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Figli di un Dio minore?

Creato il 20 gennaio 2014 da Makinsud

GRANO

Risale al 10 gennaio scorso l’accordo Emilia RomagnaBarilla per la filiera del grano

Barilla, accordo di filiera, solo grano duro Made in Emilia Romagna. Barilla sceglie il grano duro emiliano – romagnolo, per una pasta interamente made in Emilia Romagna.”

La multinazionale Barilla, venderà la sua pasta non soltanto in Emilia Romagna ma in tutto il resto del Paese e non solo, compreso il Sud, a discapito delle eccellenti produzioni meridionali sia di grano che di pasta. La Campania, la Puglia, la Sicilia (solo per citarne alcune) sono tra le maggiori produttrici di grano e di pasta.

Tale accordo promosso dalla Regione Emilia Romagna, riguarda la campagna cerealicola 2013-2014, prevede un quantitativo di circa 95.000 tonnellate e coinvolge l’intera filiera di produzione del grano emiliano – romagnolo. Si tratta dell’ottavo rinnovo consecutivo, come sottolineato orgogliosamente anche dall’Assessore Regionale all’Agricoltura, Tiberio Rabboni

Tempo fa la Regione Calabria provò a fare un tentativo simile, approvando la legge n. 22 dell’11 giugno 2012: Modifiche alla legge regionale del 14 agosto 2008 n. 29, recante Norme per orientare e sostenere il consumo di prodotti agricoli anche a chilometri zero.

Ma fu bloccata dall’allora Governo Monti, rappresentato dal Ministro senza portafoglio per il Turismo e per lo Sport, con la delega al Dipartimento per gli Affari Regionali , Piero Gnudi, deliberando l’impugnativa davanti alla Corte Costituzionale.

Nella nota del Consiglio dei Ministri n. 40 del 27/07/2012, si legge: …”In quanto contiene disposizioni che la legge regionale, nel favorire la commercializzazione dei prodotti calabresi, era in contrasto con i principi comunitari sulla libera circolazione delle merci”.

Il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Nunzia De Girolamo, facente parte dell’attuale Governo Letta avrà proposto  la stessa impugnativa?

Ecco cosa si legge dall’Ufficio Stampa del Ministro:
“Quello firmato oggi tra l’Emilia Romagna e la Barilla non solo è un buon accordo, ma è anche una buona idea che credo possa essere ripercorsa in altre filiere e anche a livello nazionale. Bisogna incoraggiare ogni iniziativa che valorizzi le produzioni agricole del nostro Paese e che, allo stesso tempo, tenga conto della questione della sostenibilità ambientale. Tutto ciò coniugando tradizione e innovazione, due parole chiave del nostro patrimonio agroalimentare”.

È fondamentale, viste anche le condizioni legate all’attuale crisi economica, sostenere iniziative che possano avere ricadute positive sul nostro agroalimentare, sui nostri agricoltori e sul territorio stesso. L’agroalimentare italiano rappresenta un settore centrale e strategico per l’intera economia nazionale. Dobbiamo mettere in campo ogni strategia utile per valorizzare e supportare tutti quelli che ogni giorno lavorano duramente per affrontare le grandi sfide dei nostri giorni. Dobbiamo puntare sul nostro Made in Italy che rappresenta una risorsa preziosa e insostituibile, che tutto il mondo ci invidia”.

A voi l’ardua sentenza.

Margherita Briamonte


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