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Fidenza: Contrada San Bernardo e vicolo Arnaldo da Brescia

Creato il 23 febbraio 2013 da Ambrogio Ponzi @lucecolore

Fidenza: Contrada  San Bernardo e vicolo Arnaldo da Brescia

Contrada  San Bernardo, sul lato sinistro della strada vediamo
i resti del convento delle monache cistercensi


Inserita tra i "terragli a ponente" la contrada San Bernardo conduce dalla chiesa di San Pietro alla piazza del Duomo entrandovi, all'altezza di Palazzo Arzaghi, nel punto che permette di cogliere l'insieme della facciata della cattedrale. Deve il suo nome al convento San Bernardo ma dell'antica costruzione rimane solo un frammento. Oggi la strada è dedicata a Gherardo da Borgo San Donnino che, in precedenza, era localizzata in luogo diverso, precisamente dove oggi abbiamo Vicolo Bormioli. La toponomastica del quartiere ha avuto altre rettifiche nel dopoguerra.
L'origine del convento si colloca nel XIV secolo, alcune Monache Cistercensi si portarono in Borgo San Donnino nel 1309, aiutate dal capo popolo borghigiano Rolandino Scorza, trovandosi in una situazione di   pericolo nel loro convento sull’Arda. Il nuovo convento fu eretto nel 1315 e dedicato a San Bernardo. La chiesa fu terminata nel 1577 ed anch'essa dedicata a San Bernardo. Dopo la soppressione dell’Ordine per editto napoleonico il complesso viene ceduto alla famiglia Bormioli che nel 1809 lo destinò a vetreria.
Nel 1936 diventa parte dell’area del Seminario Vescovile e quindi nel dopoguerra diventa zona residenziale. Come abbiamo detto poco rimane dell'antico complesso delle Monache Cistercensi. 
All'altezza dei resti dell'antico convento si diparte Via Arnaldo da Brescia che poi piega ad angolo retto verso ed arriva sul lato sud della cattedrale. 
Oggi la vecchia contrada è una tranquilla zona residenziale che ha seguito l'invecchiamento anagrafico della popolazione residente. Le case, la cui pittoresca schiera si vede nella foto, non hanno subito danni dai bombardamenti aerei che invece hanno colpito pesantemente l'area dell'ex seminario vescovile poco distante. 

Fidenza: Contrada  San Bernardo e vicolo Arnaldo da Brescia

Contrada San Bernardo in un olio del 1947 del Pittore Ettore ponzi


Digressione storica
L'idea che ancora riesce a trasmetterci questa zona rimanda direttamente al medioevo sia per richiamo visivo sia per i riferimenti toponomastici che brevemente abbiamo citato.
Contemporanei furono San Bernardo e Arnaldo da Brescia, due personaggi che si trovarono avversari nel secolo XII e che giocarono un ruolo di primo piano nelle vicende politico-religiose europee. San Bernardo difese l'istituzione contro ogni forma scismatica e perseguitò in ogni modo Arnaldo che tale fu ritenuto.
Ignota è la data di nascita di Arnaldo e di lui non si ha un ritratto fisico, da alcuni fu reputato un lupo sotto le spoglie di un agnello, per altri un fustigatore dei costumi del clero. La sua vita fu una continua fuga inseguito dalle terribili accuse di san Bernardo: "Arnaldo la cui parola è miele, ma la dottrina veleno".  Predicò Arnaldo la separazione tra il potere temporale dello Stato da quello spirituale della Chiesa, lo fece con troppo anticipo e, quel che peggio per lui, andò fino in fondo nel predicare e nello spendersi per questo principio.
Fu a Roma, in preda a lotte interne tra fautori di un potere repubblicano e papato che dispiegò tutte le sue risorse di predicatore. Finì male per Arnaldo che, tradito dall'imperatore Federico Barbarossa, fu consegnato alla giustizia ecclesiastica ed impiccato, il suo corpo bruciato e le ceneri disperse nel Tevere.
La sua morte è in questi versi che, intuendone il significato, rinuncio a tradurre:

Fidenza: Contrada  San Bernardo e vicolo Arnaldo da Brescia
Arnoldus periit, cujus quia perdita vita, Mens mala, prava fides, mors quoque fida fuit. Papa pater patrum, lux legis, semita juris, Scismaticum reprobat, quem revocare nequit Rex danmat, lictor celo terreque perosum Inter utrumque levat hunc in utroque reum. Ne tamen inficiat corruptio corporis auras In subitos cineres igne crematus abit; Quos Tiberis magne reverenter destinat urbi, Corpore conciliat sic elementa suo. Exitus iste manet, quicumque fidem violarit, Quam petra commisit, Petre beate, tibi.
Ora queste cose sono da tempo passate e scritte nei libri. Noi a Borgo san Donnino, oggi Fidenza, ci siamo giunti partendo dalla toponomastica, ma alcune conclusioni debbono ancora essere tirate. Riguardano queste anche lo scismatico Carlo, arciprete di Borgo in quegli anni, ed il nostro frate Gherardo da Borgo san Donnino che visse nella generazione successiva ai fatti narrati e che finì in prigione i suoi giorni. 





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