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FEVER PITCH AND T-FLAGS (How to survive the FIFA World Cup)

Creato il 24 giugno 2010 da Msbunbury @bunburist
FEVER PITCH AND T-FLAGS (How to survive the FIFA World Cup) Here we are. Silence down the streets, now almost desert. From now on 90 minutes will pass this way. Here in the office, only females are at their desk. Men adduced meeting outside, children who need a visit to the doctor (have you ever heard about a man who offered himself to take the baby to the doc without having been asked before?????), the plumber at home and nobody that could open him the door, etc etc..
How all this is possible? It is more than possible! ‘Cause we’re in Italy and the soccer match (to whom may be more alien than me I’m talking about the Soccer
World Cup) it’s going to start.
“Homo sum. Et nihil humanum a me alienum puto”: nay, my dear Seneca, this time I’m not with you. I definitely prefer to be an alien, than a human being, talking about soccer fever. Every 4 years the same: all the town is a greenwhitered, people keep wearing those terrible blue-Italy T-shirts (I don’t know how else I could define that shade of blue, it doesn’t match to any other colour, but people keep wearing it with everything). Then I already hear in my mind the screams that will follow (or won’t it depends..), horn choruses down the streets…OK, OK. I think you get the point. --- Ci siamo. Silenzio di tomba. La città si zittisce per i prossimi 90 minuti. Qui in ufficio sopravvive solamente la popolazione femminile. Possibile? Possibile sì, siamo in Italia e sta per iniziare la partita (per chi fosse ancora più alieno di me, intendo la partita dei mondiali di calcio); non chiedetemi però con chi gioca, please. « Homo sum. Et nihil humanum a me alienum puto » : E invece no ! Mi tocca di dissociarmi dal buon Seneca, almeno per ciò che riguarda il calcio. Preferisco essere aliena, sperando che anche fra gli extraterrestri non si giochi un qualche torneo. Ogni quattro anni il tormentone si ripresenta: è tutto un verdebiancorosso ovunque, di magliette azzurro Italia (non so come altro definire questa tonalità di blu, un po’ troppo sfacciata per abbinarsi a qualsiasi altro colore, quasi importabile persino con dei pantaloncini, eppure tutti l’hanno addosso. Devo dire che la rappresentazione del tifoso medio italiano in uno dei film con protagonista Fantozzi, è uno spaccato perfetto di ciò che in questi minuti sta accadendo. E poi mi immagino il seguito, le urla (o il silenzio di tomba), i clacson, i gesti inconsulti (e in questo noi italiani siamo proprio dei primi della classe). OK. Avete capito come la penso.
FEVER PITCH AND T-FLAGS (How to survive the FIFA World Cup)Let’s try to find something positive about this World Cup…Uhm Uhm..YES! We colud rescue the Patrizia Pepe T-Flags collection!! Don’t you know it?
It is a T-Shirts collection released this month, with World flags glittered on a white basis; they’re not directly connected with the World Cup but, let me say, it is at least a good marketing campaign! ;-). I like the Japan T-shirt very much. At the Union Jack too.
This collection is not only nice, but also it makes good (we have already observed how fashion and charity are more and more cooperating, often developing great sinergies), since the selling contributes to finance together with Terre des Hommes the “Case del Sole” in Port au Prince, Haiti. These are structures created to take care and teach to children with no family, to preserve them from violence and exploitation.
You can find them also online at http://store.patriziapepe.com, € 85 each.

FEVER PITCH AND T-FLAGS (How to survive the FIFA World Cup) Cosa possiamo salvare di questo momento della storia d’Italia? Ecco se devo scegliere cosa salvare dei mondiali 2010, qualcosa ho trovato: salvo la collezione T-FLAGS di magliette che Patrizia Pepe ha ideato e messo in vendita in questo periodo; non sono direttamente collegate ai mondiali ma, ammettiamolo, nell’anno dei mondiali far uscire una collezione di magliette con le bandiere del mondo è per lo meno una buona mossa di marketing, che dite? Comunque sono belle. Bianche, con la bandiera abbozzata con degli strass a partire dalla spalla e che via via sfuma a metà petto. A me piace un sacco quella del Giappone.
Queste magliette non sono solo belle, ma fanno anche del bene (abbiamo già notato in passato come sempre più spesso moda e iniziative charity lavorassero in parallelo, creando spesso positive sinergie): Patrizia Pepe contribuisce al finanziamento del progetto in collaborazione con Terre des Hommes che garantirà la donazione di banchi di scuola e lettini per l’orfanotrofio nella Casa del Sole di Sacre Coeur ad Haiti, Port au Prince. L’obiettivo dell’iniziativa è l’adozione dell’intera Casa del Sole e delle sue attività a favore dell’infanzia. Le Case del Sole sono centri di accoglienza per l’infanzia, volti alla promozione del diritto allo studio, alla tutela della salute e alla protezione dei bambini dalla violenza e dallo sfruttamento.Trovate le magliette (taglia unica) anche allo store online http://shop.patriziapepe.com, costo €85 l'una.
FEVER PITCH AND T-FLAGS (How to survive the FIFA World Cup)

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