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Figli degni e Papi indegni

Creato il 12 febbraio 2013 da Andreapomella

Ratzinger

Siccome da ieri non si parla d’altro – ed è naturale che non si parli d’altro, visto che quando si passa tutti insieme, noi umani, una giornata storica così, bisogna farsene una ragione e non poter stare lì a fare tanto gli snob e non parlarne – dico pure io la mia su Ratzinger, sul suo pontificato, su quello che mi lascia come cittadino non cattolico di questo vasto mondo sciagurato. E quello che ho da dire è legato a una cosa sola, un aspetto che qualcuno potrà trovare riduttivo rispetto al tanto o al tantissimo di un papato, ma che mi coinvolge in primo grado. E poiché in fin dei conti noi giudichiamo le persone e i fatti in base a quanto ci toccano da vicino, io giudicherò Joseph Ratzinger per la frase pronunciata il 25 febbraio 2012. La frase è questa: “L’unione dell’uomo e della donna in quella comunità di amore e di vita che è il matrimonio, costituisce l’unico luogo degno per la chiamata all’esistenza di un nuovo essere umano”. Io, che insieme alla mia compagna, ho contribuito a mettere al mondo un figlio fuori dal matrimonio non mi sento una persona indegna, e prima ancora di questo non posso sopportare che qualsiasi altro essere umano, sia pure il papa della chiesa cattolica, arrivi a definire indegna la vita di mio figlio, o indegno il contesto di unione in cui essa è nata. Perciò, per quanto mi riguarda, per il valore microscopico che può avere il mio giudizio, Joseph Ratzinger resterà un dogmatico, un reazionario, un oscurantista, un personaggio fuori dalla storia e fuori dal mondo che non ha mai saputo niente di quella “comunità di amore e di vita”, e le sue dimissioni dal pontificato valgono come la rinuncia di un uomo, lui sì, indegno, indegno di rappresentare le leggi fondamentali dell’amore cristiano, e perciò di occupare la più alta carica religiosa riconosciuta nella religione cattolica.


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