La trama
Durante il pranzo del Ringraziamento a casa del vicino Frankin Birch (Terrence Howard), Anna e la figlia minore di Franklin, Joy (Kyla Drew Simmons ), spariscono misteriosamente.
I genitori, dopo una disperata ricerca, vengono a sapere che l’indiziato principale è il proprietario di un camper parcheggiato sul vialetto al momento della sparizione, appartenente a un ragazzo ritardato del posto, tale Alex Jones (Paul Dano). Responsabile del caso è l’infallibile detective Lockee (Jake Gyllenhaal), che però è costretto a rilasciare Alex per mancanza di prove. Dove sono finite le bambine? E intanto, le lancette dell’orologio scorrono veloci….
La recensione
Cosa fareste se vi portassero via la cosa più preziosa che avete? Rimarreste seduti ad aspettare, o perdereste la testa, schiacciati da un senso di tristezza e di opprimente impotenza? E se ci fossero altre soluzioni?
Queste sono le domande a cui tenta di dare risposta Prisoners, ultima fatica del regista Denis Villeneuve, poco conosciuto in Italia, ma già candidato all’Oscar per il miglior film straniero nel 2010 con il suo “La donna che canta”.
Ed è stata una fatica davvero, dal momento che Prisoners ha avuto una produzione davvero travagliata: il film è stato preso e abbandonato a più riprese, e per la parte dell’ombroso Keller sono stati convocati diversi attori famosi, da Mark Wahlberg a Christian Bale, per poi tornare in via definitiva a Hugh Jackman, che aveva inizialmente rifiutato la parte.
Per questa ragione ci si poteva aspettare qualche scivolone nella regia o qualche incongruenza nella sceneggiatura. Fortunatamente, non è stato così: Prisoners è un thriller profondo e introspettivo, capace di mantener alta la tensione per tutta la durata della proiezione.
Questo succede grazie a una narrazione ben congegnata, che si divide fra le conseguenze che il rapimento ha sul personaggio di Keller Dover, uomo normale che faticosamente, dolorosamente, si trasforma in demone pur di ritrovare la figlia (interpretato da un ottimo Hugh Jackman in guisa di padre tormentato e ai limiti della nevrosi); e il Detective Lockee, inizialmente nel ruolo totipotente di tutore della legge, ma che però finisce per scontrarsi con i limiti dell’istituzione a cui appartiene, inscenato da un fantastico Jake Gyllenhaal, capace come non mai di mostrare allo spettatore la pressione psicologica della vicenda sul suo personaggio, che alla fine risulta umano, e quindi, fallibile.
E’ bene notare come la tematica delle “sparizioni di bambini” nel cinema stia un po’ tornando di moda: ne è un sintomo l’uscita nelle sale, l’anno scorso, di “The Tall Man”, in Italia col titolo “I bambini di Cold Rock”, thriller con la stessa tematica ma un po’ privo di mordente. Fa quindi piacere pensare che ci siano registi capaci di raccontare in maniera avvincente storie di cronaca nera (un po’ la specialità di Villeneuve, se volete saperlo), con qualche strizzata d’occhio ai grandi cult del thriller psicologico:l’idea in Prisoners del “Labirinto”, e quindi, di un percorso tracciato, richiama film come Seven o The Horseman, con cui la pellicola condivide le meccaniche, pur rimanendo decisamente diverso in termini di trama e finalità.
Un ottimo lavoro è stato fatto anche in termini di fotografia e scenografia: nonostante il film sia stato girato in una piccola,anonima cittadina di periferia in Georgia, il tempo sempre tetro, le scene al chiuso in ambienti fatiscenti (ma non troppo) e l’oscurità dominante rendono perfettamente l’idea di angoscia che permea la vicenda, dando valore aggiunto ai crolli psicologici e alle tensioni emotive degli interpreti.
Prisoners è quindi un film consigliatissimo, ben scritto e avvincente, adatto ad ogni amante del thriller, ma sopratutto, perfetto per coloro che vorrebbero sapere fino a che limite può arrivare l’animo umano una volta macchiato da una grande tragedia.
Nazione: U.S.A.
Anno: 2013
Genere: Drammatico
Durata: 153 minuti
Regia: Denis Villeneuve
Cast: Hugh Jackman, Jake Gyllenhaal, Viola Davis, Maria Bello, Terrence Howard. continua» Melissa Leo, Paul Dano, David Dsasrmalchian
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