Finalmente arriva una menzione positiva per Lampedusa. Il settimanale Famiglia Cristiana ha designato l’isola come “Italiano dell’anno”. La rivista, diretta da Antonio Sciortino, ha spiegato: “Abbiamo scelto l’isola e i suoi abitanti come esempio di solidarietà nei confronti degli immigrati in cerca di speranza e futuro, dopo essere fuggiti da guerre, persecuzioni, fame e miseria. La scelta premia gli abitanti di Lampedusa per la loro generosità, per la loro accoglienza, per essere usciti di casa a salvare vite umane, al di là della loro provenienza, del colore della pelle e del credo religioso. Una generosità fuori dal comune che avrebbe meritato all’isola anche il Nobel per la pace”.
Il riconoscimento intende scuotere le coscienze di coloro che sono insensibili verso il tema dell’immigrazione e ai morti annegati in mare, ma soprattutto a denunciare il trattamento disumano e incivile che è stato recentemente riservato agli immigrati nel campo di Lampedusa durante le visite sanitarie, provocando grandi imbarazzi e polemiche.
A questo proposito è intervenuta Francesca Giardina, che dal 2011 è stata più volte il medico responsabile del centro di accoglienza di Lampedusa, a esprimere la propria opinione personale sulla vicenda e opporsi al disastro. “Simili episodi da lager non erano mai accaduti prima. Per anni ci siamo occupati dei migranti con amore. Non voglio che l’errore di qualcuno possa screditare la dedizione con cui decine di persone hanno affrontato ogni giorno il lavoro, spesso difficilissimo, per accogliere i profughi che attraversano il Mediterraneo per cercare una vita migliore”.
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Francesca Giardina conferma di aver vissuto una fantastica esperienza a Lampedusa, e che ogni visita ai migranti si trasforma in un momento di incontro e di conforto: non mancava infatti chi ascoltava i problemi di ogni persona facendosene a volte anche carico; o chi provvedeva personalmente alla distribuzione alimentare quando la nave appositamente predisposta ritardava. Non si può quindi accettare che lo sbaglio di un singolo o di poche persone metta a repentaglio la passione nello svolgimento del proprio lavoro.