Teatro Lirico 1990 – Pina Bausch – Palermo Palermo – Ensemble Gert Weigelt
Filippo Del Corno annuncia: il Teatro Lirico a Milano sarà restaurato e restituito alla città per danza e musica – di Federicapaola Capecchi (coreografa). Filippo Del Corno (assessore alla Cultura) e Carmela Rozza (Lavori pubblici), durante il sopralluogo effettuato stamane per verificare lo stato in cui versa il Teatro Lirico, chiuso da quattordici anni e, da allora, in attesa di un intervento di riqualificazione e restauro, annunciano che sarà restaurato e restituito dal Comune di Milano alla città nell’anno successivo all’Expo 2015: il 2016. Sottolineano che il progetto di restauro – che non si limita a concepire il teatro come attività per lo spettacolo e la rappresentazione ma anche come insieme di funzioni e spazi polifunzionali atti a dialogare e integrarsi – persegua un giusto, convinto e fiducioso investimento nella cultura e nel teatro, baluardi della città soprattutto nei momenti difficili della propria storia. >
Teatro Lirico Milano – restauro
“Nei momenti difficili della propria storia – ha dichiarato l’assessore Carmela Rozza – Milano ha sempre affidato la ripresa alla cultura e al teatro, come fu subito dopo la guerra con la ricostruzione del Teatro alla Scala. Anche nelle difficoltà di oggi non ci si deve piegare all’abbandono: la cultura è il luogo del rilancio e si deve fare di tutto per superare la crisi, a partire da un luogo simbolo come il Teatro Lirico. Quando una struttura viene così violentata dalle demolizioni è come un corpo ferito: o viene curato o è destinato a morte certa. I 16 milioni per il restauro del Lirico erano fondi già assegnati alla cultura e alla cultura restano”.
“Per le dimensioni del teatro e per la configurazione del sistema delle attività culturali in città, il nuovo Lirico sarà senz’altro destinato a diventare uno spazio multidisciplinare – ha spiegato l’assessore Filippo Del Corno -. Immaginiamo un luogo dedicato alla danza e alla musica, due discipline in stretta relazione tra loro: alla danza, perché manca a Milano un palcoscenico destinato a quest’arte; alla musica, perché è stata la sua vocazione da sempre. Due arti che permettono una forte interazione con i nuovi media, allargando così l’offerta culturale della città“.
Pina Bausch – Palermo Palermo – Danza
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Ripartire dalla danza, riconoscere e celebrare l’importanza di quest’arte. Un atto di coraggio per Milano di cui la città le sarà grata; sarà, sicuramente, una grande ricompensa di sforzi e investimenti. L’ultima rappresentazione milanese di uno spettacolo di Pina Bausch avvenne proprio al Teatro Lirico, nel 1990, quando fu rappresentato Palermo Palermo, con ancora nella memoria l’exploit al Teatro alla Scala con il magnifico Kontakthof del 1983. E così ripartire dalla danza. Un grande regalo per la città, degna di una stagione di danza, che tutt’oggi, nonostante gli sforzi di soggetti indipendenti e non, piccoli e non, non ha. Città degna di essere citata per la cultura e la capacità di creare pensiero e arte, e non solo per i più visibili quadrilatero della moda e il design. Ripartire dall’arte che Jean Clair nel libro L’Hiver de la culture, così celebra: “La danse non n’a jamais peut-être été aussi belle, fascinante (…) On devine la raison: il y a dans ces disciplines – le mot reprend son sens – un métier, une maîtrise du corps longuement apprise, une technique singulière, année après année enseignée et transmise. La danza non è forse mai stata così bella, affascinante (…) Se ne intuisce la ragione: c’è in queste discipline – la parola riprende il suo significato – un mestiere, un controllo del corpo appreso con il tempo, una tecnica specifica, insegnata e trasmessa anno dopo anno.”
Danza, musica, teatro sono un valore in sé. Sono in grado di cambiare lo stato delle cose e il futuro, ed è bello che voi lo riconosciate pubblicamente. Perché sanno anche dare coraggio e speranza ai cittadini, sono l’unico sistema linguistico capace di trasmettere in tempi brevi e in modi efficaci, un’immagine positiva di tutto un sistema sociale, e non solo delle sue componenti specificamente culturali. Di questi tempi è importante che voi lo abbiate sottolineato. E il pubblico che ama la danza, che è moltissimo, ve ne sarà grato. Sono numerose le persone disposte a fare anche lunghi viaggi pur di andare a vedere la danza. Come sono numerose le realtà milanesi, che, in modo autonomo, indipendente e autofinanziato, si sono adoprate negli anni per sopperire alla “mancanza della danza”, come di luoghi per la danza, a Milano. Sarebbe bello Assessore Del Corno, magari, che il progetto del Teatro Lirico preveda il coinvolgimento diretto e/o un tavolo di confronto e dialogo con le realtà milanesi della danza che la vivono e l’hanno fatta vivere, con progetti corposi, annuali, di rete e scambio anche con già consolidati rapporti internazionali.
Il breve comunicato stampa delle 19:23 di questo martedì 9 luglio 2013 è un’ottima promessa per la rinascita del teatro di via Larga.
Federicapaola Capecchi
Filippo Del Corno
Abbandonato dal 1999 al suo destino e con alle spalle una serie di tentativi di farlo rinascere il Teatro Lirico di Milano è stata negli anni una “ferita aperta della città”. Chiuso nel 1999 il Comune nel 2000 indice una gara a evidenza pubblica, cui partecipano tre concorrenti. Nel 2003, subito dopo l’aggiudicazione all’Ati costituita da Milano Festival Srl e Gestioni Teatrali Srl, il Tar accoglie il ricorso da parte del secondo classificato. Così il Comune lancia una prima gara per privati e nel 2005 parte il restauro. Quattro anni dopo, però, il vincitore dell’appalto abbandona. Si riparte da zero. A gennaio 2013 si chiude la prima gara pubblica della giunta Pisapia con l’interesse, e diversi sopralluoghi, da parte di Trident Management del gruppo Live Nation, ma poi a causa degli elevati costi necessari per restaurare gli 11000 metri quadrati del Teatro, l’impegno va a morire. Sarà dunque proprio Palazzo Marino ad accollarsi l’onere della ristrutturazione. Ma i presupposti e gli obiettivi con cui affronta questo sforzo ed onere a Milano Arte Expo MAE sembrano più che validi e meritori.
La nascita del Teatro Lirico risale alla seconda metà del Settecento, quando Milano venne interessata da un unico progetto che intendeva dotare la città di un sistema teatrale articolato: l’architetto Giuseppe Piermarini ebbe l’incarico di progettare due teatri, il teatro alla Scala e il teatro alla Cannobiana.
Detlef Erler – Palermo Palermo
Nell’agosto del 1776 si firmarono due contratti per la costruzione del teatro alla Scala e per il teatro alla Cannobiana con l’Impresa Fè e Marliani. Il Teatro alla Cannobiana sorse dov’erano le scuole di dialettica e morale istituite da Paolo da Cannobio, dette appunto Cannobiane, da ciò il teatro derivò il proprio nome, usato in alternanza anche come Teatro Piccolo o Piccolo Teatro.
A distanza di un anno dall’apertura del Teatro alla Scala, il 21 agosto 1779 venne inaugurato il teatro alla Cannobiana.
Al progetto del 1776 del Piermarini sono seguiti altri tre importanti interventi: il recupero architettonico del 1894 dell’architetto Sfrondini, il restauro dell’architetto Faludi del 1932 e la ristrutturazione-edificazione dell’architetto Cassi Ramelli nel 1939.
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MAE Milano Arte Expo [email protected] ringrazia Federicapaola Capecchi per il testo e l’Ufficio Stampa del Comune di Milano per le notizie relative al restauro del Teatro Lirico.
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