Stamattina mi sono imbattuta in questa mail ricevuta dalla newsletter di " Uppa Un pediatra per amico" a cui sono iscritta, che ha sollevato una riflessione in me. Io, infatti, sono una di quelle mamme che si è posta e si pone tante domande sul figlio, tutte derivanti dalle mie paure. Oggi Marco ha sei anni e mezzo, ma spesso mi ritrovo a pensare che se gli avessi dato più fiducia, se avessi abbandonato le mie paure, forse gli avrei garantito una maggiore autonomia, una maggiore maturità. Le nostre ansie, le nostre paure non devono ricadere sui nostri figli, quando dobbiamo prendere una decisione, dalla più banale alla più importante, fermiamoci un attimo a riflettere, bisognerebbe prendere questa abitudine, bisogna imparare a vedere le cose, le situazioni con gli occhi dei nostri figli.
Ecco la mail:
Figli delle paure
Ancora nella pancia: paura che venga malformato, che venga “piccino”, che nasca prematuro o ancor peggio: paura che non ce la faccia! Paura di turbarlo con cattivi pensieri. Paura di un parto che lo faccia soffrire, che lo segni per sempre.
Finalmente è nato: paura che non mangi abbastanza, paura che soffra per le coliche, che si deprima per l’abbandono, per la separazione dal corpo della madre; paura che non si risvegli, ma paura anche che non si addormenti. Paura dei germi, paura degli estranei che lo toccano. Paura che abbia troppo freddo, paura che abbia troppo caldo. Paura di “romperlo”, paura di viziarlo. Paura della ferita ombelicale. Paura di non sentirlo, paura di non capirlo, paura di non gestirlo. Paura della cacca che “... sono tre giorni che non la fa!”.
Comincia a crescere: paura della febbre; paura, terribile, della vaccinazione; paura della tosse, paura del naso chiuso, delle chiazze sulla pelle, della cacca verde. Paura a togliere la poppa, paura che rifiuti le prime pappe, paura delle allergie. Paura degli antibiotici, terrore del cortisone.
Inizia la vita sociale: paura che il ritorno al lavoro della madre lo intristisca, che le nonne che lo prenderanno in cura lo vizino, che la tata lo torturi! Ma paura anche che si ammali e non possa andare al nido. E con il lavoro come si fa?!
Infine adolescente: paura degli amici, paura che si droghi, che sia omosessuale, paura di una gravidanza, paura del motorino, paura che non sia capito a scuola, paura che sia preso in giro dai compagni, che sia dislessico, che a scuola si annoi. Paura di parlarci, paura... che abbia paura.
Questo è l'inizio dell'articolo di Paolo Sarti, in uscita sul prossimo numero di UPPA, un forte appello ai genitori perché cancellino i timori ingiustificati.