Magazine Cultura

[Film Zone] As you like it di Kenneth Branagh (2006)

Creato il 08 settembre 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

As You Like ItTitolo: As you like it (Come vi piace)
Paese: Stati Uniti, Gran Bretagna
Anno: 2006
Durata: 127’
Genere: commedia
Regia: Kenneth Branagh
Soggetto: As you like it (Come vi piace) di William Shakespeare
Personaggi principali: Takuya Shimada; Romola Garai; Bryce Dallas Howard; Kevin Kline; Adrian Lester; Janet McTeer; Alfred Molina
Trailer: QUI
  Voto: [Film Zone] As you like it di Kenneth Branagh (2006)

Trama:

La commedia originale: (tratta da wikipedia) La commedia si svolge in un ducato francese, ma la maggior parte dell’azione si svolge in un luogo chiamato la Foresta di Arden. Federigo ha usurpato il ducato ed esiliato suo fratello maggiore, il Duca legittimo. Alla figlia del duca, Rosalinda, è stato permesso di rimanere a corte perché ella è la migliore amica e cugina dell’unica figlia di Federigo, Celia. Orlando, un giovane gentiluomo del regno che si è innamorato di Rosalinda, è costretto a scappare da casa sua a causa delle persecuzioni di suo fratello maggiore, Oliviero. Federigo si arrabbia con Rosalinda e la bandisce dalla corte. Celia e Rosalinda decidono di scappare insieme, accompagnate dal giullare [Paragone]. Durante la fuga Rosalinda si traveste da uomo, dandosi il nome di Ganimede (“Il paggio di Giove”), mentre Celia si fa chiamare Aliena (la parola latina per “straniera”).
I tre arrivano nella idilliaca Foresta di Arden, dove ora vive il Duca esiliato, circondato da alcuni suoi sostenitori, tra i quali c’è il melanconico Jaques, innamorato di Aldrina. “Ganimede” ed “Aliena” non incontrano immediatamente il duca e i suoi compagni, poiché prima incappano in Corino, un affittuario impoverito, e si offrono di comprare la capanna cadente del suo padrone.Asyoulikeit2006.jpg
Orlando vede Oliviero nella foresta e lo salva da una leonessa, atto che fa pentire Oliviero per aver trattato male Orlando. Oliviero incontra Aliena (che è, in realtà, Celia) innamorandosi di lei, e i due decidono di sposarsi. Orlando e Rosalinda, Oliviero e Celia, Silvio e Febe, e [Paragone] e Aldrina si sposano tutti insieme nella scena finale, e subito dopo scoprono che anche Federigo si è pentito delle sue colpe, decidendo di ridare il trono al fratello e adottare uno stile di vita religioso. Jaques, sempre melanconico, decide di seguire l’esempio di Federigo e di dedicare la sua vita alla religione. Frattanto, Orlando e il suo servo Adamo (un ruolo che potrebbe essere stato interpretato da Shakespeare stesso), trovano il Duca e i suoi uomini e presto decidono di vivere con loro, affiggendo agli alberi semplici poesie d’amore indirizzate a Rosalinda. Quest’ultima, che ricambia l’amore di Orlando, lo incontra travestita da Ganimede e finge di consigliarlo per curarlo dal mal d’amore(…)

Il film: Kenneth Branagh in questa trasposizione non si è preso moltissime libertà. La più rilevante è stata quella di ambientare la commedia in Giappone, verso la fine del XIX secolo, quando si apriva al commercio con l’Occidente. Ha inteso porre l’accento su una storia fuori dal tempo (o addirittura senza tempo), seguendo la suggestione della scena finale: un piccolo matrimonio di massa (molto giapponese).

Contenuto: A raccontarla è una storia intricata, creata ad arte per assecondare i gusti del pubblico. Da essa Shakespeare sembra voler prendere le distanze (Come vi piace: un titolo che non è un titolo). L’ambientazione giapponese allestita da Kenneth Branagh rende intenso il dramma che precede lo sviluppo della commedia. É il momento del golpe, il fratello minore spodesta dal trono il maggiore. Si introduce a tradimento con un manipolo di samurai e fora le fragili pareti della corte. Sono riuniti nella scena quasi tutti i personaggi tra i quali il vecchio Duca che, con la barba screziata, ricorda Re Lear, Rosalinda sua figlia, la cugina Celia (figlia dell’usurpatore), il buffone di corte (Paragone), Jacques. Presto si snoda la storia parallela di un altro scontro tra fratelli, quello di Oliviero e Orlando. Oliviero, il maggiore, nella sua fisionomia e fierezza ricorda Otello, il moro di Venezia, cioè una figura dannata, votata alla tragedia.

Ci troviamo di fronte a una commedia, anche se l’antefatto scardina le nostre attese. Entrano di prepotenza, infatti, figure selvagge e predatorie che approfittano di un momento di leggerezza, durante uno spettacolo che ricorda il kabuki.

All’interno del dramma cominciano già a trapelare la gentilezza (quella di Orlando per esempio), la gaia e folle saggezza del buffone di corte, i sogni di due cugine (Rosalinda e Celia).  É una leggerezza intesa a prendere le distanze dal turbine, dalla tempesta appena abbattutasi. L’atteggiamento rude, ingeneroso e invidioso dell’usurpatore e di Oliviero cade in sottofondo, abbandona a poco a poco la scena.

Prendiamo per esempio la gara di lotta imbastita per intrattenere la corte dell’usurpatore. Orlando sfida in incognito Charles, il campione del momento. Quale miglior occasione per Oliviero di sbarazzarsi del fratello?

«Adesso ci penso io ad aizzare il cucciolo. Spero di vederlo schiattare, perché la mia anima – e non so spiegarmene il motivo – non odia nessuno più di lui. Ha un’anima nobile, non è mai andato a scuola eppure è istruito, pieno di nobili intenti, amato da persone d’ogni rango che lo trovano seducente; e insomma sta così a cuore alla gente, specie a quella di casa mia che lo conosce bene, che io ne ho perso la stima completamente. Ma non durerà a lungo, questo lottatore metterà ogni cosa a posto…»

Non sarà la tenzone con Charles a sconfiggere Orlando, quanto l’incontro con Rosalinda, davanti alla quale riesce a stento a spiccicare qualche parola:

«Oh povero Orlando, ti hanno proprio messo a terra.»

La brezza della commedia soffia all’interno della corte, smorzando a poco a poco i toni di una situazione di certo non felice. Il legittimo regnante si è rifugiato nella foresta di Arden, tra breve sarà il turno di Rosalinda, bandita dal regno che fu di suo padre. Un saggio consiglio suggerisce a Orlando di partire:

«Signor mio, vi consiglio in amicizia di andarvene da qui. Vi siete meritato grandi lodi, plausi sinceri e affetto, ma il Duca è in tale animo che ormai travisa tutto ciò che avete fatto.»

Anche in questo caso, più che crucciarsi per la mala sorte, Orlando sembra avere ben altro in testa:

«Vi sono grato, signore. Ditemi una cosa, vi prego, quale delle due che erano qui all’incontro è la figlia del Duca?»

«Nessuna delle due a giudicare dai modi, ma in verità sua figlia è la più alta. L’altra è figlia del Duca che è in esilio, ed è tenuta qui dallo zio usurpatore per far compagnia alla figlia…»

La foresta di Arden diventa via via tanto più popolosa quanto la corte dell’usurpatore si svuota. Chi se ne va non subisce l’esilio, volontario o coatto che sia. Celia e Rosalinda, accompagnate dal buffone Paragone, raggiungono la foresta sereni. Privi di tutto, non sembrano mancare di niente.

Non sembra diversa la condizione del duca spodestato, anche se più di maniera (di stampo petrarchesco) e convenzionale, a ricordo di una primordiale età dell’oro:

«La consuetudine di questi luoghi non ci ha reso la vita più dolce di quando eravamo nel lusso? Non sono questi boschi assai più liberi da pericoli che una corte invidiosa? »

Nulla di più ingannevole. Quella della foresta è forse una vita libera dalle convenzioni, ma esse tornano con prepotenza già in queste parole. A esse si ribella Jacques. Per mangiare si dovrà andare a caccia di selvaggina:

«Siam tutti usurpatori, tiranni, e ciò che c’è di peggio, dato che spaventiamo e uccidiamo animali nei luoghi naturali della loro vita.»

Della stessa indole sarà il rimprovero che il buffone rivolgerà al pastore Corino:

«Altro peccato d’ignoranza; accoppiare pecore e montoni e procurarti da vivere con la monta del bestiame: far da ruffiano a un montone dal campanaccio al collo, e far metter sotto una pecorella di dodici mesi da un vecchio becco ramificato con la zucca storta, contro ogni giustizia nuziale. Se per questo non sei dannato, vuol dire che il diavolo stesso non sa che farsene dei pastori. Non vedo proprio come tu ti possa salvare.»

Come vi piace viene per lo più vista come una commedia di opposti dialettici: da una parte la corte, dall’altra la foresta. Man mano che si procede, la contrapposizione sfuma, si attenua fino a scomparire nel finale. Si fa strada una sorta di affinità, talvolta perversa.

La natura non è un luogo dove rifugiarsi come privati cittadini, ma dove prepararsi a un ritorno nel mondo (AUDEN).

E così sarà: Oliviero verrà salvato da Orlando contro l’aggressione di una leonessa; Federigo tornerà sui suoi passi e riconsegnerà il mal tolto al fratello maggiore. Il quale tornerà, eccome se tornerà alla corte.

La questione, se fin qui il tutto è chiaro, non è stabilire in quale luogo l’uomo possa scoprire una dimensione più autentica recuperando valori dimenticati. Non si tratta di un luogo ma di uno stato, di una condizione, recuperati i quali si potrà far ritorno da qualche parte. L’uomo di corte che viva nella foresta non trarrà da questa alcun giovamento se con sé porta il fardello di convenzioni che non consentono un’esistenza in equilibrio. Né il pastore o colui che è nato e vissuto nel mondo rustico può dirsi salvo o fuori pericolo: le buone maniere, la civiltà avranno pur la loro importanza, fintanto che non travalichino i confini loro propri.

L’equilibrio ritrovato, da conquistare giorno per giorno, se non momento per momento, permetterà di vivere tanto nella foresta quanto nella corte.

Chi l’avrebbe mai detto che, in questa storia, a dire l’ultima parola sarebbero stati un buffone e un filosofo malinconico, cioè Paragone e Jacques? Perché Jacques prende maledettamente sul serio la filosofia del buffone (e dobbiamo farlo anche noi):

«Se fossi un matto. Ho sempre desiderato un abito da matto, [di essere] libero come un matto… [Paragone] riesce bene in qualunque cosa, ed è un buffone.»

Fonti:

1.W.H. AUDEN, Lezioni su Shakespeare, Adelphi, Milano 2006

2. HAROLD BLOOM, Shakespeare – L’invenzione dell’uomo, Rizzoli, Milano 2001

3. http://it.wikipedia.org/wiki/Come_vi_piace

4. http://www.shakespeareweb.it/teatro/1599_come_vi_piace/come_vi_piace.htm


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :