“Ci sono più cose in Cielo e in Terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia” mi é
Ho in mente, in effetti, i visi di vari “Orazio” che si prodigano in osservazioni, articoli e scritti dall’aria “progressista” che in realtà sono vecchi catafalchi polverosi ed anacronistici buoni appena per giustificare ai loro occhi la falsità del proprio animo.
Il primo pensiero per loro è che la realtà, per dirla con parole più semplici di quelle di Shakespeare, ci supera e ci anticipa e i bambini sono i prodromi di un domani che è dietro l’angolo.
La questione dell’adozione e dell’affido alle coppie omosessuali è spinosa solo per noi: non certo per le nuovissime generazioni che trovano il concetto di diversità assolutamente “a-problematico” perché non possiedono (giacché non esiste) un concetto assoluto di normalità: solo ad un certo punto noi adulti pensiamo che sia opportuno farne loro imparare uno.
Io ho tre figli, tre bambini, e per loro è normale che Leonardo abbia solo la mamma, che Jesus abbia la pelle scura, che Ramon parli anche spagnolo, che la zia Silvana stia con lo zio Daniele ma che non siano “andati a fare il matrimonio”, che lo zia Andrea stia con lo zio Gabriele. Non sono minimamente turbati da questo; piuttosto mi chiederebbero, preoccupati, perché qualcuno vuole impedire alle persone e agli “zii” di fare quello che vogliono.
Inoltre, giusto per non cadere nel rischiosissimo e para-fascistoide “é sempre stato così e quindi così deve essere” mi piace sottolineare che gli studi sull’omogenitorialità indicano tutti che non si rileva nessuna differenza significativa negli indicatori statistici di benessere psico-fisico dei figli di coppie omosessuali rispetto a quelli di famiglie eterosessuali; il problema, se c’é, è piuttosto costituito dagli Orazio che credono di essere aperti e progressisti ed invece sono ingessati, falsi e superati.
Ogni dato serio a nostra dimostrazione dice chiaramente che i bambini di coppie omosessuali sono sani ed ammalati, sereni e turbati come quelli di coppie eterosessuali così come i genitori, a prescindere dal loro orientamento sessuale, si interrogano sul senso del loro essere genitori nello stesso modo e con la stessa problematicità. Il resto sono chiacchiere di chi, ancora una volta, ha perso l’occasione per tacere.
dal blog di Emanuele Coti Zelati
consigliere comunale Sel, Crema
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