Stop ai finanziamenti pubblici indiscriminati ai giornali, forse l’Italia è a una svolta. La posizione, già fatta propria dal governo Monti, ha trovato anche l’appoggio ufficiale degli editori per bocca di Giulio Anselmi, presidente della Fieg, la federazione italiana degli editori di giornali. “Come editori diciamo no ai finanziamenti a pioggia, in difesa dei giornali veri che hanno una struttura di vendita”, ha detto il numero uno degli editori durante un convegno sul tema “La carta al tempo di internet: ri/conciliare valori e conoscenza”.
Parole chiare, inequivocabili, che ricalcano peraltro quanto già affermato dal sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega per l’editoria, Paolo Peluffo, che – nell’annunciare che entro pochi giorni il governo adotterà gli atti amministrativi necessari per rifinanziare il fondo per l’editoria 2012 – ha anche fatto sapere che l’esecutivo intende rivedere i criteri per l’erogazione dei fondi pubblici all’editoria. Tre i nuovi criteri esplicitati dal sottosegretario: le copie effettivamente vendute, l’effettiva occupazione professionale dei lavoratori (giornalisti e poligrafici) e gli investimenti della testata nell’online.
“Ci deve essere una fase intermedia – ha ammesso ancora Anselmi – nella quale i giornali di idee siano tutelati, ma deve essere un periodo di tempo ragionevole“. La palla, ora, passa di nuovo al premier Mario Monti: quali saranno le prossime mosse concrete per regolamentare il settore?