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Figli di nessuno

Creato il 25 agosto 2011 da Oblioilblog @oblioilblog

Figli di nessuno

Al mondo ci sono tanti problemi silenziosi, che persistono sotto traccia, senza fare notizia. Uno di questi è quello degli apolidi: persone senza cittadinanza. Il problema coinvolge 12 milioni di individui al mondo, vittime di abusi, privazioni di diritti e discriminazioni.

La situazione è causata dallo smembramento di vecchi stati e dalla costituzione di nuovi. Spesso chi è scappato a causa della guerra o di un’emergenza umanitaria, si ritrova con documenti di una nazione che non esiste più.

In questa condizione non si ha accesso alla scuola, non si può lavorare, non si ha assistenza sanitaria, non si può acquistare una casa, non si può registrare un figlio o aprire un contro corrente bancario e si è poco tutelato legalmente. Si è privati, insomma, di quasi tutti i diritti fondamentali. 

La criticità è più marcata in Asia orientale e centrale, nell’Est Europa e in Medio Oriente. Molti apolidi vengono dall’ex Jugoslavia, altri dal Myanmar, dalla Thailandia o dal Golfo Persico. In molti paesi, la condizione è ereditaria poiché lo ius sanguinis prevale sullo ius soli: vale a dire che il bambino prende la cittadinanza dei genitori, in questo caso nessuna, e non diventa automaticamente cittadino del paese in cui è nato. In altri territori come l’Egitto, la Turchia, l’Indonesia e il Kenya, fino a poco tempo fa, era impossibile trasmettere la cittadinanza solo dalla madre al neonato. In caso di genitori divorziati, quindi, il bambino restava senza patria.

La Convenzione Internazionale per la riduzione dell’apolidia compie 50 anni l’anno prossimo, ma non ha avuto largo consenso: solo 38 paesi l’hanno ratificata. L’Unhcr, l’Alto Commissariato Onu per i Rifugiati, ha lanciato una nuova campagna contro l’apolidia.

Il Presidente Antonio Gutierres lancia l’appello:

Sono persone che hanno bisogno di aiuto, perché vivono in un limbo legale che spesso diventa un incubo.


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