Magazine Bambini
La parola fiera evoca in me due diversi contesti. Il primo è quello della festa di paese, in particolare quella non del mio paese, ma di uno vicino, che si tiene agli inizi di settembre. E' una classica fiera con gli animali, la chiesa addobbata, le frittelle, le giostre e la vendita del bastone alto alto per tirare via le ragnatele...
La seconda è la fiera del mobile di Milano, così chiamata da me, dalla mia famiglia e dalla stragrande maggioranza dei produttori artigianali di arredo, ma più conosciuta come il Salone Internazionale del Mobile.
La fiera nelle due accezioni rimane fondamentalmente un luogo dove si vende e si compra e a Norimberga più che altrove ho visto rispecchiata nella geografia degli espositori, la legge del Mercato. Forse perché il giocattolo dietro all'aspetto innocente nasconde in realtà, più di altri oggetti, la sua natura spietatamente consumistica... Sta di fatto che il padiglione 12.2, il più alto di tutta la fiera era quello delle major del giocattolo.
Lego, Playmobil, Meccano, Chicco, e infine Mattel.Ecco i colossi. In questi corridoi vuoti (si vuoti!!) dietro a pareti di vetro opache, stanno i giganti del giocattolo commerciale. Noi pezzenti con la valigia con le rotelle non possiamo entrare: "solo su invito", "solo per comprare"... e allora, come i bambini che spiano le vetrine del loro negozio preferito, anche noi li abbiamo spiati da fuori.Mattel occupava un terzo dell'intera area. Lego faceva apparire ogni dieci minuti un drago da un pagoda. Eppure, io mi inchino davanti al Lego, perché l'ho amato, lo amo e sempre l'amerò.
Lasciati i piani alti, siamo scese nella confusione dei medio-grandi. Se così si può definire un'altra grande azienda che amo: Ravensburger. Labirinto è molto amato a casa nostra e lì è stata presentata una nuova versione con diamanti e altre cianfrusaglie...Mano a mano che ci allontanavamo dai nomi grossi, notavamo come in realtà i giochi fossero più interessanti.Ecco una carrellata di quelli che ci siamo segnate:Tipp-Kick: calcetto da tavolo tipo subuteo, ma post-moderno, con pallina a più facce. Abbiamo fatto da spettatrici a una partita tra rappresentate e rivenditore... emozionante.TTS: il sito a cui vi rimando l'ho guardato di corsa, ma mi sembra di averci visto quello che ho visto a Norimberga. Andate in qualsiasi sezione e...sbavate!Ezyroller: in Italia per i bambini pare che esista solo la bicicletta. Dalla Germania è arrivata la piccola bici senza pedali e chi la possiede pensa di essere all'avanguardia in fatto di due ruote (noi!!). Poi metti che chi la possiede vada a Norimberga e davanti agli occhi le si apre un mondo... di locomozione alternativa. Li voglio!! Tutti.... Questo secondo me è uno dei più belli!!Anker: Pensavate di aver visto tutto in fatto di costruzioni? E invece no!! Ecco a voi le costruzioni in pietra... moooolto belle.Deglingos: non amo i pupazzi. Men che meno i peluche. Ma questi sono proprio belli e originali.Berg Toys: ecco a proposito di mezzi di locomozione e più in generale di gioco da esterno.... Sono sicura, perfino in Islanda hanno una più alta considerazione del gioco da esterno. Loro che vanno a -20c°!! Noi se ci sono 6 gradi li teniamo dentro... mah!Jakobs: giochi per comunità. Ma dove la trovo da noi una comunità che ha dei giochi così?Slackstar: cavoli: due alberi e una corda per andare dall'uno all'altro. Lezione di funambolismo da bosco!Stocs: ultimo. E' quello che io e la mia amica abbiamo eletto vincitore del Miglior Gioco Visto alla Fiera da V. e A. Nella sua semplicità è geniale. Per costruire capanne in casa o fuori. Lo voglio. Assolutamente.
Una parziale carrellata. Tutto non mi ricordo.Non vi ho per esempio parlato del mondo dei giochi in scatola e delle carte. Perché sono per lo più tedeschi e io nelle mie lezioni di lingua sono ferma al zwei. Ma sappiate che esiste della gente che di lavoro si siede negli stand, si toglie la giacca, si allenta la cravatta e comincia a giocare.Pensateci e invidiate.
P.S. Ribadisco che la scelta delle aziende elencate è data dal mio sano stupore, dalla mia sana voglia di curiosare e dalla mia insanissima invidia. Niente mi è stato offerto in cambio per le parole che ho scritto. Nemmeno una penna che non scrive.
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