Tracy Letts ė uno di quei nomi che a queste latitudini suona familiare solo agli appassionati di teatro, tendenzialmente esterofili, e a quelle persone intente a inseguire opere di contemporanei equamente potenti nel messaggio e nel linguaggio. Il signore in questione di pièce teatrali ne ha scritte molte, di sceneggiature dei suoi lavori per il grande schermo ne fatte tante, e il successo non si è mai fatto attendere.
Letts ė l’autore di quel “Killer Joe” che una volta portato fuori dal teatro, ci ha regalato l’incredibile performance di Matthew McConaughey, nel film diretto magistralmente da William Friedkin (si, esatto, se ve lo state domandando, è proprio il regista de “L’Esorcista”) ma, soprattutto, questo autore ha vinto un premio Pulitzer per aver scritto “August: Osage County”. Anche in questo caso, il testo ha subito lasciato le pagine dei libri per salire sul palco di un teatro, e ben presto ha raggiunto il grande schermo. Dopo il passaggio al TIFF dello scorso settembre, oggi arriva nei nostri cinema.
Andiamo nel caldo e umido Oklahoma, entriamo nello studio di Beverly Weston (Sam Shepard), dove, tra una citazione di T.S. Elliot e un’altra, sta istruendo la nuova domestica. An un certo punto viene interrotto dall’ingresso della moglie Violet e noi siamo folgorati sulla via di Damasco! Violet è visibilmente ammalata, invecchiata e stanca, ma, soprattutto, ha il volto di Meryl Streep, la quale ci regala l’ennesima, intensa, perfetta, incredibile performance da premio Oscar®.
Offuscando del tutto l’ottima interpretazione del resto del cast, la signora Streep ci porta dentro la casa dei Weston ci fa percepire l’odore della polvere, del troppo whisky e della paura di morire. Come in ogni famiglia, anche in questa si devono superare le quotidiane incomprensioni, ci s’impegna per seppellire vecchi rancori, e tutti custodiscono segreti che ė meglio rimangano celati nei cassetti dei ricordi. E poi, ci sono gli egoismi, le tipiche tensioni tra genitori e figli, le debolezze di tutte le coppie stanche, le fragilità di chi non trova l’amore e tutte quelle incertezze che esploderanno con prepotenza il giorno in cui il clan si riunirà sotto lo stesso tetto per commemorare un defunto.
Attorno ad un tavolo si dispiegherà una vera tragedia o, forse, dovemmo dire che emergerà la tipica durezza della vita, così come accade nell’intimità di molte mura domestiche. Perché, con tutti suoi difetti, questa famiglia ė normale e ci fa sentire bene, dimostrando come solitudine, debolezza e bruttezza, siano ovunque.
Con un cast che non sbaglia una battuta, una movenza o uno sguardo, il regista ci porta davvero in una casa dell’Oklahoma e confeziona una pellicola impeccabile in cui le nomination ricevute ai prossimi Oscar®, sono più che dovute. John Wells mostra scorci di un luogo splendido con tramonti infiniti ma godibile solo per qualche giorno di buen ritiro. Terre dure abitate da persone incattivite, inaridite da trascorsi che fanno invecchiare e trascinano in una dimensione priva di sconti, compassione o perdono.
I temi sono molti, la recitazione è da standing ovation, e Meryl Streep è semplicemente la migliore! Voto:7. Film da vedere e libro da leggere in attesa che arrivi la pièce nei nostri teatri.