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Creato il 08 febbraio 2013 da Gianlucaciucci
La polemica divampata a causa delle parole di Chiara Di Domenico, precaria 37enne, all'assemblea romana del PD circa la presunta raccomandazione in Mondadori della figlia di Pietro Ichino, impone una riflessione. Siamo tutti impazziti. Giulia Ichino fu assunta come co.co.co in Mondadori nel 2002, faceva l'editor, stesso lavoro che fa oggi, chiaramente a tempo indeterminato. Nessuno può dire con certezza che il suo cognome abbia pesato, così come nessuno può dire con certezza il contrario. Per anni è stata prassi consolidata assumere persone in base alle loro parentele, prassi che continua tuttora in ambito pubblico e privato. Oggi però si vede tutto, si sottolinea tutto, in un clima avvelenato e rancoroso che non porta nulla di buono. Giulia Ichino è entrata nel mondo del lavoro in un periodo certo non drammatico quanto quello odierno, voglio e devo pensare che faccia bene il proprio mestiere (del tutto diverso da quello del padre Pietro), resta comunque un problema dell'azienda Mondadori. L'attacco frontale verso Giulia Ichino, come fu per la figlia di Fornero qualche mese fa, non serve che a invelenire un clima già esplosivo senza possibilità alcuna di cambiamento. Dunque serve solo a chi ne ottiene visibilità. Ieri è stato il PD certamente ben disposto ad attaccare il transfuga Ichino, l'altro ieri fu l'opposizione a Fornero. E domani? Il saldo per un paese in cui moltissimi lavori sono ereditari, persino quelli messi a bando resta sempre zero.
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