
Zecharia Sitchin
La lettura de “L’ultima profezia” di Zecharia Sitchin, un testo dalla prosa banale ma dai contenuti audaci, mi sta suggerendo domande inquietanti e prive di risposte soddisfacenti. E non sono ancora a meta’ del libro.Due parole sull’autore. Sitchin nacque in Azerbaijan nel 1922, ando’ a scuola in Palestina e a Londra, fece il giornalista in Israele e poi negli Stati Uniti dove e’ morto, americano e ammogliato, nell’ottobre del 2010. Negli anni ’70 si scopri’ ‘egitteologo fai da te’ e si invento’ un mestiere niente male: prima scrisse un paio di libri su Giza, le Piramidi e il Sinai ventilando ipotesi border line ma ben argomentate (magari e’ tutto vero, non lo escludo a priori), poi si mise ad organizzare viaggi turistici sul tema. Ecco ampi stralci della geogonia secondo Zecharia:

Statuette sumere
Stando all'interpretazione data da Sitchin della cosmologia sumera, il sistema solare avrebbe un decimo pianeta chiamato "Nibiru" che nella mitologia babilonese sarebbe associato al dio Marduk, dal XVIII secolo a.C. divinità principale della terra di Babilonia.Secondo Sitchin, su Nibiru abitava una razza tecnologicamente avanzata simile a quella umana odierna, questi esseri erano chiamati Anunnaki dalla mitologia sumera e compaiono nella Bibbia col nome di Nephilim. Secondo Sitchin sarebbero arrivati sulla terra 450.000 anni fa, alla ricerca di minerali e in particolare d'oro (di cui necessitavano per correggere la loro atmosfera rarefatta) e lo avrebbero trovato in Africa.
Gli Anunnaki avrebbero creato geneticamente l' Homo Sapiens incrociando la loro razza con l'Homo erectus, con lo scopo di avere della manodopera per prelevare metalli dalle miniere. Sotto la guida di questi esseri, i Sumeri avrebbero fondato la civiltà in Mesopotamia, grazie ad una casta di regnanti che avrebbero fatto da intermediari tra gli alieni e gli schiavi.
Sitchin poi affermava che nel 2000 a.C. sarebbe scoppiata una guerra nucleare tra diverse fazioni di extraterrestri, e la ricaduta nucleare, il fallout, sarebbe il "vento malvagio" che distrusse Ur secondo quanto raccontato nel Lamento di Ur.
Un altro punto focale della teoria di Sitchin è il ruolo attribuito alle maggiori opere megalitiche sparse per il globo, che sarebbero state costruite dagli Anunnaki con varie funzioni, prevalentemente astronomiche, astrologiche e calendariali. Altri due siti, Machu Pichu e Bad-tibira, sarebbero stati centri di lavorazione dei metalli. Sitchin sostiene anche che le civiltà mesoamericana e sudamericana siano derivate da quella sumera e accadica, e che le due divinità principali messicane e peruviane, Quetzalcoatl e Viracocha fossero due Anunnaki (Ningishzida e Ishkur) in trasferta con alcuni Sumeri nel nuovo continente.

Bassorilievo sumero
Per vent’anni, avvalendosi di un socio egiziano e di una clientela affezionata, Sitchin ha proposto soggiorni turistici di un paio di settimane in cui lui – in qualita’ di esperto – faceva la guida. Dal 1976 al 2006 ha scritto una decina di libri e si e’ sparato un sacco di ore di volo. Buon per lui.Veniamo al libro. Sitchin parte dalle incongruenze nella datazione delle piramidi di Giza (ufficialmente 1.800 - 2.600 anni prima di Cristo mentre lui sostiene 10.500), passa da una lunga serie di OOP (ossia reperti archeologici che non vanno d’accordo con la datazione ufficiale) malcelati dentro e fuori i musei di mezzo mondo, atterra nel complesso di Stonehenge e prosegue in giro per il Mediterraneo col proposito di sostenere, in ultima analisi, che prima della civilta’ che noi conosciamo, ci deve essere stata una societa’ di Dei (presumibilmente alieni) che sapevano fare tutte quelle cose che oggi sembra assurdo che qualcuno abbia fatto in un cosi’ lontano passato. Tra queste spiccano appunto la sfinge e le piramidi.

Ci dicono che il nostro pianeta ha piu’ o meno 5 miliardi di anni. Che all’inizio era una palla di poltiglia rovente o poco ci mancava e che ci ha messo un pezzo per raffreddarsi. La vita pare sia nata nell’acqua, poi l’aria s’e’ fatta piu’ respirabile e qualcuno s’e’ trasferito anche sulla terraferma. Cellule, molecole, microorganismi, organismi, flora e fauna. Pare sia andata cosi’ e possiamo anche prenderla per buona. Poi che succede? Succede che una specie animale comincia a prevalere decisamente sulle altre. Sono gli ominidi. Come mai? Ci dicono che e’ accaduto perche’ in qualche modo i nostri progenitori hanno appreso ad interpretare la materia intorno a loro in una veste nuova, quella di ‘strumento’, di ‘attrezzo’ e si sono ingegnati in tal senso. E’ la storia delle pietre di selce, dei randelli levigati, delle prime corde, della ruota e via discorrendo.

La spiegazione biblica (non conosco l’ultima release vaticana, mi rifaccio al sentire comune) e’ che il bonus ci e’ stato dato da Dio, il quale a ben vedere avrebbe in tal guisa handicappato tutto il resto del creato. Alla storia del ‘sette giorni chiavi in mano’ pare che non ci credano piu’ nemmeno loro, se mai ci hanno creduto... per ora s’accontentano di lasciar trapelare soffusamente la parola ‘metafora’ in attesa che i tempi maturino.
La spiegazione scientifica e’ piu’ semplice: secondo gli scienziati e’ stato un caso. Te la rigirano dicendo che e’ tutta una serie di eventi fortuiti che hanno permesso adattamenti evolutivi, poi pero’ vien fuori che questi adattamenti non sono trasmissibili (anche se tu sei un campione di ciclismo non e’ che tuo figlio nasce coi fuseaux, forse pero’ nasce dopato). Comunque, la scienza fa una lunga tiritera di cause ed effetti ma in ultima analisi non sa ancora dirci cosa ci fosse al primo anello della catena e nemmeno come faccia la catena a stare insieme. Stanno facendo il percorso a ritroso, per ora i piu’ concordano che tutto e’ cominciato per caso ed e’ proseguito piu’ o meno alla stessa maniera almeno fino a Umberto Veronesi. Il caso, tra l’altro, spiegherebbe anche Veronesi.


Poco importa in questa sede, comunque. Ci preme invece sottolineare che e’ opinione condivisa che le nostre capacita’ di sfruttare il ‘dono divino’ - o dell’evoluzione che dir si voglia - siano andate sempre migliorando nel corso del tempo. Nessuno – o quasi – mette in dubbio che nel 2011 l’umanita’ sappia fare piu’ cose che nel 1990. Nessuno mette in dubbio che nel 1990 noi sapessimo fare cose piu’ complicate che nel 1850. Nessuno dubita che Leonardo da Vinci fosse molto piu’ avanti dei Camuni con un pennello in mano ma nemmeno che un liceale odierno saprebbe realizzare ‘qualcosa che vola’ meglio dell’illustre toscano simbolo del Rinascimento. La visione lineare dell’evoluzione recente – si badi: non l’evoluzione darwiniana della specie ma l’evoluzione della tecnica – ci porta automaticamente a ritenere che piu’ si va indietro nel tempo piu’ scarse si fanno le abilita’ e con loro la qualita’ ed il soggetto dei “manufatti” rinvenuti.
E’ in questo puzzle che si inseriscono gli OOP, ossia quei reperti - out of place - che non concordano con la versione ufficiale. I ricercatori e gli studiosi “fai da te” li segnalano e ci fanno bestsellers, come Sitchin, l’accademia in genere li snobba e talvolta addirittura li ripudia. Chissa’ perche’. Per come la vedo io gli OOP sono la ragion d’esistere della scienza. Facciano come vogliono. Per economia di pensiero noi faremo proprio conto che gli OOP non esistano e che tutti i reperti ritrovati siano concordi nell’affermare che da diecimila anni a questa parte noi non si faccia che ‘migliorare’. Prendiamola per buona e tiriamo le somme.


Uno dei tanti figli di Chernobyl
Mi torna in mente un video in cui si documentava la “risurrezione” della natura in un luogo devastato dal passaggio dell’uomo ‘evoluto’: Chernobyl. Tra le locations disponibili fu scelta Chernobyl per due ottime ragioni: in primis perche’ era un ambiente contaminato, malato, in cui la fauna e la flora erano state sterminate e dovevano ricominciare tutto daccapo; in secundis perche’ era abbandonato, li’ nessuno ci voleva metter piu’ piede da decenni indi per cui Madre Natura aveva avuto campo libero. Ebbene, dopo 25 anni dalla tragedia radioattiva, la foresta era risorta dalle ceneri e s’era mangiata quasi tutto. Venticinque anni, lo 0,0000005 % rispetto all’eta’ complessiva del pianeta.Mi chiedo allora – e concludo - se la stessa sorte di Chernobyl fosse toccata a tutto il pianeta 100.000 anni orsono... credete davvero che oggi ce ne accorgeremmo?





