L’attualità ha la stessa durata di questo articolo: afferri l’argomento, lo assimili, e corri a digerirlo nel più breve tempo possibile.
Abbiamo bisogno di parlare di attualità, e per farlo ci aggiorniamo come tanti trita carne per paura di restar fregati dalla notizia stessa. Ma inevitabilmente siamo anche qui, a cercar rifugio in qualche mondo parallelo semi-nudo.
Qui, a raccontare e scrivere nel nostro non saperci esprimere al meglio o saperci confondere al peggio. Nelle parole più belle, senza tempo, e fuori moda.
Se siete qua è per questo: per evitare l’attualità.
Non è che mi affascini “premessare” ma il termine mi piace ancor più di tutto il resto. Usare termini all’infinito è un brivido che vivi una volta sola. Specialmente quei termini che non si possono pronunciare perché non si usano. Ben vengano se non si usano. Vuol dire che son nuovi e funzionano bene.
Alla gente queste accortezze sfuggono (o se li lasciano sfuggire?) e si lamentano del vecchio. Di quel vecchio che ha attraversato la strada – sulle striscie – allo scattare del rosso. Cos’hai da urlare? Non ti sente! E ormai è passato!
Ci si attacca ai segnali, rischiando di romperli.
E finché son segnali tutto va bene, se invece son parole tutto cambia. Attaccarsi alle parole è un po’ difficile. O ci si impappina o ci si blocca all’improvviso perdendo la forza della ragione. Non si ragiona più. Perché attaccandosi alle parole – come sto facendo io adesso – è un modo come un altro per passarsi il tempo. E non tutti hanno voglia di passare il tempo con le parole. La gente ha bisogno dei loro spazi, tra una parola e l’altra, e le parole non posson perder tempo con loro. Hanno fili da sbrogliare, telefoni da affilare, e fili da perdere. Il tempo alle parole non serve granché.
Il tempo è nostro e basta. Le parole hanno fili, e specchi.
La strega di Biancaneve che si attaccava allo specchio per sentirsi più bella, non era una strega intelligente. Poi uno dice la sfiga se rompi uno specchio. Son parole che si perdono, ed è fiato che sottrai alla vita. Non puoi più attaccarti allo specchio perché l’hai rotto, ma puoi sempre legarti ai fili.