ROMA - Anche quest'anno si è celebrato il 67mo anniversario della proclamazione della Repubblica Italiana. Una festa "sobria", senza sprechi, come aveva chiesto il Capo dello Stato Giorgio Napolitano, per via della crisi economica. Quindi anche questo 2 giugno niente Frecce Tricolori e sfarzi delle forze militari.
Napolitano ha dato il via ufficiale alla celebrazione dall'Altare della Patria, dove assieme al presidente del Senato Pietro Grasso, la Presidente della Camera Laura Boldrini, il premier Enrico Letta, il ministro della Difesa Mario Mauro, il Capo stato maggiore della difesa Luigi Pinelli Mantelli, il Capo della Marina Militare Giuseppe de Giorgi, Il Capo dell'Aeronautica Pasquale Preziosa, il Capo di Stato Maggiore dell'Esercito Claudio Graziano, il generale dei Carabinieri Leonardo Gallitelli ha deposto la corona di alloro sulla tomba del Milite ignoto. Era presente anche il capo della polizia Alessandro Pansa alla sua prima uscita ufficiale.
Poi ha preso il via la sfilata a via dei Fori Imperiali aperta, come sempre, dalla banda dei carabinieri che si articola in sette settori: quello delle bandiere e degli stendardi delle nazioni amiche e alleate e degli organismi internazionali; il settore dell'Esercito, quelli della Marina, dell'Aeronautica, dell'Arma dei Carabinieri; il settore dei Corpi militari e ausiliari dello Stato (Gdf, Cri, Smom); quello dei Corpi armati e non dello Stato (Forestale, polizia di Stato, Polizia penitenziaria, Vigili del fuoco, Volontari del soccorso, Servizio civile nazionale, Polizia municipale). Gli onori iniziali vengono fatti dall'Arma. Il primo settore, dei Coi, è aperto dal comandante I. La banda dell'esercito cadenza la sfilata in prossimità della tribuna presidenziale.
Il messaggio di Napolitano
«In un contesto mondiale globalizzato, segnato da mutamenti profondi, da grandi progressi e insieme da nuove minacce nonchè dal permanere di antiche tensioni, le missioni di stabilizzazione intraprese dalle organizzazioni internazionali di cui l'Italia è parte attiva costituiscono un contributo essenziale alla causa della pace, del progresso sociale e della collaborazione fra i popoli». Lo afferma il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli.
Nel celebrare il 67mo anniversario della Repubblica, aggiunge il presidente della Repubblica, «rivolgo il mio pensiero deferente alla memoria dei militari italiani che in ogni tempo e luogo hanno perso la vita al servizio della Patria: ieri, nel lungo e travagliato percorso che ha reso l'Italia una nazione libera e democratica; oggi, in paesi attraversati da conflitti e devastazioni, in aiuto a popolazioni sofferenti che nella presenza delle Forze armate italiane trovano motivo di speranza e di fiducia». «Il prestigio dell'Italia nel consesso delle nazioni - prosegue - dipende in misura rilevante dall'operato sul campo - al servizio della comunità internazionale - dei nostri militari, cui sono unanimemente riconosciuti professionalità, impegno, umanità. Alle grandi sfide emergenti le Forze armate italiane rispondono con concretezza e dinamismo, attraverso una radicale ed innovativa revisione dello strumento militare come quella di recente avviata, ispirata a criteri di qualificazione della spesa, razionalizzazione interforze e integrazione europea».
Quest'ultima, conclude, «può e deve concorrere all'auspicata unità politica del continente. Ai soldati, marinai, avieri, carabinieri e finanzieri, di ogni ordine e grado ed in modo speciale a quanti in questo giorno di festa sono impegnati nei teatri operativi, giungano la gratitudine del popolo italiano e un fervido augurio. Viva le Forze armate, viva la Repubblica, viva l'Italia!»
Il ministro Zanonato a Redipuglia, la guerra di oggi è quella del lavoro
«La guerra, se così si può definire, che siamo chiamati a combattere oggi è quella per il lavoro». Lo ha affermato stamani a Redipuglia (Gorizia), il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato, intervenendo alla cerimonia per le celebrazioni del 2 giugno. «Come ha ricordato il Capo dello Stato - ha detto Zanonato - c'è una vera e propria questione sociale, che va messa al centro delle istituzioni per fornire soluzioni tempestive ed efficaci alle pressanti istanze dei cittadini». Per il ministro «l'emergenza principale che intendiamo affrontare è quella dei 2,5 milioni di giovani italiani che si trovano senza lavoro o che, sfiduciati, hanno smesso di cercarlo senza essere nel contempo coinvolti in percorsi formativi».
Fonte: Dazebao