*lezione aperta di approfondimento su dieta e terapia oncologia giovedì 12 marzo ore 20.30
“I dati dimostrano oggi come il 37% dei tumori è legato all’alimentazione”.
Non importa quale tumore o quale organo sia colpito dalla malattia neoplastica. Ciò che mangiano o non mangiamo, in un determinato periodo di tempo, è strettamente correlato con l’evoluzione positiva della patologia tumorale, sia come causa della malattia che come possibilità di cura.
“E’ stato dimostrato che una regressione del cancro è possibile fino al 43% in chi aumenta il consumo giornaliero di fibre. Addirittura fino al 52% in chi si alimenta esclusivamente su base vegetale e integrale”.
Tra i principali protagonisti italiani di terapie oncologiche integrate, Bonucci ha infatti insistito molto sui dati scientifici oggi esistenti di una correlazione tra terapie classiche nella cura oncologica e sostanze o metodologie naturali, alimentazione in testa, che aiutano nel miglioramento dei risultati terapeutici.
“Chi sostiene che i dati scientifici non esistono non è informato- ha detto l’oncologo- Se non li cerchi i dati non ti cadono addosso. E oggi la ricerca si sta muovendo in modo significativo verso un percorso che vede nella integrazione di più metodologie, classiche e naturali, l’arma più efficace contro il cancro”.
Guai a dire che una pianta piuttosto che una pratica alimentare guarisce dal cancro, ha ribadito l’oncologo. Tuttavia non si possono negare i risultati clinici ottenuti da una collaborazione tra più conoscenze, siano esse naturali piuttosto che chimiche, nel percorso di cura di un paziente tumorale.
“Il 38% dei tumori alla mammella possono essere controllati attraverso una corretta alimentazione. Così come il 50% dei tumori al colon. Di fatto si può affermare scientificamente che si potrebbero prevenire almeno 1/3 dei tumori attraverso la dieta. Ma occorre conoscerla. E soprattutto, impostarla!”
“Non è vero che un paziente oncologico può mangiare di tutto o assumere di tutto. Occorre una conoscenza più approfondita dell’organismo, uno studio dettagliato del funzionamento enzimatico per studiare la metabolizzazione di un farmaco piuttosto che di un altro, l’osservazione del sistema immunitario in quel momento e la conoscenza delle sostanze naturali migliori per sostenerlo in quel preciso contesto. Non esistono semplici protocolli o mode mediatiche, bensì una pratica medica e una conoscenza dettagliata dei principi base di una corretta collaborazione tra i diversi strumenti che oggi abbiamo per combattere contro il cancro”.
Ecco dunque che un malato oncologico:
1. “non deve consumare carni rosse e carni bianche. Le proteine animali infatti hanno un più elevato indice glicemico rispetto alle proteine del regno vegetale e tutto ciò che innalza l’indice glicemico nel sangue, innalza l’insulina e quindi l’infiammazione dando uno stimolo di crescita al tumore.”
2. “non deve consumare latte o latticini. Intendiamoci: un cappuccino ogni tanto non uccide, ma non deve essere una regola. All’interno del latte vi sono infatti tanti fattori di crescita diretti o indiretti, a partire dal lattosio e dalla caseina, fino al fattore di crescita insulino simile come IGF-1. Se questi fattori vanno bene al bambino quando beve il latte della mamma e al vitello quando beve il latte della mucca, non vanno bene ad un paziente oncologico che non deve dare alimento e crescita al suo cancro”
3. “non deve consumare carboidrati raffinati. Uno studio pubblicato nel Journal of Cancer Epidemiology ha dimostrato come il consumo regolare di farine raffinate aumenta del 220% i casi di cancro al seno. Lo zucchero introdotto con i carboidrati raffinati non fa bene al nostro organismo e men che meno a chi già affetto da tumore, che di zucchero si nutre e cresce”.
4. “non deve consumare pesce di grossa taglia per la presenza di metalli pesanti”
5. “non deve consumare patate e banane per il loro alto indice glicemico e non deve mangiare melanzane e pomodori per il contenuto di solanine presenti”
6. “non deve consumare frutta durante la chemio perché acidifica (solo il limone con l’aggiunta di un po’ di bicarbonato può aiutare l’alcalinizzazione grazie alla presenza di limonene)
7. non deve consumare soia (non nelle neoplasie del tratto genitale-mammarie)
8. non deve bere acqua addizionata di CO2
Attenzione tuttavia al fai da te.
“Un paziente oncologico non deve, e ripeto, non deve mai seguire una dieta ipoproteica”. Ogni giorno il nostro corpo consuma circa il 2,5% delle cellule e ogni giorno il nostro organismo ha il compito di ricostruire il patrimonio cellulare attraverso un corretto introito proteico.
“Un paziente oncologico deve introdurre dallo 0,7 a 1 gr di proteine al giorno. Nell’impostare questa dieta quindi occorre essere seguiti. Troppo spesso ricevo pazienti che presi dal fai da te si sottopongono a diete restrittive a base di succhi o piccoli digiuni mal gestiti che peggiorano il quadro clinico generale. Tutti i frutti di bosco sono ottimi, così come lo sono le verdure e il prezzemolo ma attenzione: tutto deve essere correttamente bilanciato e proporzionato sul caso specifico e sulla persona in quel momento!”