Titolo: La 25a ora (25th hour)
Nazione: Stati Uniti
Anno: 2002
Genere: drammatico
Durata:135′
Regia: Spike Lee
Cast: Edward Norton, Philip Seymour Hoffman, Rosario Dwson
Soggetto: Dall’ omonimo romanzo di David Benioff
Voto:
La 25a ora è il capolavoro cinematografico diretto da Spike Lee e interpretato da un incredibile Edward Norton. Insieme ci conducono in un viaggio nella 25a ora. La storia di Montgomery (Edward Norton) non evolve nel tempo. Spike Lee ed Edward Norton sono riusciti a trasformare la storia di una destino in galera, la storia di sensi di colpa che opprimono e di un destino da cui sembra non si possa fuggire, in una meditazione su cosa sia la libertà. Una meditazione sul tempo. Una riflessione sulla scelta. Il film evolve allora in profondità. Al di là del tempo esso è una lente che ci permette di guardare sempre più attentamente a ciò che succede ogni volta che il nostro passato sembra non offrirci via d ‘uscita.
Le lancette girano avanzando, secondo dopo secondo, passo dopo passo. Sono due, si incontrano, si scambiano di posto e la distanza che le separa si allunga per poi accorciarsi nuovamente. E tuttavia, le ore di ogni giorno sono sempre 24. L’orologio dei nostri giorni è sempre lo stesso, eppure i giorni non sono sempre uguali. La differenza è nell’ora che si aggiunge, senza sommarsi, alle 24 standard. La 25a ora è l’ora della differenza, del cambiamento, è la porta oltre ciò che si sa si ripeterà uguale; oltre le conseguenze che abbiamo già assegnato alle nostre azioni.
Uno squarcio di libertà.
Basta una tua parola, e si va.
Mi troveranno, mi troveranno, presto o tardi.
Sai come trovano le persone? Le trovano quando tornano a casa. La gente scappa, fugge, si allontana e va via, poi solitamente torna indietro. E allora, allora viene catturata. Quindi te vai…e non tornare mai indietro. Non tornare mai a casa.”
Il monologo in conclusione della 25a ora fra Monty e suo padre fa da cornice alla sua storia; è la cornice entro cui si svolge ogni storia. Il finale lascia nell’incertezza di una conclusione che non può essere data. Il destino di Monty è legato alla stessa abilità di rimanere nella 25a ora delle possibilità. Certo le lancette sembrano inseguirci quando si sfugge al tempo della ripetitività. E tuttavia, non potranno mai raggiungerci, racchiuse così come sono nello spazio di 24 ore. Non potranno mai trovare dove siamo, poichè al di là di quel 24 non possono orientarsi. Le lancette hanno una sola possibilità di afferrarci che coincide con la nostra stessa decisione di tornare indietro nel tempo -a casa- seguendo il desiderio di tornare a vivere nel tempo, quando al tempo non si appartiene ormai più. Ciò che non è più del tempo, dal tempo è libero, o del tempo è prigioniero, e non ci sono vie di mezzo. La 25a ora non apre la porta ogni giorno, e tantomeno quando la si cerca. Essa si mostra quando si è pronti, quando è tempo di lasciare andare ciò che rinchiude e stringe, le nostre abitudini, la nostra identità che non lascia spazio al cambiamento. In verità si prepara sempre e da sempre il momento grazie al quale la possibilità di entrare nello spazio della 25a ora verrà a essere offerta. La 25a ora porta -conduce- nel futuro, quando il futuro non può più continuare a convivere con il passato, e quando il passato, invece, non se ne vuole andare, quando il passato vuole essere la nostra sola realtà. Nella storia di Monty è la stessa origine del suo passato -il padre- a condurlo alle porte del suo futuro. Lo fa quando, offrendosi di accompagnare Monty in prigione, gli chiede di andare via, di fuggire dal suo tempo -dal suo 24-. Invero, non appena ci si accorge liberi di decidere si scopre che nel cambiamento nessun passato può tenere prigionieri. Si scopre così che il passato può prendere la forma di tante mani pronte a indicarci la strada da intrprendere. Nella 25a ora si scopre che è la difficoltà che si incontra nel sostenere la propria libertà -i sensi di colpa; la paura di immaginarsi un futuro diverso che si risolve nel tentativo di chiudere il futuro entro i confini di questo mondo- a mettere le catene a ognuno di noi. La 25a ora è il luogo del deserto e del silenzio. Il deserto è oltre, al centro, lontano dal mondo. Il deserto è il luogo in cui tutto può cambiare. Il deserto è lo spazio al di là dello spazio, che coincide con la 25a ora, il tempo al di là del tempo. Da lì si ricomincia, e si impara a iniziare sempre, nel deserto del mondo a partire dalle poprie qualità. Nel deserto del mondo, dove tutto è gia perso, si inizia con l’offrire totalmente ciò che si è. E’ così che si decide di vivere.
”Tutto di te. Tutto poteva non accadere…poteva non accadere mai. Questa vita ha rischiato di non accadere mai.”
Nulla è deciso oltre le lancette dell’orologio -oltre il 24-. Oltre le lancette, si è sul confine di ciò che non è e di ciò che liberamente è. Tra le lancette si era un progetto, oltre e al di là una decisione. Un dono.