"Fili" di Fatma Qandil

Creato il 06 febbraio 2011 da Lucabilli

Il primo filo
Ho chiesto di presentarmi a voi
Non per raccontare il torto subito
Ma per godere a lungo dello splendore del trono
Dove posso nascondere il mio viso prostrato
Il mio viso, che voi avete creato
Ve ne farò avere nostalgia
Lo terrò nascosto a lungo
So che non potreste mai rinunciare a questa mia prostrazione
E che resisterete al desiderio
Di guardarlo, forse solo ora che ride
Messo lì come un ostacolo
Non lascerete mai che i vostri piedi vi inciampino .
Il secondo filo
Vi parlerò degli alberi le cui radici non hanno mai lasciato la terra
Sono cresciuti
Nell’aria che congiunge la nostra casa al giardino
E i loro rami si sono attorcigliati intorno ad essa con precisione
E già potete attraversarli mentre passate
Anzi poggiate il vostro mento su di loro ogni volta che vi bloccano
Futili conversazioni
Ne è la prova il fatto
Che anche richiamandole subito alla memoria
E’ difficile ricordarne i dettagli.
Il terzo filo
Il ballerino in un cerchio di luce
Non distingue il buio del palco da quello degli spettatori
Se l’uomo delle luci non fa errori
Spiccherà un volo sulle teste
Nel momento in cui il teatro è illuminato
Si accendono gli insulti
Si spengono le luci
Sul ballerino che si chiede confuso:
Da dove veniva la musica?
Il quarto filo
Come se lei fosse qui
Come se fosse seduta sul marciapiede
E osservasse i passanti
Come se potesse raccontarli uno ad uno
Come se tutti voi parlaste con lei nello stesso momento
E quando scoppiò la rissa
Tutti si dileguarono
E lei rimase seduta sul marciapiede
A chiamarli
Mentre un filo di sangue
Scendeva sulle sue ginocchia.
Il quinto filo
Dato che il tentato omicidio
È un crimine
Stringeremo il male nel pugno
E leccheremo ciò che cola dalle dita.
L’ultimo filo
Ti ho costretto dentro questo sacco
Ne ho chiuso l’apertura con una corda grezza
Mi devi almeno di non gridare
Sai che non sono così severa
Da gettarti, per esempio, dall’alto
O da prenderti a calci
Anche se dopo un po’ mi giudicherai per non aver annodato bene la corda
E ascolterai le lamentele per la durezza del sacco
Perché non è comodo come cuscino
E anche per il tuo continuo movimento
Bene, dividerò con te il sonno
Perché sei l’unico che riesce a svegliarmi.

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