
Che fare allora? Rinunciare a parlare di queste feste e in tal modo sacrificare anche chi vive situazioni cosiddette normali, come suggerito da alcuni colleghi? Oppure affrontarli correndo il rischio, come suggerito da altri, cercando la mediazione e mettendo in conto di camminare su un terreno minato?
In mezzo a queste due scelte possibili ve n'è una terza, che probabilmente è perfino più in linea con il compito della scuola. E se è vero che non possiamo fare il consueto "lavoretto da portare a casa" o che dobbiamo comunque differenziare, perchè a casa un genitore che aspetta non c'è, possiamo far portare a casa le riflessioni, i dialoghi, le rassicurazioni che un bambino di scuola Primaria è in grado di accogliere sempre e comunque. Perchè di fronte al far finta di nulla, e in questo la scuola è spesso maestra ahinoi, c'è sempre una terza via che è quella di cogliere ogni occasione, comprese anche le feste del papà e della mamma, per aprirsi al dialogo, per rispondere, se non del tutto almeno in parte, alle domande dei bambini. E anche una poesia può essere occasione di riflessione per tutti, anche per i genitori che a volte perdendo di vista il bene primario del bambino lo espongono a lacerazioni e scelte inopportune, perchè, e ribadisco, un bambino se potesse scegliere vorrebbe entrambi i genitori vicino a sè.
Qualche anno fa, in una classe di bambini molto piccoli, in cui erano presenti figli di genitori separati di recente, si parlava, proprio in occasione della festa del papà, di bambini che fanno la spola tra un genitore e un altro. Non so come nacque l'argomento e non c'è mai altro motivo se non quello che sono proprio i bambini a sollecitarlo e a chiedere che se ne parli. Qualcuno chiese perché i genitori si separano. Io spiegai semplicemente che a volte l'amore tra il babbo e la mamma finisce. Rassicurai i bambini che prontamente obiettarono di non essere più voluti bene, comprendendo che la loro prima e principale preoccupazione è quella. A quel punto intervenne Paola, i cui genitori si erano divisi da soli pochi mesi, che disse "C'è stato un tempo in cui i miei genitori si sono voluti molto bene, lo so perché sopra l'armadio c'è un scatola, ci sono tutte le foto di quando erano felici e anch'io ero felice con loro. Ora tutto quello non esiste più. Non hanno trattato molto bene questa nostra felicità". Mi si colmarono gli occhi di lacrime, le ricacciai indietro con forza, cercando di portare la bimba, che coi suoi occhioni riandava alle immagini di gioia di un tempo, così fresche e vive nella sua memoria, a riflettere sul fatto che i genitori non si erano portati via il bene che le volevano, ma che a volte seppur in modo meno comprensibile, i genitori separati vogliono ancora più bene ai loro bambini.
Ecco credo che sia questo che a scuola possiamo cercare di far capire ai bambini quando le feste, ormai istituzionali, del papà e della mamma irrompono nella nostra routine didattica. E sono sempre prima di tutto un'occasione per aprire il cuore di tutti, per cercare di capire anche quando tutto sembra inspiegabile.© Crescere Creativamente consulta i Credits o contatta l'autrice.