Ricordate le lacrime della Fornero? Quelle che avrebbero dovuto accompagnare i sacrifici degli italiani? Nel vederle tutti si domandarono il perché di una così plateale manifestazione e subito dopo cosa avrebbero presagito, quali tipi di provvedimenti aveva in testa il ministro per giustificare una reazione tanto emotiva? Oggi abbiamo tristemente le idee un po’ più chiare. Almeno per quanto riguarda la vicenda degli esodati. Facciamo un passo indietro, tutto comincia a dicembre con il decreto salva Italia ( chissà perché mi risuona nelle orecchie la voce del ragionier Ugo Fantozzi) che contiene la riforma della previdenza. Un buon numero di lavoratori, in vista del pensionamento, si trovano improvvisamente a dover aspettare anni senza né stipendio né pensione a causa dell’innalzamento dei requisiti per andare in pensione. Già ma proprio questo è il nodo: a quanto ammonta esattamente quel “buon numero”? Da subito i sindacati parlano di alcune centinaia di migliaia. L'Inps manda stime al ministro Fornero con questo ordine di grandezza. Il ministro, senza versare una lacrima stavolta, le ignora e afferma che gli esodati non saranno più di 65mila. Stanzia i fondi parametrati su questi numeri, circa 5 miliardi in due anni. Succede però che i numeri di quelle stime vengono confermati dall’Inps in un rapporto del maggio scorso e, cosa che farà andare su tutte le furie il ministro (avrà pianto di rabbia?) vengono anche resi pubblici. La figuraccia è di dimensioni colossali, si scopre che il ministro non ha saputo far di conto sbagliando i numeri degli esodati, pur essendo a conoscenza da mesi che la cifra ammontava a più di 390 mila unità. Gli specchi sono per loro natura molto lisci e rendono difficile l’arrampicata, questo si sa, ma il ministro ci prova lo stesso e spara a zero sui vertici Imps, minaccia di mandarli a casa, (e non può farlo perché la modifica dell’art. 18 per gli statali è ancora nel mondo dell’iperuranio) allora si inventa una dichiarazione che ha dell’incredibile: «Io dico solo che sono usciti, l'ho già detto ieri, dei documenti che sono parziali, che contengono numeri parziali e non spiegati e questo non è mai una bella cosa». E allora analizziamola questa affermazione. Tralasciamo il tono da Redentore (In verità io vi dico) e soffermiamoci sulla parzialità dei numeri. Cosa si intende per parziali? Forse che neanche la cifra di 390mila è esatta? E se così fosse sarebbe oltremodo difficile credere che siano meno. Cosa avrà voluto dire il ministro con quel “parziali”, insomma, se la cifra è cresciuta improvvisamente da 65 a 390 mila, di quanto crescerà in nome della parzialità?(brivido freddo lungo la schiena).Il Parlamento ha il diritto e il dovere di chiedere e ottenere un chiarimento sugli esodati. Devono essere chiamati in causa tutti i protagonisti: il Ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, il presidente dell'Inps, Antonio Mastrapasqua, il direttore generale dello stesso istituto, Mauro Nori. Anche la versione del ministro del Lavoro, Elsa Fornero deve essere ascoltata. Ci vorrebbe una commissione d'inchiesta. Vogliamo sapere come sono andate le cose, e adesso si che vedremmo volentieri qualche lacrimuccia!