Titolo: Star Trek – Il Futuro ha Inizio
Regista: Jeffrey Jacob Abrams
Durata: 122 minuti
Anno di uscita: 2009
Genere: Fantascienza
Cast: John Cho, Ben Cross, Bruce Greenwood, Simon Pegg, Chris Pine, Zachary Quinto, Winona Ryder, Zoe Saldana, Karl Urban, Antony Yelchin, con Eric Bana e Leonard Nimoy.
Voto:
Dato che il dodici giugno scorso è uscito il seguito di questo film mi sembra giusto recensire il capitolo precedente.
Prima di buttarsi nella recensione è necessaria una doverosa premessa: io sono un fan si Star Trek e da fan ho detestato questo film. Infatti sarebbe un’ottima pellicola d’azione se avesse un altro titolo e personaggi con nomi differenti, ma è un pessimo film della serie di Star Trek perché non rispetta assolutamente nessuno dei pilastri delle serie precedenti, addirittura non è rispettata nemmeno la psicologia dei personaggi delineata in decenni di episodi. In più è andata a farsi benedire una cosa che adoro delle altre serie/film: la parvenza di scientificità (sottolineo parvenza), che aiutava molto la sospensione dell’incredulità, e la cura per i dettagli.
Ma basta con le premesse, scopriremo strada facendo perché Star Trek – Il Futuro ha Inizio non mi è piaciuto affatto.
Attenzione: articolo soggetto a spoiler supremo, se non avete mai visto il film non procedete oltre.
Questo è un film che contiene numerosi elementi che mi lasciato allibito, da dove cominciare? Be’, tanto vale dal principio.
La storia inizia sulla USS Kelvin dove assistiamo alla nascita di James Tiberius Kirk, futuro capitano della USS Enterprise e leggenda della Flotta stellare. Che cosa ci faccia una donna in travaglio su una astronave militare non l’ho capito ma prendiamo la cosa per buona.
Da un varco aperto nello spazio emerge una nave spaziale che attacca la Kelvin. Il capitano viene invitato sulla nave sconosciuta per negoziare la resa, ma viene trafitto con una lama dopo che il capitano alieno gli ha chiesto la data.
Il comando passa al padre di James Kirk che ordina di abbandonare la nave con le capsule di salvataggio, mentre scaglia ciò che rimane della Kelvin contro l’intrusa per coprire la fuga dell’equipaggio.
Si scoprirà poi che l’astronave comparsa dal nulla è romulana e proveniente da un futuro lontano un paio di secoli perché risucchiata in un buco nero. Già cominciamo male: ci troviamo di fronte all’ennesimo “reboot” dell’universo narrativo, una cosa che non era mai stata fatta prima da nessuna pellicola! Come se questo non fosse un cliché, c’è anche il buco nero che spedisce le navi spaziali in giro nel tempo.
Ma la cosa che mi ha lasciato più perplesso, almeno finora, è il design della Narada, ossia l’astronave romulana in questione:
Questa cosa filamentosa e informe è una nave romulana. D’accordo che è un’astronave civile, mineraria per l’esattezza, ma non c’entra assolutamente nulla col tipico design romulano!
D’accordo che questo è un “falco da guerra”, ossia una nave militare, ma in ogni caso il design degli scafi romulani ricorda dei rapaci. A voi sembra che la Narada ricordi qualcosa di vagamente simile a un rapace? Proprio no.
E non andiamo meglio con l’aspetto dei romulani. Romulano tipico:
La faccia del capitano Nero, ovvero il comandante della Narada:
Tatuaggi tribali? Sui romulani? Io capisco che gli autori di questo film abbiano cercato di rinnovare Star Trek ma… i romulani sono ispirati all’Antica Roma, che c’entrano tatuaggi tribali tipo Maori? Niente.
E tutto il film è stracolmo di dettagli che fanno a botte con tutto ciò che Star Trek è stato negli ultimi quaranta anni, citiamo brevemente i più eclatanti.
- Il dottor McCoy si arruola nella Flotta Stellare a causa della sua ex moglie che lo ha lasciato sul lastrico, peccato che nella Federazione il denaro non esista.
- Hikaru Sulu, che dovrebbe essere un pilota, si lancia come paracadutista orbitale durante un’incursione per impedire alla Narada di distruggere il pianeta Vulcano. Da quando i piloti sono anche incursori?
- Spock e i vulcaniani in generale sono troppo emotivi, tanto che emarginano Spock per via del suo essere per metà umano, o addirittura lo stesso Spock che mostra invidia e accanimento verso Kirk e si contende le donne con lui! I vulcaniani dovrebbero essere freddi e glaciali come l’Antartide, fastidiosi per quanto sono distaccati. Questi hanno le orecchie a punta ma non sono vulcaniani.
- Il pianeta su cui Spock esilia Kirk si chiama Delta Vega pur trovandosi nello stesso sistema di Vulcano, tanto che dalla sua superficie se ne vede la distruzione. Un nome simile sembra messo a caso, non ha senso: se avesse avuto un nome del tutto inventato ma in stile vulcaniano sarebbe stato perfetto, ma Delta Vega non si può sentire! Quindi va a farsi benedire anche la cura per i dettagli maniacale, ossia il motivo per cui gli autori delle varie serie avevano chiamato un linguista per creare artificialmente la lingua Klingon.
Un’altra cosa: Spock lascia Kirk sul pianeta perché questi ha osato mettere in dubbio la sua abilità al comando, quindi ha agito per vendetta. NON devono essere emotivi! Che razza di vulcaniano sarebbe uno che reagisce così?
Tuttavia, almeno fin qui, ciò che ho detto è decisamente opinabile in quanto ho parlato di cose che solo un buon conoscitore di Star Trek noterebbe e un appassionato di fantascienza generico non sarebbe affatto interessato a questi dettagli. Proviamo quindi a cosiderare il film come pellicola di fantascienza in generale, facendo finta che non c’entri nulla con Star Trek. Purtroppo le cose non vanno comunque bene: contiene una colossale quantità di assurdità assolutamente sconcertanti che fanno scadere di molto la qualità anche come generico film di fantascienza spaziale.
Per esempio vediamo la prima cosa assurda già nella locandina, alcune righe più su: notante nulla di strano? La USS Enterprise viene assemblata a terra e, presumibilmente verrà poi lanciata nello spazio. Assemblata a terra. Lanciata. Nello spazio.
Ma che assurdità è mai questa? In base alle informazioni di contorno dell’universo di Star Trek quella è una nave spaziale di classe Constitution e dovrebbe essere lunga 289 metri circa e pesare centinaia di migliaia di tonnellate. Vi pare credibile che un simile oggetto venga assemblato a terra e poi lanciato nello spazio? No! Senza contare che la seria di Star Trek mostra innumerevoli volte dei bacini di carenaggio orbitali, che sono una soluzione notevolmente più elegante (e soprattutto più credibile) che poteva tranquillamente essere ripresa anche in questa pellicola, perché gli autori hanno voluto fare qualcosa di così assurdo e rovinarsi con le proprie mani?
Più avanti nel film fa la sua comparsa il giovane Pavel Chekov, brillante ufficiale di orgine russa, appena uscito dalla famosa Accademia della Flotta Stellare e che sarà determinante nel film. Ma… perché parla con accento russo? Sì, d’accordo che è di origine russa ma allora perché i vulcaniani, i romulani e tutti gli altri, che sono extraterrestri, parlano italiano (o inglese, se volete) senza accenti assurdi? E perché nessun altro umano mostra accenti particolari? Chekov è l’unico personaggio dell’intero film a parlare con un marcato accento ed è una cosa del tutto senza senso.
Un’altra colossale cosa assurda la materia rossa, ossia la “roba” che Nero usa per generare un buco nero artificiale che inghiotte il pianeta Vulcano. Questa “materia rossa” non è altro che una sorta di melassa sospesa in un cilindro di vetro, perché mai dovrebbe scatenare buchi neri?
A proposito della distruzione di Vulcano: dato che viene distrutto con un buco nero artificiale, perché mai la Narada ha dovuto scavare con un assurdo marchingegno fino al nucleo del pianeta? Sarebbe bastato buttare dal finestrino la fiala con la pallina di materia rossa e il buco nero avrebbe risucchiato il pianeta. Non ha senso scavare fino al nucleo! Quasi dimenticavo: quella bruttissima astronave, la Narada, è una nave civile per l’industria mineraria. Allora perché è così pesantamente armata ma, soprattutto, perché possiede un dispositivo per scavare un pianeta fino al nucleo che viene calato dall’orbita? Non ha senso: i minerali vanno scavati e poi issati a bordo, non vaporizzati!
Il modo in cui muore la madre di Spock è un’offesa al buon senso del pubblico: lei e un gruppo di vulcaniani sono in attesa di essere teletrasportati via dal morente pianeta Vulcano, quindi sta crollando tutto dato che esso viene risucchiato in un buco nero. Lei cosa fa? Si mette sull’orlo di un precipizio e si spiaccica prima che possa essere teletrasportata via. Quale idiota aspetterebbe i soccorsi sull’orlo di un dirupo che sta crollando? Questa è un altra trovata per dare pathos ma che risulta del tutto forzata e gratuita. Se le fosse caduta una colonna sulla testa sarebbe morta ugualmente ma non ci sarebbe stata la palese assurdità del dirupo.
Su Delta Vega, Kirk incontra uno Scott esiliato su un avamposto dimenticato a causa di un incidente da lui causato col teletrasporto (ha fatto svanire per errore il cane di un ammiraglio). Scott e Kirk torneranno sull’Enterprise, in curvatura e ad anni luce di distanza, con un teletrasportatore sperimentale. Fin qui non ho nulla da dire, anche se la cosa è un po’ forzata. Ho da ridere su quello che accade a bordo dell’Enterprise, ovvero Scott che si materializza qui dentro:
Un grosso tubo trasparente piano d’acqua. Qualcuno mi può spiegare cosa ci facciano dei tubi simili in mezzo alla stiva di una nave spaziale? Nulla: questa è la classica trovata degli sceneggiatori per creare pathos, ma è del tutto privo di senso e gratuito.
Il nostro Ewan dice “tanto è fantasy!” quando scopre cose del genere negli orribili libri fantasy che recensisce, qui possiamo coniare la dicitura “tanto è fantacienza!”.
Ma la cosa più assurda è una frase che Spock vecchio (sì, il vecchio Spock compare in questo film) pronuncia quando spiega, su Delta Vega, al giovane Kirk cosa avesse scatenato tutto quel disastro. La frase è più o meno questa: una stella stava per esplodere e minacciava di distruggere la galassia. Avete letto bene. Una stella che esplode distrugge una galassia. Di più: la stella in questione è quella del pianeta Romulus (quindi piccola per forza, altrimenti non avrebbe pianeti abitabili intorno) e la Federazione decide di salvare la galassia mandando Spock a buttare la materia rossa dentro la stella affinché il buco nero artificiale assorba e contenga l’esplosione. Ma secondo voi, una persona sana di mente penserebbe di salvare la galassia dall’esplosione di una stella (un petardo in termini astronomici) creando un buco nero artificiale che la inghiotta? È a dir poco folle, assurdo, insensato! Ovviamente la singolarità ha scagliato nel passato di un universo parallelo Spock e Nero, il quale ha perso la moglie sul pianeta Romulus inghiottito dal buco nero artificiale e ha quindi deciso di vendicarsi.
In definitiva, Star Trek – Il Futuro ha Inizio è un buon film d’azione ma un pessimo film di fantascienza e un ancora peggiore capitolo di Star Trek, anzi, non è Star Trek ma un fumetto in forma di film, tanto che Nero è il solito super cattivo folle e psicopatico che ormai è un cliché anche per i fumetti dei super eroi (dove tuttavia ha una sua ragion d’essere) o, addirittura, per il fantasy epico. L’evoluzione della trama è decisamente prevedibile.
A parte le differenze con le serie e i precedenti film, che ci potrebbero anche stare quasi tutte per svecchiare un po’ Star Trek (a parte i vulcaniani che non sono vulcaniani), sono il primo a dire che sarebbe stato interessante vedere i vecchi personaggi muoversi in una situazione nuova e più moderna, ma quelli non sono i personaggi di Star Trek : sono semplicemente degli omonimi.
Il 12 giugno 2013 è uscito al cinema il seguito di questa pellicola (che non ho ancora avuto occasione di vedere) e non credo che ci sia da stare allegri, visto che la locandina promette di distruggere la Terra. Peccato che sia un cliché anche quello, ormai.