Il mio corso preferito si chiama Hi-Lo e presumo faccia riferimento alla frequenza cardiaca raggiunta durante l'ora di corso, anche se a dirla tutta la fase low non ce l'ho ben presente.
Di fatto sono 45 minuti di aerobica, ma di quella old-school, quella coreografata che se non stai veramente attenta, se non ti concentri, anche se solo pensi ai cazzi tuoi per un minuto, qualcuno ti viene addosso, sbatti su una vetrata e ti schiacci su una colonna. Il tutto alla mercè della sala pesi, vero e proprio parlamento maschile dei giorni nostri. Ovviamente, per questi motivi e per molto altro, è il mio corso preferito. Dopo due settimane di assenza al mio ritorno in palestra (con la stessa camminata tronfia dell'uscita dagli arrivi aeroportuali cit.) ho subito notato un preoccupante quanto molesto sovraffollamento della sala corsi: studentesse delle superiori, studentesse universitarie e MINORENNI ABERCROMBIE tutte sdraiate sui loro tappetini per gli ultimi 10 minuti di addominali del corso precedente al mio. In questi sei mesi ho visto un po' di tutto: ragazze che fanno aerobica con le Superga o con le Converse (io che l'ho fatto con le scarpe da running mi sono presa la tallonite, ma vabbhè), gente che viene a pilates con le mezze punte, ragazze che fanno i corsi con i jeans o con le magliette con le pailettes, ma ho notato con mio immenso rammarico, che il lunedì è il giorno in cui la palestra è più frequentata, probabilmente a causa dei sensi di colpa da ciò che si è mangiato nel week end più che per vero e proprio spirito di dedizione all'attività fisica. Come mi pare di avere già detto io sono una territoriale della palestra. Se potessi, ci piscerei sulla mia postazione, per potere segnare il territorio. Mi spiego: io posso arrivare anche 30 minuti prima pur di avere il posto in prima fila. La prima fila E' IL MIO POSTO. Ma non è per esibizionismo, assolutamente no. La mia è una necessità. Non sono mai stata una da prima fila, non mi metterei in prima fila a niente che non sia la sala corsi, nemmeno alle sfilate. Non sono mai stata in prima fila durante i miei 11 anni di danza: perché ero alta, perché ero tozza, perché ero una cagna a ballare. Ma adesso la prima fila deve essere mia. La necessità è presto detta: non sopporto non avere la possibilità di eseguire correttamente la coreografia. Pur essendoci laIo credo fortemente nell'estetica del movimento, altrimenti non amerei la danza. Godo, sempre godo e fortissimamente godo, quando vedo un gruppo di persone che esegue perfettamente e a tempo una coreografia. Prima tutte a destra, poi tutte a sinistra, poi tutte saltiamo, poi tutte giriamo. Mi procura un piacere quasi fisico, sicuramente maniacale, l'ordine estetico del movimento. Ed è per questo che pretendo la prima fila.
Così quando arriva Una Nuova e azzarda qualche domanda alla sottoscritta -che sta alta e statuaria all'ingresso della sala corsi con i gomiti alti e la mascella inversa in modo tale da essere LA PRIMA a metterci piede dentro una volta finito il corso precedente- chiedendomi se il corso è difficile e se è fattibile, io mi spreco in lusinghe all'insegnante (della quale ho una stima che nemmeno la mia maestra di danza che mi ha cresciuta), racconto delle mirabolanti coreografie che potremmo fare nel prossimo video di Britney Spears se solo Britney Spears tornasse ad essere
quella di una volta ed infine chiudo dicendo che forse un po' difficile lo è, ma d'altra parte NON E' CHE POSSIAMO VIVERE TUTTE DI ZUMBA A QUESTO MONDO. Ma Quelle Nuove devono avere la faccia come il culo o una dignità inossidabile perché nonostante gli avvertimenti azzardano comunque la prima fila e io lì, affianco a loro, che rido sotto i baffi e penso al primo momento in cui LE PESTERO' I PIEDI perché AMICA NON HAI CAPITO CHE LA PRIMA FILA NON E' PER TUTTE. Ed infatti, dopo 10 minuti sono lì che arrancano, che non capiscono da che parte girare e non capiscono nemmeno la Prima Regola Fondamentale della Sala Corsi: SAPER TENERE IL TEMPO. Se sai tenere il tempo, se sai contare le battute (che sono 8, dai che lo sai che hai fatto danza anche te), se sai quando devi cominciare con la destra e quando con la sinistra, è fatta. Sei salva. Ma se poco poco non sai fare niente di cui sopra, STEP BACK amica. E allora via, in un crescendo di 30 minuti di battiti cardiaci, fino a quando non parte a palla “THEY'RE WATCHIN' US” e tu ti guardi allo specchio sudata come un prosciutto in stagionatura, ti senti Jennifer Lopez, sai che tutte quelle ore passate a ballare davanti allo specchio sulle canzoni delle Spice, dei BSB, tutti quei pomeriggi a fare il playback come Miriana Trevisan e Pamela Petrarolo, SONO VALSI QUALCOSA perché adesso sai cantare (in playback) e ballare come in un video di Justin Timberlake e in quel momento, quel preciso istante in cui hai bene in mente la coreografia che adesso stai facendo e vorresti guardarti allo specchio compiaciuta con lo sguardo “I'm sexy and I know it”, in realtà non lo fai perché temi sempre di schiantarti su una vetrata. Ma ti senti potente. Potente e sudata, schifosamente sudata, pure i boccoli fatti la mattina sono andati a puttane. Ma niente, io lì in quel momento, con l'eyeliner rigorosamente waterproof (grazie Make Up For Ever) che ancora fa il suo porco mestiere (mentre il resto no, ma vabbhè non è che possiamo pretendere), la maglietta della festa aziendale di Yoox del 2010, le scarpe meno di moda del mondo e i fuseaux più normali dell'universo, lì con le susine raccolte in un reggiseno sportivo della Decathlon, io lì MI SENTO FIGA. E poco importa se dopo aver eseguito tutta la coreografia l'ultima volta mancano ancora 45 minuti di GAG, quando esco da quella salaA guardarmi prima e dopo l'iscrizione in palestra la differenza si direbbe sostanziale, soprattutto nella SODA SODEZZA dei muscoli delle gambe e della pancia. La cellulite? Non c'è. Ma diciamoci la verità: noi non abbiamo la cellulite, abbiamo la ritenzione idrica. Che è un'altra roba. E stamattina, mentre mi guardavo allo specchio alla luce naturale delle 8,35 della mattina, ho visto che le cosce non saranno più sottili dello scorso agosto (dovrei fare un controllo con le foto delle vacanze) ma sono decisamente più sode e tornite. Gli addominali poi, sono loro che mi danno le maggiori soddisfazioni. Vi dico la verità: se continuo così per il mio 30esimo compleanno non mi regalo i capelli platinati che ho sempre pensato, ma il piercing all'ombelico. Che magari me lo tolgo dopo 7 giorni, ma so che lo devo alla bambina pre-adolescente che vive ancora in me, a quella che pensa di non aver mai avuto la pancia per poterselo permettere, che piangeva a 18 anni perché non trovava i jeans della sua taglia, che si sente dire ancora che ha le “ossa grosse”. E a voi che vi iscrivete in palestra adesso a Marzo in pieno terrore psicologico da Prova Costume sappiate che avete un nemico*. E quel nemico sono io in Prima Fila.