali città italiane, ponendo fine a un tragico periodo di lutti, di rovine e di soprusi, sofferti in nome di un’utopia e di un desiderio di potenza insensato e irrealizzabile. E’ ben vero – come sosteneva uno dei nostri padri costituenti, Giuseppe Dossetti – che la Costituzione Italiana e’ stata assolutamente ispirata da un grande fatto globale: i sei anni della Seconda Guerra Mondiale, appena lasciati alle spalle. Nel 1946 – cito Dossetti – certi eventi di proporzioni immani erano ancora troppo presenti nella coscienza esperienziale per non vincere, almeno in sensibile misura, sulle concezioni di parte e le ideologie contrapposte che alimentavano di se’ i partiti appena rinati e per non spingere, in qualche modo, tutti a cercare, in fondo, al di la’ di ogni interesse e strategia particolare, un consenso comune, moderato ed equo.
Come avrebbero potuto i Costituenti non avere ancora nella mente, nel cuore e negli occhi le decine di milioni di morti prodotte dal secondo conflitto mondiale?
Ha, certamente, ragione, quindi, Dossetti a evidenziare come la nostra Costituzione, più che essere originata dal confronto-scontro di tre ideologie datate, porti l’impronta di uno spirito universale e, in un certo modo, trans-temporale.
Ciò, tuttavia, nulla toglie a quello che potremmo definire un rovesciamento delle categorie che caratterizzarono il Fascismo operato, in tutta evidenza, dai Costituenti; i quali hanno assunto l’eguaglianza e l’universalità dei diritti dell’uomo come fondamento dell’Ordinamento e hanno concepito una struttura istituzionale fondata sulla divisione, distribuzione e diffusione massima dei poteri, proprio in quanto memori della concezione totalitaria espressa dal Fascismo, ripristinando le autonomie individuali e sociali che lo stesso aveva aggredito.
Insomma, la Costituzione e’, certamente, anche frutto dell’esigenza storica di voltare pagina rispetto a una precedente e buia fase.
E, infatti, tutt’altro che casualmente, la Sua cifra – come sottolineava Giorgio La Pira – e’ rappresentata dalla tensione al pieno sviluppo della persona umana e dall’affermazione dei diritti individuali e sociali, ma anche di quelli delle comunità intermedie, dalla famiglia alla comunità internazionale.
Ma fu proprio lo spirito universale – richiamato da Dossetti – ad agevolare l’unificazione e la codificazione di comuni valori, da parte di culture e storie differenti: quella cattolico democratica e liberale, quella della sinistra italiana – di tradizione comunista e socialista – e quella laica.
Se, quindi, il 25 Aprile e’, ormai, la Festa della nostra Costituzione, non possiamo non riconoscere che e’, coerentemente, divenuto la Festa di tutto il popolo e di tutta la Nazione italiana.
Sono parole non mie ma del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che continua: Nessuna ricaduta in visioni ristrette e divisive del passato, dopo lo sforzo compiuto per superarle, e’ oggi ammissibile.
E’ una grande forza della Democrazia – cito sempre il Capo dello Stato – il promuovere occasioni di unita’ tra tutte le forze politiche e sociali che si riconoscono in fondamentali valori comuni, quelli sanciti nella prima parte della Costituzione Repubblicana.
E, allora, che il 25 Aprile ci aiuti a rimeditare e a vivere nel concreto e nel quotidiano i principi fondamentali – che io reputo intangibili – della nostra Carta Costituzionale e a ripensare all’Ordinamento della Repubblica – questo si suscettibile di qualche operazione di adeguamento e di riforma – solo che la Politica dimostri di esserne all’altezza, recuperando il terreno perduto in termini di spessore qualitativo, credibilità e sintonia con i bisogni del popolo cui la sovranità appartiene, sempre costituzionalmente. W la Costituzione, W l’Italia, Buon 25 Aprile a tutti.
Per il Presidente della Provincia di Cremona
Antonio Agazzi
P.S.: ne chiedo, se possibile, cortese pubblicazione, per provare ad arrivare, grazie alla cortesia degli organi d’informazione, a coloro che avrebbero voluto ascoltare i rappresentanti delle Istituzioni democratiche, ma ne sono stati impediti da contestatori a prescindere.
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