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Fiction col morto

Creato il 28 marzo 2011 da Frankezze

Fiction col morto

Capiamoci: perché l’etere nazionale prolifera di cotante fiction dedicate alle forze dell’ordine?
Abbiamo Distretto di Polizia, Il Capitano, Ultimo, Ultimo la sfida, Ultimo l’infiltrato, RIS, La squadra, La nuova squadra, Ho sposato un Poliziotto, Carabinieri, Il maresciallo Rocca, Palermo-Milano solo andata, solo ritorno, solo rivincita e solo bella, La scorta, Sbirri, il Commissario Montalbano, il Commissario Coliandro, Gente di mare e chi più ne ha più ne metta: perché è risaputo, la fiction in divisa piace al pubblico.
Ma piace assai anche alle forze dell’ordine, perché “rafforza un’immagine positiva di chi è impegnato a garantire la sicurezza dei cittadini”.
I nobili valori del coraggio, del senso del dovere, della dedizione, la loro infinita disponibilità, la loro simpatica bonarietà e giacché ci siamo la tolleranza, la virilità e le gote rosse che tanto piacciono a mamme, zie e nonne.
Ma manca qualcosa.
Il quid che le consacri alla critica.
La locura di Occhi del Cuore.
Tutto sarebbe formalmente (e non solo) diverso se gli sceneggiatori si adoperassero per conferire una parvenza di realismo, di aderenza alla realtà, di verosimiglianza, chennesò magari commisurata con gli anni degli Spaccarotella e dei Placanica  (innocenti fino a prova contraria, anzi pure con la prova, sia chiaro).
Non vi pare?
Così il simpaticissimo Flavio Insinna potrebbe incontrare un giovane ragazzo sballato e pestarlo a sangue spezzandogli lo scroto o squarciandogli un testicolo.
O magari il carabiniere Andrea Roncato, in preda al panico durante dei tafferugli tra tifosi, potrebbe sparare e uccidere una comparsa.
Neorealismo televisivo.
Che ne dite?
Rendiamole più realistiche queste fiction.
Mettiamoci il poliziotto cattivo.
Mettiamoci Dino Abbrescia che da una camionetta spara e fredda un manifestante di 23 anni
Mettiamoci un celerino che carica un tifoso minorenne o  un manifestante dell’Aquila
Mettiamoci Raoul Bova che si dimentica di perquisire il covo di Totò Riina.
Diamo benzina al’audience.
Stuzzichiamo il pubblico assopito.  
Che poi tanto risultano comunque simpatici e bonaccioni e il gattino dall’albero ce lo tirano giù lo stesso. 
Non mi dite che vi sembrano idee troppo azzardate?
Troppo crude, ciniche, cruente?
Mannò dai, per così poco.
Non si era detto che la televisione era lo specchio del paese?


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